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SAMANTHA STELLA & NERO KANE: HELL 23

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photo by Paolo Bellesia

SAMANTHA STELLA & NERO KANE: HELL 23

MIKE VENSEL: ABYSS

Live performance - US Premiere

September 12, 2016 at 8:00 PM

Italian Cultural Institute

1023 Hilgard Avenue | Los Angeles, CA 90024


In anticipation of the 16th annual Italian Language Week in the World with the theme of Italian and Creativity: Brands and Traditions, Fashion and Design, the Italian Cultural Institute in Los Angeles presents the US Premiere of Hell23 and Abyss. The two complementary performances are respectively composed of installation art, music and dance by the Italian artists Samantha Stella and Nero Kane, and a series of tableaux vivants inspired by their work by the artist and designer Mike Vensel.



The performance Hell23 is inspired by Cumaean Sibyl, a priestess of Apollo, the Greek-Roman god of the Arts, Music, Poetry and Prophecy, as well as death and destruction as described in Homer's Iliad. It suggests a shamanic journey in the dark depths of the afterlife.



Musically, the performance develops from the song Spirits, from the album Lust Soul, by the rock-wave project NERO. The visual and performance vocabulary includes the use of symbols from Neo-Classical sculpture, geometry, Samantha Stella’s motionless body and repeated gestures – a reoccurring theme in Stella’s Corpicrudi project. Corpicrudi has performed in contemporary art galleries, museums and theaters internationally including Los Angeles for LA Fashion Week 2014, where Stella presented with the celebrated dancer and choreographer Matteo Levaggi.



Inspired by the suggestive representation of Hell by Samantha Stella and Nero Kane, Abyss, offers unique tableaux vivants by artist and fashion designer Mike Vensel with a particular focus on ecology, which is reflected in his garments and art objects.



By invitation only and open to IIC members.

Viewer discretion is advised.



Samantha Stella is an Italian visual artist, performer, set, costume designer and art director for art and fashion events. In 2005 with Sergio Frazzingaro she founded the artistic duo Corpicrudi. Contemporary art galleries, museums, churches, prisons and castles have hosted their projects often in collaboration with designers, choreographers, writers, poets and visual artists. She collaborates with post-punk/rock/new wave bands and musicians. In 2013, together with the noted artist and dancer Matteo Levaggi, she presented Prelude for a Symphony in Black, in Los Angeles during LA Fashion Week with notable success. Since 2015 she has directed and performed in music videos and live installations with the Italian musician Nero Kane.




Nero Kane is the Italian composer, singer and bassist Marco Mezzadri, founder of the music project NERO as well as other musical projects including The Detonators (punk) and The Doggs (garage-rock). NERO mixes rock'n'roll, dark and new wave atmospheres. He debuted with the album the Lust Soul (January 2016), and the launch of two music videos directed and performed by Samantha Stella (Tomorrow Never Comes and No Sense of Crime).




Mike Vensel is an American artist, photographer and fashion designer based in Los Angeles. He is known for his dark, sensual, minimalist aesthetic sourced from history, mythology, art and music. He has shown his work in New York, Los Angeles and Milan fashion weeks. Since 2006 Vinsel has worked with Stella and Corpicrudi in Los Angeles, New York and Milan. Through his use of ecological materials, Vensel supports ethical and sustainable fashion.



Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles (IIC)

Founded in 1984 by the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation to promote Italian culture in Southern California, Nevada, Arizona, New Mexico, Texas, Arkansas, Oklahoma and Louisiana. The IIC organizes Italian language courses and events in collaboration with numerous local institutions with the goal of presenting Italy in all of its cultural richness: architecture, cinema, design, literature, music, science, theater and the visual arts.









Giuseppe Negro. La camera anecoica

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GIUSEPPE NEGRO
LA CAMERA ANECOICA

a cura di Simona Caramia

Catanzaro, Museo MARCA (via Alessandro Turco, 63)
23 settembre - 7 novembre 2016
inaugurazione 23 settembre, ore 18.30



La camera anecoica è assenza di suono.
È la sintesi assoluta di una quiete silenziosa.
È il contrappunto di rumore e silenzio.
In questo luogo asettico, in assenza di eco, è il silenzio a far emergere il frastuono dei pensieri. La camera anecoica è un momento dell'intimità quotidiana, in cui esiste solo il flusso di coscienza. Né sostanza radicalmente razionale, né unitaria, l'Io vacilla e si rifugia nel silenzio, non metafora di incomunicabilità, ma paesaggio interiore che resta in sé, perfino quando guarda al di fuori. Non è il silenzio di chi è dominato dall'impossibilità di raccontare, né è la parola che dice solo se stessa senza rimandare ad altro. La camera anecoica non è il luogo della mancanza, poiché il silenzio al suo interno non è né soffocante, né un peso. È un luogo sacro, di raccoglimento, in cui si annida il pensiero inquieto di Giuseppe Negro.

Nella mostra, la camera anecoica si divide in cinque ambienti collegati: sono luoghi intimi che tracciano un percorso solitario, che vive di un movimento circolare dall'esterno all'interno e ritorno, in una sorta di sospensione temporale dalle cose del mondo reale. Un rigoroso silenzio, interrotto solo dal respiro del fruitore, è il filo conduttore di questo viaggio esistenziale, il cui racconto si trasla in forme geometriche, in tessere di legno bruciato, che custodiscono ricordi e frammenti della vita dell'artista. Un letto, un lampadario, un reliquiario, immagini in movimento di paesaggi familiari sono gli appigli pseudo-concreti di un mondo che si finge reale.
E tuttavia, tutto appartiene alla psiche dell'artista, tutto rimane al suo interno.
Il viaggio si compie tra le pareti della sua mente: nessun oggetto ne è estraneo.


Per l'occasione è stato realizzato un catalogo bilingue (italiano/inglese), edito da Rubbettino Editore, secondo volume della collana "Quaderni del MARCA", contenente i contributi critici di Simona Caramia e di Domenico Piraina ed un apparato bio-bibliografico sull'artista.



Giuseppe Negro
Catanzaro, 1974. Ha compiuto studi artistici. È docente di Decorazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bari. Opera nel campo della sperimentazione visiva, collaborando con musei, gallerie e fondazioni d’arte.
Vocazione al recupero, rilettura e rivisitazione di quanto attiene al passato sono gli elementi fondanti della sua ricerca, una sorta di metodologia nella sua complessa operazione artistica, che si sostanzia della necessità di far rivivere la memoria sopita dal tempo e minacciata dall’oblio.
Ogni intervento, nella sua ricerca, diventa non mera violazione di una forma, ma trasformazione del dato reale precostituito, per accrescerne il valore con un gesto artistico carico di appropriazione e tutela.
Le sue opere sono presenti in musei, collezioni pubbliche e private: tra cui Fondazione Volume di Roma, Museo MAON di Cosenza, Museo Centro studi sulla pittura di paesaggio europeo del Lazio di Olevano Romano (RM), Patrimonio dell'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Patrimonio dell'Accademia di Belle Arti di Bari. Nel 2015 vince il Premio Internazionale Limen - VII Edizione, per la sezione Maestri di Calabria. Nello stesso anno, tra settembre-ottobre, partecipa alla I edizione di I martedì critici – residenza artistica - BoCs, sul lungofiume di Cosenza, e pubblica un quaderno d'artista, dal titolo Giuseppe Negro – Architetture.
Tra le mostre collettive più recenti: Il segno della passione, a cura di G. Petruzzelli, Università Complutense, Madrid, Galleria dell'Accademia di Belle Arti, Bari; Parola d'artista, a cura di M. Vinella, Pinacoteca de Napoli, Terlizzi (Ba); Mimesi: Architetture in Natura, a cura di S. Caramia, in Expo Marche Centro d'Arte 2016, Convento di San Francesco, Monsampolo (AP); I'm on fire, a cura di M. Cavallerin, Galleria ElleBi, Cosenza; Premio Internazionale Limen – VII edizione, a cura di G. Bonomi, L. Caccia, G. Di Genova, E. Le Pera, Complesso Valentianum, Vivo Valentia; I martedì critici – residenza artistica, a cura di A. Dambruoso, BoCs, Cosenza; IT’S ALL ABAUT PAPER, a cura di L. Madaro, A 100 Gallery, Galatina (Le); MCD’A V edizione, Marche Centro D’Arte Expo di arte contemporanea, a cura di N. Cingolani, Palariviera, San Benedetto del Tronto (AP).


inaugurazione 23 settembre 2016 (ore 18.00 Conferenza stampa | ore 18.30 opening)
per l'occasione è stato prodotto un catalogo, edito da Rubbettino Editore

info
orari di apertura: tutti i giorni 9.30-13.00 / 16.30-21.00 (Lunedì chiuso)
ticket: intero € 4,00; ridotto € 3,00
tel. 0961.746797; info@museomarca.com - www.museomarca.info



LA FONDAZIONE PINO PASCALI RACCONTA ARTVISION

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Dario Agrimi, Limbo


LA FONDAZIONE PINO PASCALI RACCONTA ARTVISION

Dal 12 settembre una mostra retrospettiva racconta i risultati del progetto conclusosi nel 2015 nell’ambito del programma Ipa Adriatic Cbc 2007-2013

Nell’ambito di “Adriawealth” finanziato dal programma Ipa Adriatic Cbc 2007-2013, in continuazione con quanto realizzato nell’ambito del progetto ArTVision – A Live Art Channel, la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare propone dal 12 settembre una mostra retrospettiva che mette in luce alcuni dei risultati realizzati nel biennio tra il 2014 e il 2015.

Molte le azioni sviluppate, grazie all’apporto della Tv Crew, diretta da Nicolai Ciannamea e alla mostra Coexistence – for a new Adriatic koinè ideata da Rosalba Branà, direttrice del Museo, che ha viaggiato in Albania, Montenegro, Croazia, fino ad approdare in Italia, a Venezia e poi in Puglia presso la sede del Museo Pascali, raccontando la creatività di quei territori alla ricerca di un dialogo transnazionale.

Proprio per questo la mostra ‘ArTVision. Risultati e prospettive’ offrirà la possibilità di approfondire il progetto Coexistence attraverso la documentazione realizzata dalle cinque tv crew in ognuno dei paesi in cui ha fatto tappa, con un focus particolare su Tirana.
Sarà inoltre possibile vedere alcuni dei video prodotti, tra i 175 realizzati nell’ambito del progetto a documentazione della grande creatività adriatica, nello specifico Ginger di Giuseppe Abate (per il Veneto) e The Quieter you become, the more you are able to hear, di Lulzim Alija (per l’Albania).
Completano il percorso l’opera Limbo di Dario Agrimi, tra le opere più apprezzate della mostra Coexistence e una selezione di documentari tra cui il filmato Torre Guaceto, insignito lo scorso anno a Venezia, nell’ambito della 72. Mostra del Cinema, della prima edizione del premio ArTVision, per la sua capacità di raccontare il rapporto tra arte e natura, grazie alle opere di alcuni degli artisti più rappresentativi del territorio pugliese. In omaggio a ciò, la Fondazione Pino Pascali ha deciso di esporre anche alcuni dei lavori di artisti che compaiono in maniera esaustiva nel progetto, da Iginio Iurilli, con l’opera Da un altro mondo a Miki Carone con Tepee, Francesco Schiavulli con Carne e Daniela Corbascio, Sud, queste ultime tre installate all’aperto nel costituendo Giardino dell’Arte della Fondazione Pino Pascali. In mostra anche le opere di Claudia Giannuli, Michele Giangrande, Pierpaolo Miccolis protagonisti dei tre short movies realizzati dalla Apulia Film Commission, sempre nell’ambito di ArTVision, che hanno riscosso un notevole successo di pubblico e di critica e che sono stati trasmessi da Sky Arte Hd lo scorso anno.

La mostra si inaugurerà nell’ambito della Convention internazionale Capitalization on Artvision & Archeo.S. che si svolgerà dal 10 al 12 settembre tra Monopoli, Bari, Lecce e Polignano a Mare, presso la Fondazione Pino Pascali, tre giornate dedicate alle tematiche fondamentali del turismo ecosostenibile con un focus specifico sull’area Adriatico Ionica.



Info:
Fondazione Pino Pascali
Museo d’Arte Contemporanea
Via Parco del Lauro 119
70044 – Polignano a Mare (Ba)
Orario: dal martedì alla domenica, 11:00 – 13:00 / 17:00 – 21:00
Lunedì chiuso.
Biglietto: Euro 2,00 (con eventuali riduzioni agli aventi diritto)

press: Santa Nastro snastro@gmail.com


IGNAZIO GADALETA. PUNTI-PITTURA + RADIANTI

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24 settembre - 27 novembre 2016
MAC LIVELLO 1
INAUGURAZIONE: sabato 24 settembre ore 18:30

A CURA DI
FRANCESCO TEDESCHI E ALBERTO ZANCHETTA

Nel 1936, Walter Benjamin aveva detto che «colui che si raccoglie davanti all'opera d'arte vi si immerge». È ciò che accade di fronte ai dipinti di Ignazio Gadaleta: lo spettatore ha l'impressione di penetrare all'interno della pittura, quasi potesse immergersi nel suo tessuto cromatico e segnico. Quella di Gadaleta è una pittura da guardare da lontano e da molto vicino, chiede di essere vista ma anche vissuta per riuscire a percepire e interpretare le fini tessiture - ora fitte, ora più rade e sfrangiate - che si articolano in cunei, irradiazioni o linee di frequenza.



Come fosse dotata di una memoria propria, la pittura rattiene un'emozione, ma soprattutto riesce a "suggerire uno sguardo". C'è in queste opere una persistenza dei nitori connessi al mare e al cielo, ed è proprio per questo motivo che, mentre le si osserva, si ha l'impressione di potersi immergere nell'acqua e nella luce. Gadaleta lascia decantare le immagini, le metabolizza fino a raggiungere una sintesi coloristica, la cui intensità viene strutturata
in campi ondulatori e in poli magnetici. I fondi vibranti sono ottenuti con una tavolozza iridata che degrada dall'azzurro al viola e al rosa, con contrappunti in arancio e grigio. Ogni cromia è concepita come materia viva che freme. E infatti è un continuo pulsare: intimo, interno alla pittura e alle sue logiche strutturali. Benché l'impasto del colore sia tattile e fragrante, la pittura sembra venir meno, quasi volesse diventare immateriale. L'aggettivo "radiante", che ricorre spesso nella poetica dell'artista, allude proprio all'emissione di energie, di una pura-pittura.

La mostra che l'artista ha concepito per il MAC di Lissone è suddivisa in piccoli nuclei, come altrettanti capitoli di una storia in cui l'autore "pensa in termini di pittura": un pensiero incessante, ottenuto mediante fraseggi e costrutti che caratterizzano queste opere realizzate alla fine degli anni Ottanta e nei primissimi anni Novanta.
L'evidente contiguità e consequenzialità tra opera e opera si ritrova anche negli stessi elementi che le compongono, stabilendo una frequenza e una tensione retinica che viene imbrigliata nelle maglie dell'olio, in quel denso reticolato che si effonde sulla superficie delle tele o delle tavole in legno.

Scandendo i ritmi, i colori, gli spazi e i volumi, le opere di Gadaleta prefigurano le disseminazioni realizzate negli anni Duemila; all'esposizione si aggiunge infatti un intervento site-specific in cui l'effetto dei radianti si combina con l'idea dei puntipittura, sviluppandosi in una estensione ambientale che corrisponde a un'emissione luminescente che assimila l'opera al contesto. Lo spettatore avrà quindi la sensazione di essere avvolto da traiettorie puntiformi che pervadono (anziché limitarsi a invadere) lo spazio espositivo.

Per Ignazio Gadaleta, la pittura è un lavoro endogeno, una suadente ricerca che irrora le geometrie adamantine con un effetto centrifugo che obbliga il riguardante a muoversi intorno all'opera. «Questa evolvenza della permanenza percettiva», ci dice Gadaleta, «è amplificata e moltiplicata, perché l'immagine diviene multipla e non più univoca. Come in un ipertesto visuale, non c'è più una successione determinata, un'unica evidenza, ma una
molteplicità di vedute, date dalla vitalità e dalla emotività di chi fruisce l'opera».

Nato a Molfetta nel 1958, Ignazio Gadaleta vive e lavora a Milano.


Info
Museo d'Arte Contemporanea
Viale Padania 6 20851 Lissone - MB
museo@comune.lissone.mb.it
tel. 039 7397368 - 039 2145174



Carola De Pascale e Adele Di Nunzio

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MUSEO NUOVA ERA
Mostra fotografica di : Carola De Pascale e Adele Di Nunzio


Periodo espositivo Bari 23 settembre / 26 ottobre 2016
Spazio espositivo Museo Nuova Era
Strada dei Gesuiti, 13 – 70122 Bari –
Tel. e fax 080.5061158
e-mail:museonuovaera@alice.it www.museonuovaera.com
Orario visita: dalle ore 17- 20
chiuso la domenica,lunedì e giorni festivi


INAUGURAZIONE VENERDI 23 SETTEMBRE 2016/ ORE 19.00

Si inaugura venerdì 23 settembre 2016 alle ore 19.00 la bipersonale di Carola De Pascale e Adele Di Nunzio.

Il lavoro di Carola De Pascale dal titolo “Japanese mood” è stato realizzato durante un viaggio in Giappone e ad esso è ispirato come si evince dal titolo.

Nelle sue fotografie c'è una dimensione privata, quasi biografica,che si mimetizza con la natura, con gli animali e la luce accarezza ogni cosa. Il suo approccio fotografico è simile all'azione. Ma parliamo di un gesto delicato, sono parole dette piano come sussurri, come sguardi e con il desiderio di mettere parentesi. Non per prendere tempo, ma per proteggere. Ed è così che al posto del documento prende forma il diario privato. Immagini che sanno costruire tempo, che accumulano memoria. Quelle di Carola De Pascale sono fotografie da trattare come sentimenti. Sono il risultato di uno sviluppo armonico potente e trasversale.

Storie sognanti di celeste, è il titolo della nuova serie di fotografie che Adele Di Nunzio presenta al Museo Nuova Era di Bari. Un viaggio onirico composto da una rete sottile di luoghi reali e di finzione, frammenti di vita che ci trasportano in un tempo nuovo, il tempo sospeso della metamorfosi.

Il volto di una donna sul cuscino, la madre, un uovo schiacciato sull’asfalto, l’ombra che trafigge un cane, un leone albino squarciato sulla lamiera ormai deteriorata, un cavallo bianco oltre il guard rail. Fotografie di una realtà in perenne mutamento che alludono alle trame segrete di un sogno, concatenazioni mentali che compongono il viaggio intimo dell’artista. Il suo lavoro denota un gusto per le situazioni quotidiane e i gesti che le accompagnano, tasselli di un mondo intermedio che ci svelano il lato irrazionale delle cose e delle abitudini. 






Andrea Bruno. Paesaggio con nemico

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Personale di Andrea Bruno
a cura di Francesca Pergreffi e Filippo Bergonzini

Inaugurazione sabato 17 settembre 2016 ore 19
nell’ambito del festival filosofia2016 sull’agonismo

in mostra dal 16 settembre al 13 novembre 2016

In occasione del Festival di Filosofia, lo Spazio Meme di Carpi ospita la prima mostra di tavole originali, dedicate all’agonismo, del celebre artista bolognese.

L’agonismo e la guerra attraverso il fumetto, a partire dall’antica Grecia: questi i temi di Paesaggio con nemico, opera inedita di Andrea Bruno, le cui tavole saranno esposte allo Spazio Meme, a partire da venerdì 16 settembre sino a domenica 13 novembre. Le tavole in mostra saranno accompagnate dalla realizzazione di una grande opera a parete. Alle ore 19 di sabato 17 settembre, Bruno sarà presente presso lo spazio espositivo per l’inaugurazione, nel corso della quale verrà presentata per la prima volta l’omonima storia breve, creata a partire dalle tavole in mostra.

Andrea Bruno utilizza la sua poetica visiva e narrativa per reinterpretare, attraverso la stilizzazione e il racconto sequenziale del fumetto, gli archetipi figurativi della guerra civile a partire dall’antica Grecia. In mostra, il pubblico potrà dunque ammirare le tavole della storia a fumetti inedita realizzata dall’artista, un esperimento di connessione tra passato e presente in cui il concetto di Agonismo viene sviluppato a partire da Polemos, per i greci il demone della guerra, e, in particolare, della guerra civile. “La contesa è padre di tutte le cose”, citazione di Eraclito, è, non a caso, l’incipit iniziale di Paesaggio con nemico. Un racconto in cui il compito di dar voce ai protagonisti spetta a dei frammenti tratti dai frammenti in greco antico del filosofo Eraclito. Un viaggio per immagini tra soldatini giocattolo, opliti, fotografie di partigiani che si muovono in oniriche distopie atemporali, tra macchine abbandonate, graffiti, macerie, ciò che resta di allucinati paesaggi urbani. Personaggi più simili ad antieroi che a guerrieri caratterizzati dalla pulizia e dalla purezza plastica che si è soliti associare all’arte ellenistica, a membri di bande di strada impegnati a contendersi gli spazi di immaginarie metropoli devastate da conflitti indefiniti. Guerrieri postmoderni la cui rappresentazione si avvicina alle stilizzazioni della scultura greca arcaica e della pittura vascolare, così come all’immaginario post-apocalittico. Lo stile di esecuzione rispecchia inoltre le tematiche affrontate: nelle tavole di Andrea Bruno, infatti, le figure sono rappresentate attraverso una sorta di lotta visiva fra i grovigli e le macchie d’ inchiostro che erodono il foglio da disegno e gli spazi bianchi la cui una luminosa potenza emerge dal nero.



Nato a Catania nel 1972, Andrea Bruno è fumettista e illustratore. I suoi lavori sono apparsi su numerose riviste e antologie, italiane e internazionali. Nel 2005 è tra i fondatori del gruppo Canicola, con il quale dà vita all’omonima rivista. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: l’albo ‘Black Indian Ink’, Centro Fumetto Andrea Pazienza,1999, ‘Disapperarer’, Coconino Press, 2001, i volumi ‘Brodo di niente’ Canicola, 2007, ‘Come le strisce che lasciano gli aerei’, Cocoino Fandango, 2012 sui testi di Vasco Brondi, pubblicati anche in Francia da Rackham editions, e il “leporello” in serigrafia della serie ‘Biblioteca onirica’, Alessandro Berardinelli Editore, 2013. Al momento sta completando ‘Cinema Zenit’, storia in tre episodi pubblicata sempre da Canicola. Ha esposto in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero. www.blackindianink.com

Orari mostra
16 e 17 settembre ore 9-23
18 settembre ore 9-21
dal 19 al 14 novembre: sabato e domenica ore 10-13 e 16-20 altri giorni su appuntamento

Per info
spaziomeme@gmail.com +39 3282188826

FRANKO B. Death and Romance in the XXI Century

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Palazzo Lucarini Contemporary | Trevi (PG)
Inaugurazione 24 settembre 2016 ore 19.00

Il 24 settembre 2016 alle ore 19.00 Palazzo Lucarini Contemporary presenta Death and Romance in the XXI Century, la prima mostra personale di Franko B in uno spazio istituzionale italiano dal 2010, a cura di Maurizio Coccia.

Sarà esposta la produzione più recente e appositamente realizzata per l’occasione: grandi sculture metalliche e statuaria (apparentemente) classica; teli ricamati e neon. Vi troveranno spazio tutti i temi cari all’artista: l’amore, il rispetto per la diversità, l’onestà, il disprezzo per le convezioni borghesi, l’insofferenza per l’ipocrisia del clero e della classe politica, antagonismo e pragmatismo, passione e lucidità. Insomma, tutte le contraddizioni dell’arte e del genere umano. La sintesi compatta e potente di un percorso pluridecennale e coerente.

All’interno della mostra, poi, Franko B svilupperà un progetto collaterale, Forms and Object: una mostra collettiva, da lui personalmente curata, dedicata ad alcuni artisti di varia provenienza. Eterogenea nei linguaggi e nelle scelte formali, la mostra è più lo specchio del gradimento estetico dell’artista che un progetto curatoriale “a tema”. Un modo insolito di vedere come l’immaginario creativo di un artista – le sue ossessioni, il suo repertorio formale – possa essere diverso dal suo “gusto”. Gli artisti invitati sono: Andrea Abbatangelo, James Bullimore, Marco Cingolani, Sebastiano Dammone Sessa, Giuseppe Lana, Andrea Marcaccio, Marco Paganini, Thomas Qualmann, Annalisa Riva.

Death and Romance in the XXI Century è un articolato progetto che ha preso il via il 29 settembre 2016 con il workshop “Death and Romance. A Journey Through the Personal, the Political and the Poetic. A Workshop with Franko B”, un laboratorio internazionale sulla performance che ha messo in contatto la radicale esperienza performativa di Franko B con l’habitat trevano.

I partecipanti al workshop - Öykü Aras, Sophie Barnett, Petr Davydchenko, Francesca Fiordelmonte, Matthew Harrison-Lor, Sarah Hiulius, Håkan Stergos Machlis, Silvia Mantellini Faieta, Christina Novakov-Ritchey, Dew Kim, Claudia Palazzo, Colette Patterson, Aarin Purple, Gianluca Quaglia, Emanuela Zedda – dopo una settimana di training estremamente duro, di grande concentrazione ed energia fisica ed emotiva, hanno presentato i risultati il 3 settembre 2016 davanti ad un pubblico gremito ed affascinato.

Death and Romance in the XXI Century sarà oggetto di un catalogo in inglese/italiano.

Il progetto si avvale del patrocinio del Comune di Trevi e del sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Sponsor tecnico: Azienda Agricola Cantina Ninni - Spoleto, Global servicesrl - Trevi.
Un ringraziamento all’Hotel Brunamonti di Bevagna e alle aziende olivicole Guidobaldi e Venturini.
Si ringrazia: Riccardo Dogana, Miriam Pascale_Kunsthalle Academy, Virginia Ryan.

In copertina: foto Riccardo Dogana

Franko B è nato a Milano e si è trasferito a Londra nel 1979. Ha studiato belle arti al Camberwell College of Arts nel 1986-87, al Chelsea College of Art nel 1987-90 e alla Byam Shaw School of Art nel 1990-91. Nel 1990 ha iniziato a lavorare in campo artistico utilizzando il video, la fotografia, le performance, la pittura e la scultura mescolando vari media. Ha realizzato delle performance al Tate Modern, all’ICA, alla South London Gallery, a Beaconsfield, a Città del Messico, Milano, Amsterdam, Copenhagen, Madrid e Vienna. Le più recenti performance sono state eseguite dall’artista al London’s Great Eastern Hotel e al Tate Liverpool. I suoi lavori, disegni, installazioni e sculture, sono presenti in molte collezioni pubbliche e private, tra cui la Tate Permanent Collection, il V&A Museum, la collezione permanente della città di Milano. Ha tenuto lecture alla St Martins School of Art, DasArt, New York University and the Courtauld Institute of Art, e al Royal College of Art a Londra. E’ stato oggetto di due monografie Franko B (Black Dog Publishing 1998) e Oh Lover Boy (2001). E’ professore di scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata dal 2009 e Visiting Lecturer al Royal College of Art di Londra. www.franko-b.com

TRHEE TRIPTYCHS. DAVID BATCHELOR, RACHEL HOWARD, HENRIETTA LABOUCHERE

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a cura di Mario Codognato

29 settembre 2016 – 12 novembre 2016

Inaugurazione giovedì 29 settembre 2016, dalle 19.00 alle 21.00
via Cavallerizza a Chiaia, 57, Napoli

La galleria per le arti contemporanee in Napoli Intragallery , in occasione dell'Opening della stagione espositiva 2016/2017, è lieta di presentare Three Triptychs, mostra a cura di Mario Codognato, visitabile dal 29 settembre al 12 novembre 2016 presso la sede di via Cavallerizza a Chiaia.
Inaugurazione giovedì 29 settembre alle ore 19.00 alla presenza degli artisti che espongono: David Batchelor, Rachel Howard, Henrietta Labouchere. I tre britannici presenteranno tre variazioni sul tema della tradizione compositiva del trittico: a confronto generazioni e percorsi diversi, legati però da un’interpretazione critica del medium pittorico, rivisitato in chiave architettonica e tridimensionale.
Con il Patrocinio Morale dell'Ambasciata Britannica.

Intragallery Galleria d'arte contemporanea a Napoli
Via Cavallerizza a Chiaia 57 . Napoli 80121 / +39 081 415702


pubblica: 

Damir Ocko. Year out of Shape

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La galleria Tiziana Di Caro ha il piacere di annunciare l'inaugurazione della nuova stagione espositiva con una mostra personale di Damir Ocko, intitolata "Year out of Shape", giovedì 15 Settembre alle 19:00. Si tratta della terza mostra dell'artista in galleria, e la prima nello spazio napoletano.
La mostra si costruisce intorno al concetto ed ai lavori di Studies on Shivering: The Third Degree, con cui Damir Ocko ha rappresentato la Croazia alla Biennale di Venezia del 2015, con un progetto che includeva l'eponimo film The Third Degree (2015), che sarà esposto alla mostra presso la galleria Tiziana Di Caro insieme con una nuova serie di altre opere correlate.
Il titolo Year out of Shape fa riferimento all'anno appena trascorso, che in un contesto globale è stato costellato da crisi politiche e insicurezze, ma che dal punto di vista personale dell'artista riflette gli effetti postumi del suo lavoro e della partecipazione alla Biennale.
Da tempo l'artista esplora i differenti vincoli sociali e le forme di repressione imposte sul corpo umano, in quanto entità fisica e sociale, analizzandone il potenziale politico e poetico. I nuovi lavori sviluppano tali idee su un livello formale e concettuale, al fine di riflettere sulle forme di potere, sulla fragilità, sulla violenza. L'artista esplora situazioni specifiche, luoghi e idee connettendoli ad un più ampio argomento.
L'allestimento della mostra si sviluppa su una costruzione site specific che si colloca nella sala centrale. È una forma poligonale che fa da supporto ad una serie di nuovi collages, ognuno dei quali corrisponde ad un mese dell'anno, come un calendario “immersivo” che disorienta e dà forma allo spazio, segnando una drammaturgia della mostra. Essa quindi si impone come struttura spaziale e temporale, come una sequenza cinematografica. Basati su sfondi di immagini come fotografie di produzione e still da film, i nuovi collage sono caratterizzati da ritagli difformi, macchie astratte e forme organiche colorate. La materialità e la mancanza di forma sono riconducibili alla scrittura automatica, con gesti intuitivi che generano forme indefinite, a loro volta relazionate ad una (auto)riflessione artistica, e con la necessità e (im)possibilità di inscrivere una narrazione inconcludente.
Il film The Third Degree (Il terzo grado) è proiettato nell'ultima sala. In esso l'artista si concentra sull'intensità di una narrazione visiva e sul teatro della crudeltà, contrapponendo scene di corpi nudi a scene in cui si vedono i membri della troupe riflessi in frammenti di specchi, mostrando ciò che accade dietro le quinte.
Inquadrando l'illusione di una ripresa continua, lentamente coreografata dai movimenti della camera cinematografica, la scena ci indirizza verso un ordine metanarrativo presente nei lavori di Ocko esposti in mostra. Nell'ultimo film Ocko insinua di implicazioni politiche e codici di controllo sociale, così come di punizioni, violenze, fragilità e resistenza. Rappresentando condizioni del corpo marginali ed estreme, come il tremore oppure le ustioni gravi, l'artista rappresenta l'inesprimibile.
Il film e i collage correlati esplorano l'idea di una estetica "del dietro le quinte" (backstage esthetics) - in quanto elemento formale e critico di decostruzione della realtà esposta e della finzione. In questa prospettiva la mostra è disegnata come un apparato da cui l'artista esplora il suo approccio al processo artistico, stabilendo uno spazio soggettivo di tensioni e rotture

Damir Ocko (1977) vive e lavora a Zagabria e dove si è diplomato all'Accademia di Belle Arti. Mostre Personali: DAZIBAO, a Montreal, Palais de Tokyo a Parigi, Künstlerhaus Halle für Kunst und Medien a Graz and Kunsthalle Dusseldorf, Temple Bar Gallery e Studios a Dublin. Ha preso parte a mostre collettive internazionali con istituzioni come il MUDAM a Lussemburgo, FRAC le Plateau, Württembergischer Kunstverein Stuttgart, Germany, Kunsthalle Vienna. Sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche come Louis Vuitton Foundation for Creation, CNAP – Centre national des arts plastiques di Paris, MUDAM in Luxembourg and FRAC le Plateau. Damir Ocko ha rappresentato la Croazia alla 56a Biennale di Venezia (2015) con una mostra personale dal titolo "Studies on Shivering / The Third Degree"

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Gallery Tiziana di Caro has a pleasure to announce the opening of the new exhibition season with a solo exhibition "Year out of shape" by Damir Ocko on Thursday, 15 September, 2015 at 7:00 P.M. It is the artist’s third exhibition with the gallery and it’s first exhibition at gallery’s premises in Napoli.
The exhibition builds up around the concepts and works behind Studies on Shivering: The Third Degree, which saw Damir Ocko representing Croatia at the 2015 Biennale di Venezia, including eponymous film work The Third Degree (2015). Exhibition at Gallery Tiziana Di Caro will include the artist’ film The Third Degree along with a new series of related works.
The title Year out of shape refers to a look back to a year that has passed. In a global context, it was a constellation of political crises and insecurity, while on a personal level the artist also reflects on the aftereffects of his work and participation at the Venice biennale.
As a long-term preoccupation artist has explored different social constraints and forms of repression imposed over the body as social and physical entity, exploring poetic and political potential, while new works further unfold such ideas on a formal and conceptual level, to reflect on forms of power, fragility, or violence. The artist investigates specific situations, sites and ideas by connecting them to broader, related subject matter.
Ocko’s presentation is developed as a site-specific construction of an exhibition display placed in the central room. It’s a polygonal form that acts as support to exhibit a series of new collages, each one corresponding to a Month of a year structured as an immersive calendar, while at the same time being an element to dis/orient and shape the gallery space and setting a dramaturgy of the exhibition. As a spatial set up such calendar is a device structuring temporality. It unfolds as a cinematic sequence. Based on photographic background of images such as production photographs and film stills, new collages are intervened on by a layer of cut-outs and misshapes; abstract shaped stains and colored organic forms. Their materiality and formlessness are in close relation to automatic writing, intuitive gestures and indefinite forms, referring to artistic (self) reflection and the need and (im)possibility to inscribe the inconclusive narrative.
The film The Third Degree is projected in a last room. In it the artist is focused on the intensity brought by a visual narrative and theatre of cruelty, juxtaposing scenes of the exposed body and the film crew reflected in broken fragmented mirrors, exposing the production site. Framing an illusion of a continuous take slowly choreographed the camera, the situation addresses a metanarrative order present in Ocko’s exhibited works. In his last films Ocko suggests political implications and codes of social control, along with punishment, violence, fragility and resistance. The film and related photo-collages explore the idea of a "backstage aesthetics"– as a formal and critical tool to deconstruct or expose reality and fiction. In this way the exhibition is shaped as an apparatus by which the artist explores his approach to the process of artistic production itself, establishing a subjective space of tensions and ruptures.

Damir Ocko (1977) lives and works in Zagreb. Graduate from the Academy of Fine Arts in Zagreb. Solo exhibitions: DAZIBAO, Montreal, Palais de Tokyo in Paris, Künstlerhaus Halle für Kunst und Medien in Graz and Kunsthalle Dusseldorf, Temple Bar Gallery and Studios in Dublin among other places. He took part in group exhibitions internationally with institutions MUDAM in Luxembourg, FRAC le Plateau, Württembergischer Kunstverein Stuttgart, Germany, Kunsthalle Vienna, among others. His works can be found many private and public collections such as Louis Vuitton Foundation for Creation, CNAP – Centre national des arts plastiques in Paris, MUDAM in Luxembourg and FRAC le Plateau among others.Damir Ocko represented Croatia at the 56th Venice Biennale with a solo exhibition "Studies on Shivering / The Third Degree".

Galleria Tiziana Di Caro
Piazzetta Nilo, 7
80134 Napoli - IT
ph. +39 081 552 5526

PREMIO PINO PASCALI XIX edizione. CHRISTIANE LÖHR

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PREMIO PINO PASCALI XIX edizione 

La Fondazione Museo Pino Pascali è lieta di annunciare l’artista vincitrice della XIX edizione del Premio Pino Pascali

CHRISTIANE LÖHR

Inaugurazione: 24 settembre 2016 ore 19

Sarà, inoltre, presentata una scultura inedita nell’ambito del progetto SAC - Art Open Air, che arricchirà il Parco delle Sculture della Fondazione.

Sabato 24 settembre 2016 alle ore 19 presso la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (Bari) si inaugura la mostra del XIX Premio Pino Pascali assegnato all’artista tedesca Christiane Löhr. La commissione composta dalla direttrice del Museo Rosalba Branà e dai critici Dobrila Denegri e Antonio Frugis ha così motivato la scelta:

“Christiane Löhr, protagonista del panorama internazionale, crea raffinate opere e installazioni con elementi della natura, utilizzando semi, gambi, foglie di diverse piante, o elementi organici come i crini di cavallo. Le impalpabili installazioni legate ai cicli stagionali della terra sono esili e fluttuanti architetture ambientali piene di energia vitale e partecipano allo spazio che le ospita infondendo senso di bellezza e armonia.”


Nel catalogo bilingue che racconta la mostra sarà inoltre presente un testo a firma del critico e curatore italo-russo Viktor Misiano. In mostra una serie di sculture, alcune delle quali realizzate appositamente per la mostra, e installazioni site specific, realizzate appositamente per il Museo Pino Pascali, che si snoderanno tra le pareti e il pavimento della sala centrale, giocando con la luce e con il colore, cui faranno da contraltare leggere architetture e trame in crine di cavallo, in un bilanciamento continuo tra levità e densità degli elementi utilizzati.

Inoltre, il Premio sarà l’occasione per presentare una scultura dell’artista, realizzata nell’ambito di Art Open Air (progetto SAC) che andrà ad arricchire il Giardino delle sculture’.
In questo contesto, le esili architetture effimere che l’artista generalmente realizza con elementi naturali e materia organica incontreranno prima la ceramica e poi la materia eterna del bronzo. Posizionata sul panoramico terrazzo della Fondazione, l’opera, nelle intenzioni dell’artista, muterà a seconda dei cambiamenti climatici e degli agenti atmosferici che interverranno sulla scultura nella sua esposizione quotidiana all’esterno; saranno infatti acqua, vento, pollini a trasformarla nel tempo.

Da molto tempo sto riflettendo su visibile/non-visibile. Spiega Christiane Löhr. Per questo lavoro mi sono riferita ad un’opera che avevo realizzato durante una borsa di studio a Parigi tra il 1999 e il 2000. In quel periodo avevo scoperto la ceramica asiatica e lavorando con la creta volevo capire come una forma si apre verso il cielo e come tocca il suolo. Il punto di partenza delle dieci sculture che comporranno l’installazione al Museo Pascali sono le forme geometriche. Ognuna è modulata con un gesto semplice, diretto e ripetitivo, puntando verso la dissoluzione e disgregazione del materiale.

***
Nata a Wiesbaden, Christiane Löhr vive e lavora tra Colonia e Prato. Ha studiato con Jannis Kounellis alla Kunstakademie di Düsseldorf. Il suo lavoro è stato recentemente esposto alla Kunsthaus Baselland di Basel, che le ha dedicato un’importante mostra personale. Ha partecipato a numerose mostre e Biennali, tra cui la celebre edizione 49. della Biennale di Venezia, curata da Harald Szeemann. Le sue opere sono collocate in prestigiose collezioni private e pubbliche e ha partecipato a mostre in importanti istituzioni tra cui il Vangi Sculpture Garden Museum a Shizuoka in Giappone, la collezione Panza di Biumo a Varese, il Kunstmuseum Bonn, il Museum of Arts and Design di New York, il National Centre for Contemporary Arts NCCA di Mosca, la Fundació Pilar i Joan Miró a Palma de Mallorca, la Fattoria di Celle, la Collezione Gori a Pistoia.
***

Nel basement della Fondazione Pino Pascali è possibile visitare una ricognizione storica sul Premio Pino Pascali dal 1997 - anno in cui l’iniziativa fu ripristinata, dopo vent’anni di interruzione, per volere della direttrice del Museo, Rosalba Branà - fino ad oggi. Riprendendo fedelmente il regolamento originario redatto da Palma Bucarelli, il Premio viene assegnato ogni anno ad un artista o ad un personaggio del mondo dell’arte e di respiro internazionale scelto, tra una rosa di nomi proposti, da una commissione di esperti, storici e critici d’arte, nominata anno per anno dalla direttrice del Museo. Il premio Pino Pascali è stato conferito dal 2015 al 1997 a: AES+F (2015), Fabrizio Plessi (2014), Mat Collishaw (2013), Nathalie Djurberg (2012), Bertozzi e Casoni (2011), Jake & Dinos Chapman (2010), Jan Fabre (2008), Adrian Paci (2007), Lida Abdul (2006), Studio Azzurro (2005), Marco Giusti (2003), Giovanni Albanese (2002), Achille Bonito Oliva (1997).

Si ringrazia Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea che rappresenta Christiane Löhr in Italia
Premio Pino Pascali, XIX edizione – Christiane Löhr
Commissione: Rosalba Branà, direttrice Museo Pino Pascali, Dobrila Denegri, Antonio Frugis. Testo in catalogo di Viktor Misiano.

Inaugurazione: 24 settembre alle ore 19
La mostra rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2017.
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13 / 17-21. Lunedì chiuso.

Tel. 080.424.9534 - 333.2091920

(La biglietteria chiude mezz'ora prima del museo - biglietto 2 euro più eventuali riduzioni a chi ne ha diritto).

FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI

VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) - PH/fax: +39 080 4249534


press: Santa Nastro +39 3928928522

snastro@gmail.com


Deborah Kass: Art Histories | Paul Anthony Smith: Blurred Lines

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Deborah Kass: Art Histories

Deborah Kass
SEPTEMBER 22 | NOVEMBER 12, 2016
Opening September 22, 2016 from 7-9 pm

Brand New Gallery is pleased to present Deborah Kass: Art Histories, the artist’s first solo show in Italy. The exhibition will feature a group works from the most interesting series the artist realized during her long career.

In 1992 Kass began The Warhol Project. Using Andy Warhol’s technical and stylistic language to represent figures in many cases no less iconic, Kass nevertheless turned Warhol’s ambivalent relationship to popular culture on its head by choosing subjects that had an explicitly personal and political relationship to her own cultural interests. Kass painted artists and art historians that were her “heroes” in the vein of Warhol’s celebrities. Her My Elvis series speaks to gender and ethic identity by replacing Warhol’s Elvis with Barbra Streisand from "Yentl": a 1983 film in which Streisand plays a Jewish woman who dresses and lives as a man in order to receive an education in the Talmudic Law. In My Elvis, Kass states her concerns about gender relations, promotes feminist advocacy in society, and directly challenges patriarchy.

Kass’s Self Portraits as Warhol nod to the act of drag performed in her all appropriation of Warhol’s work (Blue Deb, 2000).

In The Jewish Jackie Series (1992–93), Kass borrowed Warhol’s checkerboard-like compositions and inserted in the rectangles repeated Barbra Streisand (a photograph of whose head in profile with the nose held high) in place of his Jackies, Marilyns, or Judys.

In 2002, Kass began a new body of work, Feel Good Paintings for Feel Bad Times, inspired, in part, by her reaction to the Bush administration. These works combine stylistic devices from a wide variety of post-war painting, including Ellsworth Kelly, Frank Stella, Jackson Pollock, Andy Warhol, and Ed Ruscha, along with lyrics by Stephen Sondheim, Laura Nyro, and Sylvester, among others, pulling from popular music, Broadway show tunes, the Great American Songbook, Yiddish, and film. The paintings view American art and culture of the last century through the lens of that time period’s outpouring of creativity that was the result of post-war optimism, a burgeoning middle class, and democratic values. Responding to the uncertain political and ecological climate of the new century in which they have been made, Kass’s work looks back on the 20th century critically and simultaneously with great nostalgia, throwing the present into high relief. Drawing from the divergent realms of art history, popular culture, political realities, and her own political and philosophical reflection, the artist continues into the present the explorations that have characterized her paintings since the 1980s in these new hybrid textual and visual works.

Deborah Kass has recently declared her support for Democratic presidential contender Hillary Clinton with a bold, Andy Warhol-style artwork. Under the face of Donald Trump, Kass has scrawled the words “Vote Hillary.” The work mimics Warhol’s iconic screenprint Vote McGovern (1972), where the title words, urging viewers to support Democratic presidential nominee George McGovern, appear under the face of Republican incumbent Richard Nixon. Vote Hillary was produced to raise funds for the Clinton campaign, along with another edition by her fellow renowned artist and Hillary supporter, Chuck Close.

Deborah Kass
(b. 1952, San Antonio, TX) lives and works in Brooklyn, NY.
Kass’s work is in the collection of the Museum of Modern Art, the Whitney Museum of American Art, The Jewish Museum and the Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Museum of Fine Arts, Boston; The New Orleans Museum of Art, and the National Portrait Gallery, among others.
Recent solo exhibitions include Smile!, Shin Gallery (New York, NY, 2016); No Kidding, Paul Kasmin Gallery (New York, NY, 2015); OY/YO, Brooklyn, Bridge Park (Brooklyn, NY, 2015); Deborah Kass: Feel Good Paintings for Feel Bad Times, Arthur Roger Gallery (New Orleans, LA , 2014); My Elvis +, Paul Kasmin Gallery (New York, NY, 2013); Deborah Kass: Before and Happily Ever After, a Mid-Career Retrospective, Andy Warhol Museum (Pittsburgh, PA, 2012). Recent group shows include: A Deeper Dive, Leslie Lohman Museum of Gay and Lesbian Art (New York, NY, 2016); Art Aids America, Bronx Museum, Bronx (NY, 2016); No Man’s Land, Women Artists from the Rubell Family Collection, The Rubell Family Collection (Miami, FL, 2015); Eye Pop: The Celebrity Gaze, National Portrait Gallery, Smithsonian Institute (Washington, DC, 2015); Art Aids America, Tacoma Museum (Tacoma, WA, 2015); Kanibalizm? Cannibalism? On Appopriation in Art, Zacheta-National Gallery of Art (Warsaw, PL, 2015); Global Positioning Systems, Pérez Art Museum (Miami, FL, 2014); I, You, We, The Whitney Museum of American Art (New York, NY, 2013); Beg, Borrow, and Steal, Palm Springs Art Museum (Palm Springs, CA, 2013); Regarding Warhol: Sixty Artists, Fifty Years, The Metropolitan Museum of Art (New York, NY, 2012); We The People, The Rauschenberg Foundation (New York, NY, 2012); Larger Than Life: A Century of Hollywood, Jewish Museum (Wien, AT, 2012).

In 2014, Kass was inducted into the New York Foundation for the Arts’ Hall of Fame. She is a member of the Board of the Andy Warhol Foundation and is Senior Critic of the Yale University MFA Painting Program.



Blurred Lines
Paul Anthony Smith
SEPTEMBER 22 | NOVEMBER 12, 2016
Opening September 22, 2016 from 7-9 pm

Brand New Gallery presents Blurred Lines, Paul Anthony Smith’s first European solo show. The exhibition will feature a group of large-scale paintings from Smith’s most recent body of work.

In Blurred Lines, Smith employs the use of drawing, layering cinderblocks to create walls of blurred lines. Smith continues the exploration of image manipulation, camouflaging ideas of nostalgia: how images are broken down into pixelated color blocks as a disguise to form walls.

His process started with 6 large photographs, which have been used in previous works. He painted cinder blocks on the photographs themselves —drawing with oil sticks, choosing colors corresponding to the photographs (in effect, turning a digital pixel into a handmade, expressive gesture). Then, using these prints as reference sketches, he recreated the cinder block pattern in the same colors drawing on canvases with a painted underlayer of white, blue, or bright yellow. This yellow color is of special significance to Jamaican cultures, notably the mango, commonly found on trees throughout the island. If someone has a mango tree, they will put any extra fruit out on their fence, often cinder block walls, for any passersby to take — making it a symbol of community in Jamaica, as opposed to its status as an expensive luxury item in the developed world.

Many of the bricks are black — however, they are all different shades of black (mixed with reds, greens, etc.), and this subtlety is hard to perceive on first glance.

Smith is very aware of the political overtones. The title “Blurred Lines” refers to both his mark-making as well as the blurred distinctions in contemporary culture and politics — including gun laws, tragedies across America, and ongoing immigration laws concerning the US-Mexico border.


Paul Anthony Smith
(b. 1988, St. Ann’s Bay, JM) lives and works in Brooklyn, NY.
Paul Anthony Smith received his BFA from the Kansas City Art Institute.
His work will be featured in two group shows this fall: at the Next Wave: New Photography show at BAM of Brooklyn, New York; and at the PM/AM Gallery of London, UK. Recent solo exhibitions: On the Wall: Paul Anthony Smith, Providence College (Providence, RI, 2016); Yellow Tail Never Kick Rocks, Zieher Smith & Horton (New York, NY, 2015); Real Art Ways (Hartford, CT, 2014). Recent group exhibitions: Jamaican Pulse: Art and Politics from Jamaica and the Diaspora, Royal West Academy (Bristol, UK, 2016); Disguise: Masks and Global African Art, Brooklyn Museum of Art (Brooklyn, NY, 2016); Every Semester, Belger Arts Center (Kansas City, MO, 2016); Reality of my surroundings: The Contemporary Collection, Nasher Museum of Art (Durham, NC, 2015); Disguise: Masks and Global African Art, Seattle Museum of Art (Seattle, WA, 2015); Concealed, The Studio Museum Harlem, (New York, NY, 2015).

Notable collections include the Nasher Museum of Art at Duke University (Durham, NC), the Nerman Museum of Contemporary Art (Overland Park, KS), the Pilara Foundation Collection - Pier 24 Photography (San Francisco, CA), and the 21c Museum (Louisville, KY).


BRAND NEW GALLERY

via Carlo Farini 32, 20159 Milano (Italy)
Tel +39.02.89.05.30.83 Fax +39.02.89.05.31.67

OPENING TIMES

Tuesday-Saturday: 11.00-13.00 I 14.30-19.00
July: Monday-Friday: 14.00-19.30

Bianco-Valente. Parola seme

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Giovedì 22 settembre 2016, dalle 18 alle 20,30, la galleria Davide Gallo, sita in via Farini 6, secondo cortile, ha il piacere di inaugurare la mostra “Parola seme”, personale del duo Bianco-Valente.

Il tema sviluppato nella mostra, è la conseguenza di un’analisi che negli ultimi anni gli artisti hanno condotto sulla relazione tra parola, segno e suo contenuto visivo.
Già nelle opere “Constellation of Me” per l'ISP 2014 del Whitney Museum, “Cosa manca”, “Il mare non bagna Napoli”, “Ogni dove” e “Towards You” gli artisti affrontavano la questione, sempre aperta, del rapporto tra linguaggio visivo e una condizione psicologica e sociale più profonda, rispetto a quella che si potrebbe immaginare ad un’analisi di superficie.
In “Constellation of Me”, Bianco-Valente chiedono agli abitanti di Chelsea, a New York, di descrivere il quartiere prima che questo diventasse un distretto del lusso, dell’arte e della moda. Ne esce fuori una mappatura sociale che è anche l’insieme di percorsi esistenziali, letteralmente scritta dagli stessi abitanti, sulle pareti di The Kitchen, al Whitney Museum. Una costellazione che è quindi un viaggio nel tempo, nella trasformazione sociale ed umana del luogo. Anche in “Cosa manca” il linguaggio è strumento di analisi sociale, e di indagine umana. Gli artisti infatti chiedono agli abitanti di Roccagloriosa, un antico borgo del Cilento che si sta spopolando, "cosa manca" affinché quel luogo possa tornare a vivere. “Il mare non bagna Napoli”, “Ogni dove” e “Towards You”, sono semplici scritte in ferro. La parola qui diviene strumento di connessione tra esperienza umana, e luoghi geografici.
Date queste premesse, meglio si comprende la recente produzione di "Parola seme", dove Bianco-Valente utilizzano le parole per ricostruire l’esperienza umana di persone che non hanno mai conosciuto. Vecchie fotografie, frammenti di vita di persone sconosciute, sono il punto di partenza per una ricerca nello spazio e nel tempo, in cui l’esperienza degli artisti si confonde a quella dei soggetti raffigurati. Il viaggio ha un valore fondamentale, capace di tracciare una mappa di geografie e vite sconosciute. L'immagine fotografica è evocata attraverso la parola, che diventa strumento di relazione tra l’artista, il pubblico e i soggetti narrati. Le parole sono come semi, che fanno germogliare immagini diverse. In questo modo l’atto della creazione viene affidato all’osservatore, che diviene creatore della sua immagine, della sua visione del mondo. Il valore dell’immaginazione creativa esce accresciuto, così come é accresciuto il potere della parola, considerata l’unico strumento che l’arte ha per raccontare ed analizzare se stessa.

La galleria rispetta i seguenti orari: dal 23 settembre al 1° ottobre, orario continuato dalle 10 am alle 10 pm, incluse domeniche e lunedì. Dal 4 ottobre al 29 ottobre, su appuntamento.

Thursday, September 22, 2016, from 18 to 20.30, Galleria David Gallo gallery is pleased to open "Seme parole" a solo show of the duo Bianco-Valente.

The theme developed in the exhibition is the result of an analysis that in recent years the artists have done on the relationship between work, sign and its visual content.
Already in works like “Constellation of me” made for l'ISP 2014 at Whitney Museum, “Cosa manca”, “Il mare non bagna Napoli”, “Ogni dove” e “Towards You”
Bianco-Valente, deal with the question, always open, of the relationship between visual language and a social and psychological condition deeper than it could appear on the surface of the facts.
For the art work “Constellation of Me”, Bianco-Valente ask to the residents of Chelsea, in New York, to describe the neighborhood before it became the luxury district of art and fashion.
What emerges is a social map, that is also the set of existential paths, literally written by the people of Chelsea on the walls of The Kitchen, at Whitney Museum. A constellation that is therefore a journey through time, through social and human transformation of the place.
Also in the piece “Cosa manca”, language is a medium of social analysis and human investigation.
The artists in fact, ask to the people of Roccagloriosa, an ancient village in Cilento that is depopulated, "what is missing to the place" to let it goes back to life.
“Il mare non bagna Napoli”, “Ogni dove” and “Towards You”, are simply written in iron. The word becomes connection between human experience, and geographic locations.
Following these premises, we can better understand the recent production of "Parola seme", where Bianco-Valente are using words to reconstruct the human and existential experience of people who have never known.
Old photographs, fragments of life of unknown people, are the starting point for a research in space and time, where the experience of the artists is confused with that of the persons depicted in the images.
The travel has a fundamental value, able to draw a map of geographies and unknown lives. The photographic image is evoked by the word, that becomes instrument of relationship between the artist, the audience and the subjects of the photos.
Words are like seeds that germinate different images. Therefore the act of creation is entrusted to the observer who becomes the creator of his own image, his vision of the world.
In this way, the creative imagination becomes increased, as it is also increased the power of the word, considered the only instrument that art has to tell and analyze itself.

The Gallery will be open from September 23rd to October 1st, full time, from 10 am to 10 pm, including Sunday and Monday. From Tuesday October 4th, to October 29 only by appointment.

Keziat | The invisible ink

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Chulalongkorn University Museum
BANGKOK, THAILANDIA

30 settembre 2016 ore 17,00

Keziat | The invisible ink
a cura di Sabiana Paoli

In occasione della Festa Italiana a Bangkok (Thailandia) si conclude il ciclo di mostre Hybrids dell'artista Keziat, inaugurato per la prima volta lo scorso febbraio al Mat Museo Alto Tavoliere di San Severo, esposto oltreoceano per la seconda tappa americana (Società Dante Alighieri di Miami) e, nuovamente in Italia in mostra nel bellissimo spazio espositivo del Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), Hybrids si appresta a essere presentato e accolto in un’ultima tappa estera. La mostra dal titolo “The invisible ink” a cura di Sabiana Paoli, inaugura presso il Chulalongkorn University Museum, dal 30 settembre al 21 ottobre 2016. L’esposizione è inserita nel programma del prestigioso festival italiano organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Bangkok; manifestazione di prestigio che porta ogni anno i migliori artisti italiani in Thailandia. Hybrids, secondo ciclo espositivo internazionale di Keziat segue quello del 2012-2014 intitolato Visionaria, con mostre al MAT, Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo (Foggia), Casa Italiana Zerilli-Marimò di New York, Centro Culturale Elsa Morante di Roma, Sabiana Paoli Art Gallery di Singapore e all’Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam.

“Nel suo stile inconfondibile, l’artista si abbandona a un viaggio immaginario, alla ricerca dell’autenticità dell’essere umano, evocando immagini e personaggi rubati all’infanzia; Keziat indica un percorso catartico per semplificare e rendere leggibile quel disordine interiore che attanaglia l’uomo, divenuto schiavo delle strutture sociali e tecnologiche.” Sabiana Paoli

Hybrids è un progetto Violipiano Visual, realizzato in collaborazione con il MAT – Museo dell’Alto Tavoliere di San Severo, il Comune di San Severo, la Società Dante Alighieri di Miami (Usa), il Consolato d’Italia a Miami (Usa), il Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), il Comune di Frascati (Roma), l’Ambasciata d’Italia a Bangkok.



Scheda tecnica:
Chulalongkorn University Museum, BANGKOK, THAILANDIA
Keziat| The invisible ink
A cura di Sabiana Paoli
30 settembre – 21 ottobre 2016
Inaugurazione: 30 settembre 2016 ore 17:00



ITALIAN FESTIVAL IN THAILAND
& Chulalongkorn University Museum


ITALIAN FESTIVAL IN THAILAND programma dettagliato





Evento promosso dall’Ambasciata Italiana a Bangkok (Thailandia)
Organizzazione:
Italian Festival in Thailand
Chulalongkorn University Museum
Violipiano Visual


Press office
Amalia Di Lanno


Hybrids è un progetto Violipiano Visual

In collaborazione con
MAT Museo dell’Alto Tavoliere, San Severo (Foggia), Italia
Comune di San Severo (Foggia), Italia
Consolato d’Italia a Miami, Usa
Società Dante Alighieri, Miami, Usa
Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini, Frascati (Roma), Italia
Comune di Frascati (Roma), Italia
Studio 7 arte contemporanea, Rieti (Italia)
Italian Festival In Thailand
Sabiana Paoli art gallery, Singapore
Ambasciata d’Italia a Bangkok, Thailandia

IL MONOTIPO: FORME PROVE INVENZIONI

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Luisa Elia Monotipo 2016. Inchiostro su carta

SPAZIOTEMPORANEO
via Solferino 56
20121 Milano
tel 39-026598056
e-mail: spaziotemporaneo@tiscali.it

in collaborazione con

IL TRIANGOLO NERO
Cso Cento Cannoni 16
15121 Alessandria
e-mail: triangolo.nero@libero.it

presenta

IL MONOTIPO: FORME  PROVE  INVENZIONI

La mostra si inaugura

Martedì 20 settembre ore 18:30

L'associazione culturale 'Il Triangolo Nero' ha sempre mostrato attenzione e curiosità particolari nei confronti di una tecnica, la 'monotipia', forse non molto considerata e conosciuta ai più, ma ricca, a ben guardare, di frequentazioni di livello eccelso. A tal proposito ricordiamo al Triangolo soprattutto tre autori, Gallizio, Morando e Simondo le cui mostre furono incentrate proprio sulle loro 'impressioni' monotipiche e anche le altrettanto interessanti 'mostre a due' di Fonticoli-Morandi e Forster-Magrini.

Per monotipo si intende generalmente una stampa, tirata in esemplare unico, di un disegno o dipinto eseguito dall'artista su una lastra metallica (ma non si dimentichino i classici monotipi ad olio su vetro!) con inchiostro calcografico, colori ad olio, o altro ancora, e trasportato sul foglio di carta mediante la pressione di un torchio o della semplice pressione manuale. Da questo assunto tecnico si sono dipanate, nel tempo, molte ricerche e varianti, con l'introduzione di innovazioni esecutive e riprese con ulteriori azioni creativo-correttive, che hanno permesso ad una tecnica 'di nicchia' di diventare solida e foriera di novità fresche e inventive nel panorama della pittura contemporanea.

Sei, in ordine alfabetico, sono gli artisti presenti in questa piccola rassegna al Triangolo Nero, che mettono a confronto le loro intuizioni creative all'insegna della 'improntazione' monotipica-pittorica: GIANNI BARETTA, LUISA ELIA, PAOLA FONTICOLI, REBECCA FORSTER, MARCO MAGRINI, ALBANO MORANDI.

Questo sestetto di artisti si caratterizza, a grandi linee, per una equa e suddivisa presenza di scultori e pittori.

Nel primo gruppo, in cui prevale di più l'idea disegnata, Luisa Elia interpreta il monotipo con l'utilizzo prevalente di un segno che deriva dalle evoluzioni plastiche di una matassa di stoppa filamentosa immersa in misteriose coloriture monocrome. Rebecca Forster, con una serie di carte interrelate dal suggestivo titolo di  'Mappare il sole' sperimenta l'incontro luminoso e lieto tra impressione linoleografica e acrilico a spruzzo. Marco Magrini 'danza' con eleganza disegnativa, usando piccoli timbri di gomma e frammenti a collage, nel tessere 'Piccoli mandala degli insetti impazziti' mettendo in discussione con spiritosa ironia i canoni della monotipia tradizionale.

Il secondo gruppo è formato da artisti che hanno in comune una pratica della pittura, condivisa soprattutto per scelte legate ai modi e ai tempi dell'astrazione e del segno. Rigorosi e strutturalmente definiti, con architetture memori di delineate geometrie, sono  i monotipi impressi da Albano Morandi, caratterizzati anche da interventi con stampini da stoffa oltre che da colori composti da impasti anomali. Paola Fonticoli, con la consueta eleganza formale, inventa anche lei geometrie curve e fluide che grazie ad interventi successivi alla stampa al torchio, assumono valenze cromatiche ed equilibri compositivi molto vicini alla perfezione. Gianni Baretta utilizza la monotipia, memore di una consistente esperienza calcografica, per continuare ad indagare sul segno e sul colore e inventa una serie di 'partiture' in cui le emozioni emergono da un preciso retroterra di interessi poetico-musicali.



La mostra termina il 17 ottobre 2016

SPAZIOTEMPORANEO è aperto dal martedì al sabato dalle 16:30 alle 19:30




Domingo Milella. Solitario

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Il 30 settembre, alle ore 19, la galleria Doppelgaenger presenta Solitario, prima mostra personale in Italia dell’artista Domingo Milella.
“[…] il soggetto del mio lavoro è il tempo, la memoria e la smemoratezza, l’ignoranza, la bellezza e la violenza. L’ironia e la brutalità del Tempo”. Solitario racconta l’investigazione di Domingo Milella - viaggiatore attraverso il tempo e lo spazio - sul dialogo tra uomo e natura. Le fotografie di Milella, insistenti testimonianze sullo stratificarsi degli interventi che la cultura impone alla superficie del mondo, rappresentano squarci stranianti sull’essenza dell’agire umano che, nelle sue manifestazioni di estrema artificialità, appare tuttavia come incessante fenomeno di natura. In mostra l’artista espone un prisma sviluppato su grande superficie in 190 lavori, mappa visiva degli ultimi 15 anni del suo lavoro.

Domingo Milella è nato nel 1981 a Bari, dove ha vissuto fino all’età di 18 anni. Dopo essersi trasferito a New York, ha studiato fotografia alla School of Visual Arts sotto la guida di Stephen Shore. Thomas Struth è stato per lui un mentore che ha profondamente influenzato il suo lavoro. Attualmente vive fra Bari e Londra. Per lavoro ha raggiunto siti come Città del Messico, l'Egitto, la Sicilia, la Scandinavia, la Tunisia, e la Turchia. I suoi lavori sono stati esposti alla galleria Brancolini Grimaldi (Londra), Tracy Williams (New York), al Foam Museum di Amsterdam, alla 54° Biennale di Venezia e ai Rencontres della fotografia di Arles. Nel 2016 i suoi lavori sono visibili al pubblico presso la Margulies Collection a Miami, e Borusan Contemporary, Istanbul.

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On September 30th, at 7 p.m., Doppelgaenger gallery opens Solitario, first personal exhibition in Italy for the artist Domingo Milella.
“[…] the matter of my work is time, memory and forgetfulness, illiteracy, beauty and violence. The irony and the brutality of Time”. Solitario tells about Domingo Milella’s investigation, as a traveller in time and space, on the dialogue between man and nature. Milella’s photographs, incessant proof of the stratification of the interventions that our culture imposes on the surface of Earth, depict dazing and sudden gashes on the real human existence, which appears - as a paradox in its manifestations of extreme artificiality - as a huge, continuous natural phenomenon. The artist exposes in the exhibition a prism developed on a wide surface, in 190 works, a visual map of the last fifteen years of his work.


Domingo Milella was born In 1981 in Bari , where he lived till he was 18. After moving to New York he has studied photography at the School of Visual Arts, under Stephen Shore. Thomas Struth had been his mentor, who widely influenced his work. Currently he lives in Bari and London. Due to his work, he reached places such as Mexico City, Egypt, Sicily, Scandinavia, Tunisia, and Turkey. His works had been exposed at Brancolini grimaldi gallery (London), Tracy Williams gallery (New York), FOAM (Amsterdam), at the 54th Venice Biennale and at the Photography Rencontres in Arles.
In 2016 his works has been exposed at the Margulies Collection in Miami, and at Borusan Contemporary in Istanbul.

Doppelgaenger
Palazzo Verrone - Bari
T. +39392 820 3006

Driton Selmani. My Country on my back

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Exchiesetta è lieta di ospitare la prima personale italiana dell’artista kosovaro Driton Selmani (Ferizaj, 1987) a cura di Roberto Lacarbonara.

Un’installazione ambientale ostica ed evocativa, legata alla ricerca socio-politica del giovane artista di Prishtina. Ogni elemento è inserito nel prezioso contesto della chiesa di Santo Stefano attraverso una deliberata, instabile sospensione. Alcuni coltelli di fabbricazione artigianale, legati ad un filo teso al di sotto di grandi palloni neri fluttuanti nello spazio, suggeriscono l’irrisolta ambiguità degli attuali modelli di convivenza civile, politica e religiosa. Il pugnale, infatti, alludendo ad una perenne lotta di sopravvivenza, annulla le distanze tra i corpi e si traduce in un conflitto materiale, fisico, carnale. La sua “gravità”, trattenendo l’uomo in uno stato di atavica bestialità, è la ragione di ogni inerzia, di ogni fallimento nel tentativo di emancipazione e di affrancamento dalla violenza.
Il titolo dell’opera, My Country on my back, esprime inoltre una condizione di tradimento e una profonda sensazione di sfiducia provata dal popolo kosovaro, reduce dalle drammatiche lotte per l’indipendenza e tutt’oggi attraversato da manifestazioni antigovernative, crisi economica e minacce di infiltrazione terroristica. Un Paese che, “alle nostre spalle” sembra essere sul punto di pugnalarci e offendere la nostra dignità, è un Paese che non può volare né guardare in alto, che continuamente torna ad espiare i propri lutti e temere per le proprie libertà. E questo Paese, raccontato da Selmani con i palloni neri che oscurano il ricordo delle feste e l’euforia dei giochi d’infanzia, non è che una terra prossima e fraterna, di là dell’Adriatico e della piccola chiesa medievale di Polignano a Mare.
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Exchiesetta is glad to host the first solo show by the Kosovan artist Driton Selmani (Ferizaj, 1987), curated by Roberto Lacarbonara.
This irksome and evocative land art installation is the result of the young artist's socio-political research. Every element is deliberately and unstably suspended in the precious surrounding of the Church of Saint Stephen. Handcrafted knives are tight to stretched ropes under some big black balloons floating in space. This image recalls the unresolved ambiguity of the current models of civil, political and religious society. The dagger, in fact, hints at a constant fight to survive, it does away with distances between bodies and translates into a material and physical conflict. Its “gravity” lays in the fact that it keeps men in a state of primordial brutality. It is the reason behind all expressions of indifference, behind every failed attempt at freeing society of violence.
The title of the artwork, My Country on my back, also conveys the feeling of betrayal and deep mistrust felt by Kosovan people, who have just experienced the dramatical fights for independence and who are still today living through anti-government demonstrations, an economic crisis and the threat of terrorism. This is a Country that, “behind our backs”, seems to be on the verge of stabbing us and of offending our dignity. It is a Country that cannot fly nor look up, which constantly suffers its losses and fears for its freedoms. Selmani’s black balloons throw a shadow on the memory of parties and childhood games. This country on the other side of the Adriatic Sea and of the small medieval church in Polignano a Mare, is not a close and friendly land.

Driton Selmani
Nato a Ferizaj, Kosovo (1987). Vive e opera a Prishtina.
Mostre recenti
2016 Young and emerging art scene from Kosovo, Lukas Feischtner Galerie, Vienna, Austria
2015 Parallel Sprawl , Modelariumi i Arkitektures, Modelariumi i Arkitektures, Kosovo.
Panorama, Tulla Culture Center, Tirana, Albania
2014 Daf/ Def/ Deaf, AfG, Vienna, Austria
Praise of Doubt, Onufri Prize XX, National Art Gallery, Tirana, Albania
Here.Now.Where? A participatory project of sonic ambulation in Marrakesh taxis, 5th Marrakesh Biennial, Marrakesh, Morocco.
Anonymous lives, Batman Üniversitesi, Batman, Turkey.
2013 Alternative Nomadi, Fabbrica del Vapore, Milan, Italy
Strange things happening in the Neighbourhood, Hotel Gracanica, Prishtina.
Monumental Sculptures from Yugoslavia in Kosovo, Stacion Center for Contemporary Art, Prishtina, Kosovo.
Errors Allowed, Mediterranea 16 Young Artists Biennial, Ancona, Italy.
2012 I am what I used to be, Studio 5 Arts University Bournemouth, Bournemouth, United Kingdom.
Sex Lives of the Poor and Unknown, Polymer Culture Factory,, Tallin, Estonia.
Dust, The Gallery, Arts University Bournemouth, United Kingdom.



Driton Selmani. My Country on my back
a cura di Roberto Lacarbonara
Vernissage: Venerdì 7 ottobre 2016, ore 19.00
Mostra visibile 24/24 h, dal 7 ottobre al 6 novembre 2016
Exchiesetta, vico Santo Stefano, Polignano a Mare
Info: 334 7921142, www.exchiesetta.com / info@exchiesetta.com

L’enigma della Bellezza | Forma e Contenuto

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Evento espositivo a cura di Barbara Martusciello: "L’enigma della Bellezza | Forma e Contenuto" _ Installazioni e mixed media: Luca Capuano, Pietro Fortuna, Simone Racheli, Virginia Ryan, Lapo Simeoni, Alessandro Valeri; Fotografia: Elio Di Girolamo, Franz Gustincich, Guido Laudani, Annamaria Mazzei, Claudio Nardulli, Claudio Orlandi; Gif animate: Chiara Pellicano

Inaugurazione: sabato 24 settembre 2016, ore 18.00
Terme di Salice, Godiasco Salice Terme (PV)

L’enigma della Bellezza | Forma e Contenuto è una mostra tematica – a cura di Barbara Martusciello – che si articola all’interno delle magnifiche Terme di Salice a Godiasco Salice Terme. La località, che si trova in quella parte della provincia di Pavia tra Piemonte ed Emilia-Romagna nota come Oltrepò Pavese, divenne una raffinata stazione di sosta già nell’Ottocento e, negli anni Venti e Trenta del Novecento, vide soggiornarvi turisti eccellenti. Illustri personalità tra le quali la poetessa Ada Negri e il futurista Filippo Tommaso Marinetti, come altri ospiti apprezzavano i benefici delle acque sulfuree della fonte Mont’Alfeo, tra le più ricche d’idrogeno solforato d’Italia, e di quella salsobromojodica della fonte Sales, entrambe presumibilmente conosciute e usate già in epoca romana. Gli ospiti delle Terme erano attenti alla propria salute e a una ritrovata bellezza che molto dipendeva anche dal fulgore dei luoghi, tra i quali il parco secolare, e da una predisposizione d’animo che permetteva alla mente di ricaricarsi e di ritrovare vigore e al corpo di trarre benefici e colmarsi di nuovo allure. Quelle connessioni e la memoria di tale milieu culturale trovano un ideale compimento oggi, nella collettiva presentata negli interni dell’attuale edificio termale. Non è un caso che L’enigma della Bellezza | Forma e Contenuto tragga ispirazione da impulsi letterari e poetici: dalla frase del grande scrittore e filosofo russo, Fëdor Dostoevskij, “La bellezza, è un enigma”; o dalla saggia riflessione del filosofo cinese Confucio, “Ogni cosa ha la bellezza, ma non tutti la vedono”. I due assunti confermano un intendimento della Bellezza come misterioso insieme di Forma e Contenuto – appunto –, di Estetica ed Etica, concretezza e idealità e soprattutto di proporzione e asimmetria, secondo l’idea di Charles Baudelaire: “(…) l’irregolarità, ossia l’imprevisto, la sorpresa, lo stupore sono una parte essenziale e la caratteristica della bellezza”. Su queste basi si confrontano in maniera eterogenea alcuni noti autori del panorama artistico italiano accanto ad alcuni emergenti. Luca Capuano, Pietro Fortuna, Simone Racheli, Virginia Ryan, Lapo Simeoni, Alessandro Valeri propongono installazioni e opere mixed media di intensa concettualità e appositamente allocate negli spazi del centro termale, dove attuano un accattivante cortocircuito in cui ogni singolo lavoro emerge come un’ambientazione visiva dalla forza espressiva coinvolgente. Lontanissima dal didascalico. In mostra sono esposte anche le fotografie di Elio Di Girolamo, Franz Gustincich, Guido Laudani, Annamaria Mazzei, Claudio Nardulli, Claudio Orlandi, diverse per lessico e sviluppo del tema dato ma con una comune elaborazione poetica: disgiunta da trattazioni esplicative. Sono inoltre attivati dispositivi per la visione delle GIF animate di Chiara Pellicano che, impostate su un registro visivo grafico, affrontano la tematica portante con elegante ironia ma suggerendo interrogativi problematici.
Tutte le opere, accompagnate da specifiche frasi sul tema ad accennare tracce evocative, creano un percorso d’arte dentro la bellezza e un coinvolgimento sensoriale attraverso materiali, composizioni, stili e linguaggi diversi che gli artisti adottano esprimendo una personale idea di Bellezza non necessariamente associata al corpo o alla femminilità, ma come espressione della varietà e complessità del concetto di estetica, di possibile incanto, di energia, di fascino rintracciabile negli elementi sia tangibili sia immateriali dell’esistenza nelle sue pieghe luminose ma anche più oscure.

Info mostra

• L’enigma della Bellezza | Forma e Contenuto - A cura di Barbara Martusciello
• Installazioni e mixed media: Luca Capuano, Pietro Fortuna, Simone Racheli, Virginia Ryan, Lapo Simeoni, Alessandro Valeri; Fotografia: Elio Di Girolamo, Franz Gustincich, Guido Laudani, Claudio Orlandi, Claudio Nardulli, Annamaria Mazzei; Gif animate: Chiara Pellicano
• Organizzato con: Terme di Salice e Caffè bagni con Galliano Balestrucci
• Inaugurazione: sabato 24 settembre 2016, dalle ore 18.00
• Durata: dal 24 settembre all’8 ottobre
• Luogo: Terme di Salice
• Indirizzo: via delle Terme, 22 Godiasco Salice Terme (PV)

Land Art Campi Flegrei 2016

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Land Art Campi Flegrei 2016
La pratica artistica come evento sociale

XIII edizione
24 settembre - 9 ottobre 2016

Si rinnova, a partire dal 24 settembre, alle ore 10:30, nella splendida location del Lago d’Averno, l’appuntamento annuale con Land Art Campi Flegrei, giunto ormai alla sua tredicesima edizione, sotto la direzione artistica di Davide Carnevale.

L’evento coinvolge artisti italiani ed internazionali, che attraverso i propri lavori site-specific e biodegradabili, in dialogo col paesaggio, offrono all'immaginario collettivo una nuova mappa mentale dei luoghi, poetica e capace di orientare i visitatori alla bellezza e al mistero che li circonda.

Le opere biodegradabili, saranno lasciate al ciclo vitale della natura, alla sensibilità e al rispetto dei visitatori.

Il progetto internazionale Land Art Campi Flegrei, portato avanti dall’Associazione Leaf, mira a connotare il parco dei Campi Flegrei come museo a cielo aperto e intende valorizzare il potenziale turistico – rurale della zona e coinvolgere le amministrazioni, i produttori locali e la comunità, rendendoli protagonisti di una nuova cultura dell’accoglienza.

Il lago d'Averno è visitabile gratuitamente dalle prime luci dell’alba al tramonto e comodamente raggiungibile a piedi (scelta consigliata), da Napoli, con la ferrovia Cumana (fermata Lucrino).

In auto, invece, dall’uscita 14 (Arco Felice) della Tangenziale, proseguendo in direzione Bacoli e seguendo le indicazioni, da Lucrino in poi, per il Lago d’Averno (il tragitto in macchina è consigliato prima delle dieci del mattino, per evitare il traffico).

La visita dell'intero sentiero culturale Land Art è di circa 3 km.
E’opportuno indossare scarpe comode e munirsi di bottiglietta d'acqua.

Una passeggiata nella natura, oltre che salutare per il corpo, è un modo per ritrovare un senso di pace e tranquillità “No stress”.


ARTISTI PARTECIPANTI ALL’EDIZIONE 2016 - istallazioni

Anna Colmayer | Carmen Guadagni | Maria Teresa Monda | Francesco Felaco | Daniela Morante | Salvatore Manzi | Anna Ananyeva | Giusy Galbiati | Veronica Rastelli | Andrea la Puca | Angelo Marra | Maria Gagliardi | Paco Marpa e Danzatori Atei | Anna Maglio | Consiglia Giovine | Rosaria Aurilia | Laura Gigante | Renato Scarpitti | Rosario Renino | Giovanni Verricchio| Luciano Romualdo | Nora Roecher | Patrizia Poletti | Maria Rosaria Pappalardo | Elvia Coppola | Angelo Coppola | Diana D'ambrosio | Rosanna Iossa | Gianfranco Coppola | Massimo Coppola | Michele Attianese | Vito Egidio Ungaro | Lucio de Simone | Paola di Celmo | Alessia Brancaccio | Alessandra Barretta | Milena Gallo | Rosanna Di Lisio | Rosaria Matarese | Alessandro Aiello | Lello Ariante | Lello Lopez | Sergio Gioielli | Mina di Nardo | Daniela Gorla Bruno Francese | Franco Illiano | Nello Mocerino.

In collaborazione con le associazioni Artstudio'93 e For Art.


PROGRAMMA DEGLI EVENTI


Sabato 24 settembre

ore 10.30 | Cerimonia per la terra flegrea a cura dell’Associazione Cerchio Aperto (drum circol e rito corale )
ore 11.00 | Riva pedonale del lago d'Averno - Inaugurazione sentiero dell'arte,
ore 16.30 | Area Limoneto - Simposio “Il delirio dell'arte contemporanea “ - la funzione sociale dell'arte ?
A cura di Francesco Escalona e Davide Carnevale.

Domenica 25 settembre

ore 11.00 | Per gli eventi di POESIA Letture poetiche a cura di Cinzia Caputo .
lettura tratte da Persefone, la spiga e il melograno (Ed. Valtrend). Partecipano i poeti : Tullia Bartolini, Alfonsina Caterino, Alberto di Palma, Maria Papa Ruggiero .

18.30 | Area Teatro Bianco - Per gli eventi di TEATRO Il fallimento del ragno claudicante Compagnia Corpi di Teatro. Regia Cristiana Liguori, con: Flora Palmieri, Maria Assunta Bruno, Serena Costantino.

Sabato 1 ottobre

ore 11.00 | Per gli eventi di TEATRO Fiaba di Carla Guardascione
ore 16.30 | Per gli eventi di POESIA Enzo Crosio, Mena Caputo

Domenica 2 ottobre

Ore 10.30 | Giardino dell'Orco (riva sinistra Lago d'Averno) - PERFORMANCE “Il terzo paradiso” a cura della Fondazione Pistoletto, con gli studenti del Liceo Artistico/Coreutico Suor Orsola Benincasa. In collaborazione con Artstudio'93.

Sabato 8 ottobre

ore 16.30 | Area limoneto – Per gli eventi di POESIA Assunta Esposito, Ernesto Salemme

Domenica 9 ottobre

ore 16.00 | Area limoneto – Per gli eventi di POESIA Incursione poetica a cura di
Angela Mallardo e Rita Cottone

ore 16.30 | Area Teatro Bianco - DANZA CONTEMPORANEA In balia Coreografia di Viviana Petrone. Danzano gli alunni della II° e III° classe del Liceo Coreutico Suor Orsola Benincasa.
In collaborazione con Artstudio'93.

Mappa e programma degli eventi sul sito ufficiale www.landartcampiflegrei.com


GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2016

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Ogni anno il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), manifestazione promossa nel 1991 dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea con l’intento di potenziare e favorire il dialogo e lo scambio in ambito culturale tra le Nazioni europee. Si tratta di un’occasione di straordinaria importanza per riaffermare il ruolo centrale della cultura nelle dinamiche della società italiana.
All’iniziativa, com’è ormai tradizione, aderiscono anche moltissimi luoghi della cultura non statali tra musei civici, comuni, gallerie, fondazioni e associazioni private, costruendo un’offerta culturale estremamente variegata, con un calendario che spesso arriva a superare i mille eventi.
Uno straordinario racconto corale che rende bene l’idea della ricchezza e della dimensione “diffusa” del Patrimonio culturale nazionale: da quello più noto dei grandi musei alle meno conosciute eccellenze che quasi ogni paese può vantare e deve valorizzare.
Per queste ragioni il MiBACT ha sempre colto occasioni come quella delle GEP per promuovere la progettualità elaborata dai singoli Istituti e continuare a rafforzarne lo stretto legame con i rispettivi territori e con le loro identità culturali.

In occasione dell’ultima edizione (#GEP2015: www.beniculturali.it/GEP2015) la partecipazione di pubblico è stata superiore a ogni aspettativa con oltre 380.000 visitatori nei soli luoghi statali dotati di bigliettazione, a dimostrazione di come la domanda culturale nel nostro Paese stia progressivamente incrementando e di come iniziative volte ad approfondire la conoscenza del nostro patrimonio sotto ottiche a volte inedite, come quelle connesse alla storia dell’alimentazione nelle sue multiformi chiavi di lettura, possano contribuire a cementare il rapporto identitario tra i cittadini e il nostro comune Patrimonio materiale e immateriale.

L’edizione #GEP2016 www.beniculturali.it/GEP2016, per iniziativa del Consiglio d’Europa, sarà dedicata al tema della partecipazione al patrimonio nella direzione tracciata sin dal 2005 dalla Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società, nota come Convenzione di Faro, di cui si auspica una prossima ratifica da parte del nostro Parlamento. Per tali ragioni essa si porrà in continuità con i temi e i contenuti sviluppati in occasione della “Festa dei Musei” del 2-3 luglio 2016, spostando ulteriormente l’attenzione dai Musei e dai Luoghi della cultura ai cittadini che ne costituiscono la potenziale comunità d’eredità.

Nell’art. 2 della convenzione, incentrato sulla definizione dei concetti cardine che la animano, vengono infatti introdotti i temi che saranno al centro della manifestazione:
L’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi.
Una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.

Le Giornate Europee del Patrimonio avranno luogo:


sabato 24 settembre – con orari e costi ordinari nel corso della giornata e apertura straordinaria serale di tre ore al prezzo simbolico di 1 euro, con le gratuità previste consuetamente per legge.
domenica 25 settembre – con orari e costi ordinari.

Hashtag ufficiali della manifestazione: #GEP2016; #Culturaèpartecipazione

Maurizio Elettrico. Supernaturalis Historia

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Maurizio Elettrico
Supernaturalis Historia
Saga sulla Divina Natura del Potere Bioaristocratico
a cura di Eugenio Viola

PAN Palazzo delle Arti Napoli
opening:
30 settembre ore 19.00
dal 1 ottobre al 18 novembre 2016
mercoledì - sabato, 9.30 - 19.30
domenica, 10.00 - 14.30

PAN Palazzo delle Arti Napoli
Via dei Mille,60 - 80121 Napoli
pan@comune.napoli.it


Supernaturalis Historia. Saga sulla Divina Natura del Potere Bioaristocratico, è una mostra, a cura di Eugenio Viola, che racchiude un corpus di lavori ispirati a Lo scoiattolo e il Graal, monumentale saga epico-erotica in sette volumi concepita, scritta ed illustrata da Maurizio Elettrico nei suoi ultimi dieci anni di attività.
Elettrico è un artista complesso: erudito, istrionico, irriverente, ironico, blasfemo, iconoclasta, la cui ricerca si nutre di una teoria e una pratica dell'arte intese come trasgressione, mentre l’aspetto formale, sempre enfaticamente estetizzante, emerge dall’ibridazione di motivi e linguaggi arditamente eterogenei, espressi attraverso una pluralità di media che fondono presente e passato, la complessità del mito e le deviazioni di una sacralità profana. In questo modo, stimoli diversi convergono in un immaginario rutilante, ludico e seducente, che cede, non di rado, ad un compiaciuto ed ostentato decorativismo.

Analogamente nella sua opera letteraria, di cui Lo scoiattolo e il Graal è esempio emblematico, Elettrico contamina generi letterari diversi e molto distanti tra loro: dal racconto epico al fantasy, dal romanzo storico a quello cyber-erotico, per restituire una narrazione debordante di rimandi teologici, filosofici, araldici, esoterici ed alchemici. L’artista descrive un mondo futuribile e scellerato, abitato da guerre, amori, sesso, intrighi politici ed estremismi religiosi, in cui spesso i limiti umani e, più in generale, della natura, per effetto della magia o della scienza sono ampiamente superati.

I sette volumi, come le opere in mostra (dipinti, sculture, disegni e installazioni), restituiscono una mitologia perversa, popolata da numerosi personaggi che si autocelebrano e sono sostenuti ideologicamente da religioni debordanti fanatismo e intolleranza. Un futuro iperumanista e distopico, in cui la Terra subisce il dominio di una nuova specie umana, frutto di raffinate manipolazioni genetiche: la “Bioaristocrazia”, caratterizzata da una potente vocazione artistico-demiurgica, poiché in grado di modellare tanto la materia organica che quella inorganica. Data la loro “divina natura”, i Bioaristocratici regnano sulle altre due specie umane abitanti la Terra: i “Naturali”, del tutto simili agli uomini attuali, ed i “Selvatici”, di aspetto umano ma dall’intelligenza animale. Di qui il titolo della mostra, che da un lato, per l’aspetto “classicamente” classificatorio fa ironico riferimento alla Naturalis Historia (77-78 d.C.) di Plinio il Vecchio, dall’altro alla componente fantascientifica, ampiamente presente nei tre libri, come in tutta l’opera di Elettrico: entrambi sono arricchiti e sostenuti dal cortocircuito generato dall’incontro, spiazzante, tra arcaismo e avvenirismo.

In ossequio a questo doppio registro, verbale e visuale, le opere in mostra sono alternate ad un abbondante corredo di natura testuale: i primi tre volumi della saga, esposti nella loro valenza installativa, compongono un monumentale story board. Le opere, concepite per suggerire, visivamente, metamorfosi inusitate ed accostamenti anche azzardati, a loro volta sottendono un insieme potenzialmente infinito di meta-narrazioni, generando un abile gioco di richiami e rispecchiamenti che attua un continuo scambio di segno e significato tra linguaggi espressivi solo apparentemente diversi, ma in realtà convergenti in un’attitudine spregiudicatamente combinatoria, imposta da Elettrico a vicende e personaggi, attraverso sottili giochi di variazioni e detonanti spiazzamenti figurali.

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