Quantcast
Channel: ARTE CULTURA
Viewing all 1404 articles
Browse latest View live

PAUL CZERLITZKI solo show - IMAGINE group show

$
0
0

Brand New Gallery ha il piacere di presentare “So Far So Good”, la prima mostra personale dell’artista polacco Paul Czerlitzki in Italia.
Nato a Gdansk nel 1986, Paul Czerlitzki presenta in “So Far So Good” una grande opera murale ed alcune tele concettuali di grandi dimensioni facenti parte della serie di opere chiamata pictorial corpora, dipinti che sono tra loro legati sin dal loro processo creativo.
Il wall painting, studiato appositamente per lo spazio della galleria, è realizzato attraverso l’utilizzo delle tele come transfer performativo del materiale pittorico. I pigmenti di colore acrilico che l’artista stende sulla tela, la trapassano sino ad arrivare a trasferirsi sul muro. In tal modo, Czerlitzki ha un controllo relativo su quello che poi sarà il risultato finale. L’opera è quindi il negativo di ciò che l’artista ha creato sulla tela.
In questa serie di opere, Czerlitzki porta avanti un’idea organica di opere che si propagano in ogni direzione: dai singoli dipinti all’insieme dell’installazione. In tal modo la pittura è concepita come un campo in cui giocare e dove, poco a poco, compiere uno slittamento dei propri paramenti (il formato, la superficie, la pittura, il controllo e la casualità).
Czerlizki approfondisce la sua ricerca sull’interazione tra spazio, osservatore ed opera attraverso un corpus di lavori che cambiano colore a seconda della posizione di chi osserva. Per ottenere ciò, durante la preparazione del wall painting, l’artista lascia che la polevere di acrilico si depositi sulle tele bianche. In questo modo, nascono le così dette “dust pieces”. Superfici effimere caratterizzate da un grande potere seduttivo che attraggono lo sguardo dell’osservatore che partecipa alla creazione dell’opera stessa spostandosi all’interno dello spazio espositivo. La polvere acrilica si fissa sulla superficie solo dopo un lungo periodo di posa e pertanto possono mutare a seconda del luogo in cui sono esposte. “So Far So Good” si pone in connessione con le ultime due mostre personali dell’artista: Anna da Johann König (Berlino, 2015) e More Time inaugurata a febbraio 2016 presso Galerie Laurent Godin (Parigi).

Paul Czerlitzki
(1986, Gdansk,PL) vive e lavora a Düsseldorf, DE.
Paul Czerlitzki si è laureato presso la Staatliche Kunstakademie nel 2014 come allievo di Katharina Grosse. Tra le personali recenti: la mostra programmata per il 2016 da Johann König (Berlino, 2016); Galerie Laurent Godin (Parigi, 2016); Johann König (Berlino, 2015); Melange (Cologna, 2015). Tra le collettive a cui ha partecipato: Jahresgaben 2015, Koelnischer Kunstverein (Cologna, 2015); Vom Großen und Ganzen, Sammlung Haus N (Neumünster, 2015); First Flush, Bayer Kulturhaus (Leverkusen, 2015); Bischoff Projects (Francoforte, 2015); NOTHER PLACE / ANOTHER SPACE / TOGETHER, Quadriennale (Düsseldorf, 2014).

SO FAR SO GOOD
PAUL CZERLITZKI
2 MARZO | 2 APRILE, 2016
OPENING 2 MARZO, 2016 | 19-21
BRAND NEW GALLERY
via Farini 32, 20159 Milano
t. +39.02.89.05.30.8
da martedì a sabato
11.00-13.00|14.30-19.00
info@brandnew-gallery.com
www.brandnew-gallery.com
PRESS OFFICE
press@brandnew-gallery.com



-----------------------------------------------------------------------------

JONATHAN BALDOCK, MANFREDI BENINATI, LEON BENN, JESSE BENSON, ELLEN BERKENBLIT, JOHNNY BICOS, KATHERINE BRADFORD, THOMAS BRAIDA, SEFANO CALLIGARO, VALERIO CARRUBBA, NINA CHANEL ABNEY, MICHAEL CLINE, ANN CRAVEN, JOHN CURRIN, FOLKERT DE JONG, GABRIELE DE SANTIS, MICHAEL DOTSON, AUSTIN EDDY, INKA ESSENHIGH, NICK FARHI, GIULIO FRIGO, MAGALIE GUERIN, HEATHER GUERTIN, DANIEL HEIDKAMP, ANTON HENNING, ELLIOTT HUNDLEY, RAFFI KALENDERIAN, LAUREEN KEELEY, YASHUA KLOS, BECKY KOLSRUD, DENISE KUPFERSCHMIDT, JOSÉ LERMA, LAUREN LULOFF, NIKKI MALOOF, MARGHERITA MANZELLI, MAX MASLANSKY, SIMON MATHERS, ANTHONY MILER, RYAN MOSLEY, JOSHUA NATHANSON, WILLIAM J. O’BRIEN, ENOC PEREZ, NATHANIEL MARY QUINN, JOSH REAMES, ANDREA ROMANO, GIULIANO SALE, NICOLA SAMORÌ, CHRISTIAN SCHOELER, JOHN SEAL, LUI SHTINI, TAMUNA SIRBILADZE, JIM THORELL, ANN TOEBBE, SANTO TOLONE, IAN TWEEDY, KRISTEN VAN DEVENTER, MATTHEW WATSON, CAROLINE WELLS CHANDLER, JOHN WESLEY, SAM WINDETT, ROSE WYLIE, KONRAD WYREBEK, ERIC YAHNKER, GUY YANAI


 Brand New Gallery ha il piacere di presentare “Imagine”, una mostra collettiva che include più di 60 artisti che con la loro pratica sperimentano le possibilità della figurazione nella pittura.
Il titolo fa riferimento alla canzone “Imagine” composta dalla voce dei Beatles John Lennon. La mostra intende esplorare e presentare alcuni tra gli artisti più interessanti che stanno lavorando sulla figurazione.
La parola “Imagine” ha un duplice significato: da un lato invita a sognare, creare e pensare e dall’altro si riferisce a delle possibilità di concretizzare qualcosa proveniente dal nostro immaginario.
“Imagine” pone l’accento sul gesto dell’artista, sull’uso dei media e su come le immagini vengono create attraverso l’immaginazione dell’artista e attraverso l’osservazione della realtà quotidiana.
Come nella canzone di John Lennon, in “Imagine” gli artisti coinvolti sono eterogenei per età, provenienza, tematiche e tecniche pittoriche utilizzate.
Dai ritratti alle nature morte sino ai paesaggi naturali ed urbani, ogni artista offre il suo punto di vista nel catturare un’immagine.
L’installazione della mostra ricorda le Wunderkammer ottocentesche, dove il visitatore entrava in diretto contatto con il processo creativo dell’artista.
Un ringraziamento caloroso va soprattutto a tutti gli artisti e gallerie italiane e straniere senza le quali questa mostra non sarebbe stata possibile, ad un caro amico di Genova, e all’enorme aiuto e supporto sia materiale che morale dei nostri collaboratori Elisa e Giulio.


IMAGINE
2 MARZO | 2 APRILE, 2016
OPENING 2 MARZO, 2016 | 19-21
BRAND NEW GALLERY
via Farini 32, 20159 Milano
t. +39.02.89.05.30.8
da martedì a sabato
11.00-13.00|14.30-19.00
info@brandnew-gallery.com
www.brandnew-gallery.com
PRESS OFFICE
press@brandnew-gallery.com


pubblica:

Bif&st-Bari International Film Festival 2016

$
0
0


Bif&st-Bari International Film Festival
2-9 aprile 2016

La 7.a edizione del Bif&st-Bari International Film Festival si terrà – sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – da sabato 2 a sabato 9 aprile 2016, promosso dalla Regione Puglia – presidente Michele Emiliano; prodotto dall’Apulia Film Commission – presidente Maurizio Sciarra; con la collaborazione del Comune di Bari, con il sostegno della Società Italiana degli Autori ed Editori per il Tributo a Ettore Scola, con RAI main media partner, con sponsorship di Mercedes-Motoria.

Nel 2016 ricorrono i 20 anni dalla scomparsa (Parigi, 19 dicembre 1996) di Marcello Mastroianni al quale il festival di Bari e la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale dedicano una retrospettiva di circa 50 film integrata da una nutrita serie di materiali documentari provenienti dagli archivi di RAI Teche e dell’Istituto Luce. Il Bif&st 2016, ideato e diretto da Felice Laudadio, con Comitato di direzione composto daAngelo Ceglie, Enrico Magrelli, Marco Spagnoli e la consulenza di Beatrice Kruger per i nuovi talenti, sarà orientato, nelle sue diverse sezioni, a narrare l’arte, il talento, il lavoro degli attori e delle attrici.

Il programma del Bif&st 2016 è stato seguito e dettagliatamente curato da Ettore Scola fino a pochi giorni prima della sua scomparsa. Il grande regista sarà dunque, anche per la prossima edizione, il presidente del Bari International Film Festival che già lo ha visto per sei anni (accolse l’incarico nel giugno 2010) attivissimo animatore e protagonista della manifestazione. A Scola, grazie al sostegno garantito dal Consiglio di gestione SIAE e dal suo direttore generale Gaetano Blandini, verrà dedicato un ampio Tributo con la pubblicazione di un libro, con una serie di incontri e dibattiti sul suo lavoro, con una retrospettiva essenziale che si incrocerà con quella per Mastroianni. E dunque il tema del prossimo Bif&st sarà Scola-Mastroianni 9½ giacché il regista ha diretto più di chiunque altro l’attore scomparso 20 anni fa: hanno lavorato insieme in ben 9 film di lungometraggio, più un film ad episodi. Sarà inoltre istituito il Premio Ettore Scola per il miglior regista di opera prima o seconda.


pubblica:

Hokusai - Il vecchio che amò l’arte di folle amore

$
0
0


Dal 16 marzo al 30 aprile, la galleria Elena Salamon – Arte Moderna di Torino presenta “HOKUSAI – Il vecchio che amò l’arte di folle amore” una ricca esposizione di stampe originali di Hokusai Katsushika, il più celebre degli artisti giapponesi del XIX secolo.

Per oltre settant’anni, Hokusai lavorò incessantemente per riuscire nel suo intento di concepire l’opera d’arte perfetta, come egli stesso confessa nel colophon del primo volume alle “Cento vedute del Fuji”, un te¬stamento spirituale che ha dato fama immortale a Hokusai come figura archetipica dell’artista, la cui incessante ricerca di eccellenza tecnica coincide con la ricerca del segreto della vita stessa: “…dall’età di sei anni ho sentito il desiderio di dipingere qualsiasi cosa vedessi attorno a me. Arrivato ai cinquant’anni, mi sono accorto di aver creato un infinito numero di opere, ma posso dire che non c’è nulla davvero degno di nota in ciò che ho prodotto fino ai settant’anni. Solo adesso, all’età di settantatré anni, ho parzialmente ca¬pito la vera forma e il carattere di uc¬celli, pesci e piante. Pertanto, quando arriverò a ot¬tant’anni, avrò ancor più approfondito queste conoscenze e a novanta riuscirò a penetrare nel vero, intimo significato delle cose. A cento anni raggiungerò un alto livello di perfezione e, all’età di centodieci, ogni cosa che io creerò, ogni punto ed ogni linea che traccerò, saranno vita essi stessi.” Il fuoco sacro dell’arte che consumava il Maestro con divorante passione è lo spirito che ha guidato la selezione di stampe in esposizione, stampe dove si comprende appieno quanto l’arte fu per Hokusai l’unica fonte di significato nell’arco della sua vita: la sua casa, il suo nu¬trimento, il suo amore. “A guidare la scelta delle opere – commenta Elena Salamon – è stato il profondo amore verso l’arte di Hokusai; un amore antico che è fiorito in me fin da bambina, quando mia nonna allestì la prima mostra del maestro con stampe provenienti della collezione di Frank Lloyd Wright. Di Hokusai ho sempre apprezzato il gesto perfetto abbinato al suo temperamento e alla sua incredibile passione, al suo essere artista mai sazio, in costante ricerca e attività.” L’esposizione alla Elena Salamon – Arte Moderna si compone di 108 XILOGRAFIE ORIGINALI appartenenti alla serie delle “Cento vedute del Fuji” – capolavoro assoluto del maestro, non solo per la concezione artistica, ma anche per l’eccezionale qualità dell’incisione e della stampa – insieme ad una raffinata selezione di stampe a colori, tratte dalle celeberrime “Trentasei vedute del Fuji”, dai “I ponti di tutte le Province” e dalla serie dei “Surimono” – stampe policrome con un fascino irripetibile, una forza e un’eleganza che ci consentono di ammirare lo spirito giapponese. In queste vedute Hokusai riesce ad esprimere, attraverso sapienti tratti, la sua passione profonda e avvolgente per la natura. La natura diventa poesia ed è raccontata in tutta la sua grazia; i singoli elementi delle tavole, dalle rocce alle acque così come gli animali e i paesaggi, prendono vita rispecchiando i sentimenti e le passioni della gente comune all’ombra del Fuji. Ai piedi dell’elegante cono del vulcano, il creato è declinato in tutte le sue forme: lo scorrere dell’acqua, l’impetuosità e persino la calma del vento. Tra le stampe presentate in galleria: Il Fuji da una macchia di bambù detta Le canne dove la superba bellezza risiede nel gioco del doppio ventaglio dei bambù i cui fusti dalla linea incurvata ricalcano quella, estremamente lineare e pura, dei versanti della sacra montagna che si erge, bianca, in lontananza; Il Fuji dal mare detta La grande onda, uno dei capolavori dell’arte giapponese, dove tutto è movimento e l’onda è un’ellissi vorticosa dalla cresta protesa che afferra lo spettatore lasciandolo sorpreso e senza fiato; I tre bianchi del Fuji, un disegno che esprime poeticamente l’amore dei giapponesi per i paesaggi innevati, una composizione di ricercata semplicità con protagonisti il Fuji, i pini e due aironi bianchi sotto una nevicata; La baia di Tago vicino a Eijiri sulla Tokaido, interpretazione pittorica di una celebre poesia dell’antologia Manyoshu, è una stampa dai colori brillanti dove il blu, l’ocra e il turchese vengono amalgamanti armoniosamente dal sapiente occhio di Hokusai creando un gioco cromatico elegante e raffinato; Il Grande Cedro sul passo di Mishima nella provincia di Kai dove Hokusai rappresenta un gruppo di viandanti intenti a misurare la circonferenza di un enorme cedro abbracciandone il tronco con un gesto di esuberanza e di gioia; in questa stampa il maestro ha inserito il senso della prospettiva tipico della tradizione occidentale facendo di quest’opera una tra le più interessanti della serie.

Tutte le stampe sono corredate da schede tecniche redatte alla luce degli studi più recenti e contenenti precise informazioni su tirature, stati, stampatori ed editori.



Elena Salamon – Arte Moderna
Torino, via Torquato tasso, 11
HOKUSAI – Il vecchio che amò l’arte di folle amore
orari: martedì, mercoledì e venerdì – dalle 15.00 alle 19.00;
giovedì e sabato – dalle 10.30 alle 19.00;
chiusura il lunedì; in altri orari su appuntamento


pubblica:

KETTY LA ROCCA NUOVI STUDI

$
0
0


KETTY LA ROCCA NUOVI STUDI
Mercoledì 23 marzo ore 17.30

Le curatrici del volume Raffaella Perna e Francesca Gallo dialogano con Fabio Cavallucci

Ketty La Rocca (La Spezia, 1938 – Firenze, 1976) è una delle protagoniste della neoavanguardia italiana. Nel 1956 si stabilisce a Firenze, dove inizia a collaborare con il Gruppo 70, realizzando collage basati sul rapporto tra immagine mediatica e parola, in cui si evidenzia una precoce attenzione per la condizione femminile. All’inizio degli anni Settanta l’artista si concentra sul linguaggio dei gesti, affrontando tematiche e iconografie di taglio antropologico, attraverso pratiche e media diversi: fotografia, video, performance, libro d’artista. Nel 1972 è invitata alla XXXV Biennale di Venezia, e da questo momento il suo lavoro ottiene un’ampia visibilità nazionale e internazionale. Nel 1978 le viene dedicata una mostra retrospettiva sempre nell’ambito della Biennale di Venezia. Le sue opere sono oggi conservate in numerose collezioni di musei e fondazioni, tra cui il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART), il Museo nazionale delle Arti del XXI secolo (MAXXI), il Museo Novecento a Firenze e le Gallerie d’Italia a Milano. Negli ultimi anni i suoi lavori sono stati inclusi in alcune importanti mostre dedicate ai rapporti tra arte e femminismo, in particolare Wack! Art and Feminist Revolution al MOCA di Los Angeles (2007) e Donna: avanguardia femminista negli anni ’70 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2010).

I contributi pubblicati nel libro gettano uno sguardo nuovo e trasversale sulla sua ricerca, per restituire attraverso prospettive diverse e fonti documentarie inedite i molteplici ambiti d’interesse e i riferimenti culturali dell’artista, dalla linguistica, alla semiotica, all’antropologia, alla psicologia. Il volume affronta il lavoro di La Rocca alla luce del contesto artistico e culturale degli anni Sessanta e Settanta, analizzando in particolare il rapporto con la poesia visiva, il peculiare interesse per la fotografia, il video e la performance, e i legami con la neoavanguardia e con il dibattito femminista italiano e internazionale.

Il libro, edito da Postmedia books, raccoglie i testi di Silvia Bordini, Ada De Pirro, Elena Di Raddo, Francesca Gallo, Raffaella Perna, Lucilla Saccà.

Raffaella Perna è assegnista di ricerca presso l’Università di Roma “La Sapienza”. I suoi studi si sono concentrati soprattutto sui legami tra la neoavanguardiaitaliana degli anni Sessanta e Settanta e la fotografia e sui rapporti tra arte e femminismo in Italia, argomenti a cui ha dedicato diversi saggi, conferenze e i libri: Arte, fotografia


e femminismo in Italia negli anni Settanta (2013), Mimmo Rotella e la Galerie J (2012), Mimmo Rotella. Reportages (2010), In forma di fotografia. Ricerche artistiche in Italia tra il 1960 e il 1970 (2009). È inoltre curatrice dei volumi: Etica e fotografia. Potere, ideologia e violenza dell’immagine fotografica (con I. Schiaffini, 2015); Il gesto femminista. La rivolta delle donne: nel corpo, nel lavoro, nell’arte (con I. Bussoni, 2014) e Le polaroid di Moro (con S. Bianchi, 2012). Ha curato la mostra, ancora in corso, Altra misura (Galleria Frittelli Arte Contemporanea, Firenze), con oltre cento opere di artiste e fotografe femministe italiane.

Francesca Gallo insegna Storia dell’arte contemporanea alla Sapienza Università di Roma. Si è occupata del nesso fra teoria e tecniche esecutive nell’arte e nella critica d’arte dell’Ottocento e del Novecento. I suoi interessi si sono poi concentrati sulle neoavanguardie e i new media, con studi dedicati al video e alla performance in Italia (“Ricerche di storia dell’arte”, 2006 e 2014) e ai riferimenti all’antico nell’arte italiana degli ultimi decenni. A Jean-François Lyotard e a Les Immatériaux ha dedicato diversi studi e una monografia (Aracne 2008). Sono in uscita gli atti del convegno (curato con A. Simonicca) dedicato all’Effimero fra arte e antropologia.

Fabio Cavallucci è direttore del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. Ha fondato e diretto dal 1990 al 1998 la Galleria d’arte contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia, dove ha contribuito alla realizzazione del parco sculture. Dal 1996 al 2000 è stato direttore artistico e fondatore di “Tusciaelecta, Arte Contemporanea nel Chianti”. Nel 2001 ha curato insieme a Pier Lugi Tazzi un progetto specifico per la Biennale di Venezia (refreshing_). Dal 2001 al 2008 è stato direttore della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento e ha fondato il Premio Internazionale della Performance . Dal 2006 al 2008 è stato coordinatore di “Manifesta 7. Biennale europea di arte contemporanea” in Trentino Alto Adige. Nel 2009 ha curato l’apertura dello spazio Alt (Arte, Lavoro, Territorio) di Alzano Lombardo. Nel 2010 è stato direttore artistico della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara e nello stesso anno è stato nominato direttore del Centro d’arte contemporanea Castello Ujazdowsky di Varsavia. Ha pubblicato numerosi testi, libri e cataloghi e ha collaborato con varie riviste, tra cui“Rivista di Estetica” , “New York Arts”, “Arte Mondadori”, “Flash Art Italia” e “Flash Art International”, “Exibart” e “Abitare”.


La conferenza è ad ingresso libero fino a esaurimento posti e non prevede l’accesso al percorso museale.



Piazza Santa Maria Novella 10, 50123 Firenze, Italia
Tel. 055 286132 / comunicazione.cultura@comune.fi.it


pubblica:

UMBERTO BOCCIONI (1882-1916): GENIO E MEMORIA

$
0
0

UMBERTO BOCCIONI (1882-1916) GENIO E MEMORIA
Milano, Museo del Novecento – Palazzo Reale
25 marzo-3 luglio 2016

Mostra promossa da Comune di Milano, Assessorato alla Cultura, Il Soprintendente del Castello Sforzesco e Direttore ad interim del Museo del Novecento Claudio A.M. Salsi,  Il Direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina
a cura di Francesca Rossi, Agostino Contò
Comitato di consultazione scientifica: Flavio Fergonzi, Danka Giacon, Giovanna Ginex, Vivien Greene, Laura Mattioli, Antonello Negri, Marina Pugliese, Federica Rovati, Aurora Scotti, Cristina Sonderegger, Paola Zatti


A cento anni dalla morte di Umberto Boccioni (1882-1916) Milano celebra con una grande mostra l’artista del Futurismo, indiscusso protagonista dell’Avangiardia italiana. La sua geniale soluzione nel rappresentare visivamente il movimento e le sua ricerca sul rapporto tra oggetto e spazio hanno influenzato fortemente le sorti della pittura e della scultura del XXI secolo. Un’occasione unica per scoprire i più importanti dipinti e sculture dell’artista, ma anche dei principali protagonisti della cultura a lui contemporanea, insieme ad un’ eccezionale selezione di 60 disegni di Boccioni provenienti dal Castello Sforzesco di Milano. Ricca di novità, la mostra racconta il percorso artistico di Boccioni, la sua fama internazionale e la sua attività milanese, alla luce anche di inediti documenti riemersi. Frutto di un progetto di ricerca curato dal Gabinetto dei Disegni della Soprintendenza del Castello Sforzesco, la mostra è prodotta e organizzata da Castello Sforzesco, Museo del Novecento e Palazzo Reale con la casa editrice Electa, e presenta circa 280 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti.
In mostra si potranno ammirare opere provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private di tutto il mondo, tra cui la Pinacoteca di Brera, le Gallerie d’Italia di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la collezione Gianni Mattioli, la Peggy Guggenheim Collection di Venezia, la Collezione Barilla di Arte Moderna, il Museo Cantonale d’Arte di Lugano, il Metropolitan Museum of Art di New York, e Getty Foundation di Los Angeles, il Musée Picasso e il Musée Rodin di Parigi, l’Osaka City Museum of Modern Art, il Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Il progetto si avvale inoltre della collaborazione scientifica dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze

Grazie ad un inedito taglio critico, Umberto Boccioni. Genio e memoria offrirà un percorso selettivo volto a far riemergere le fonti visive che hanno contribuito alla formazione artistica e all’evoluzione dello stile di Boccioni.
Cuore della mostra, sviluppata in ordine cronologico e per nuclei tematici, l’eccezionale corpus di disegni di Boccioniprovenienti dal Castello Sforzesco, insieme a scritti e documenti inediti riscoperti di recente, nei quali il percorso stilistico dell’artista è riconoscibile in tutte le sue fasi di maturazione: dalla formazione divisionista, simbolista ed espressionista, che guarda nel contempo alla tradizione classica, rinascimentale e barocca e alle coeve correnti figurative europee, fino all’affermazione del Futurismo. I disegni preparatori e i documenti esposti saranno affiancati alle opere pittoriche e plastiche di Boccioni e ad alcuni modelli che li hanno influenzati, esempi a volte inaspettati di una cultura figurativa che spazia dal XV secolo alla contemporaneità (Giovanni Ambrogio De Predis, Albrecht Dürer, Sir Frederic Leighton, Jacques Emile Blanche, Giacomo Balla, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Carlo Fornara e altri ancora).
Sarà Boccioni stesso ad introdurre il visitatore nel percorso della mostra, che apre simbolicamente con il suo celebreAutoritratto proveniente dalla Pinacoteca di Brera, esposto al centro della prima sala per rendere visibile anche l’Autoritratto presente sul retro.


pubblica:


Jonas Staal. Propagande

$
0
0
 
Untitled, 2015

Laveronica Arte Contemporaneaè lieta di presentare “Propagande”, la prima mostra personale di Jonas Staal in Italia, a cura di Matteo Lucchetti e sviluppata in collaborazione con il gruppo anarchico di Ragusa “Sicilia Libertaria”.


La mostra “Propagande” ruota attorno alla ricerca in corso di Jonas Staal su ciò che possiamo definire propaganda oggi, partendo da un’analisi sui modi in cui diverse forme di governo influenzano la produzione estetica culturale. L’uso non convenzionale del plurale nel titolo puntualizza la molteplicità delle sfumature che la parola propaganda può assumere in relazione a differenti forme e manifestazioni di potere, oltre ad evidenziare come il termine non possa essere confinato all’accezione tradizionalmente negativa connessa ai regimi totalitari del Novecento. I quattro progetti selezionati – prodotti tra il 2011 e il 2016 – sono qui presentati in uno spazio dialogico volto a esaminare i differenti aspetti delle reciproche influenze tra arte e politica in diversi apparati governativi: dai regimi del capitalismo globalizzato di “Monument to Capital” (2013), al rivoluzionario modello di confederalismo democratico curdo in “New World Summit: Rojava” (2015); e ancora lo scontro tra ideali spiritisti e il piano urbanistico modernista di Brasilia in “Nosso Lar” (2013 – 2014), e infine la retorica occidentale ultranazionalista analizzata in “Closed Architecture” (2011).

Ogni caso studio mostra come differenti costruzioni di potere iscrivano la loro influenza su modelli spaziali, quali edifici, città, parlamenti e spazi di dominio pubblico in genere. Guardando retrospettivamente alle produzioni passate di Staal emerge come filo rosso la grammatica di un’architettura conflittuale: una grammatica utilizzata dall’artista per mettere in mostra il processo in cui l’ideologia diviene forma. L’architettura ha un ruolo ricorrente in questi lavori, essendo la sfera dove la produzione discorsiva, politica ed ideologica, si traduce in strutture spaziali e sociali. Sotto questa prospettiva, l’opera di Staal potrebbe essere letta come uno studio di “architetture ideologiche”, nella quale gli strumenti di rappresentazione dell’architettura sono usati per illustrare le diverse modalità con cui queste architetture ideologiche sono state concepite: attraverso due maquette, un video rendering, due disegni di piani regolatori ed un cartellone, sono infatti presentate diverse concezioni di come la propaganda si produce nello spazio.



La pratica di Jonas Staal è tanto analitica quanto proattiva nei suoi sviluppi e questi due approcci spesso coincidono nella creazione di piattaforme nelle quali il ruolo dell’arte è interpretato come strumento per raggiungere un maggior impatto nella sfera sociale. Due esempi in questo senso sono “Art Property of Politics” e il “New World Summit”. La prima è una ricerca multiforme incarnata in diversi capitoli eterogenei – di cui tre in mostra a Modica – dove sono investigati e messi in trasparenza una serie di approcci strumentali all’arte e all’architettura. Tra questi, un modello di prigione disegnato da un politico ultranazionalista olandese, oppure la rappresentazione dei capitali dell’alta finanza attraverso i grattacieli più alti del mondo, sono esempi concreti che mostrano strutture di potere economico e politico dominanti tradotte in dispositivi operanti nella contemporaneità. L’altro progetto, il “New World Summit”, è un’organizzazione artistica e politica fondata nel 2012 attraverso la quale l’artista crea parlamenti temporanei e permanenti per individui i cui Stati di appartenenza non sono riconosciuti e i cui gruppi politici sono stati iscritti in liste di proscrizione. Questi parlamenti sono stati finora realizzati in sei luoghi, tra cui Berlino, Bruxelles e Rojava (nord della Siria), e hanno assunto la funzione di piattaforma per quelle voci politiche escluse dagli spazi democratici ufficiali. A partire dal 2001, con l’inizio della guerra al terrorismo, innumerevoli individui e movimenti si sono ritrovati etichettati come terroristi, ingiustamente imprigionati o semplicemente privati del diritto di partecipazione attiva alla vita politica. I summit offrono, dal 2012, nuove agorà dove soggettività contro egemoniche si possono riunire e produrre nuove narrazioni per nuovi mondi in divenire. In questi luoghi emerge una nuova architettura ideologica poiché questi parlamenti non sono banalmente strumenti politici ma assemblee, dove reimmaginare spazi di democrazia radicale attraverso il potenziale dell’arte.

“Propagande” comincerà a Ragusa nella mattinata del 26 Marzo, presso la sede di “Sicilia Libertaria”, con un intervento site-specific dell’artista volto a creare un ponte tra la sua collaborazione con il governo rivoluzionario autonomo Curdo a Rojava (nord della Siria) e la storia del gruppo anarchico siciliano. Il programma proseguirà nel pomeriggio a Modica, presso la Società Operaia, con una proiezione di materiale video tratto dal “New World Summit: Rojava” ed una discussione intitolata “Rivoluzione come lotta culturale”, con la presenza di Pippo Gurrieri (Sicilia Libertaria), e Jonas Staal. Al termine dell’evento la mostra “Propagande” aprirà ufficialmente presso la galleria Laveronica, seguita da una cena tradizionale curda. La collaborazione vede anche un contributo dell’artista nel numero di Marzo della rivista “Sicilia Libertaria”. Inoltre Jonas Staal sarà uno dei relatori presso l’evento “Democrazia senza Stato – Sul confederalismo democratico Curdo” che si terrà al Teatro Coppola – Teatro dei Cittadini, a Catania, giovedì 24 Marzo.


Jonas Staal
Il lavoro di Jonas Staal (1981) si concentra sulla relazione fra arte, democrazia e propaganda. Staal è il fondatore del New World Summit, organizzazione artistica e politica che sviluppa parlamenti alternativi per movimenti politici senza stato.
Il lavoro di Jonas Staal include interventi pubblici, mostre, performance teatrali e pubblicazioni. Il suo lavoro è stato esposto durante la 7° Biennale di Berlino (2012) e la 31° Biennale di São Paulo (2014). La prima retrospettiva sul New World Summit si è svolta presso la Moderna Galerija, Ljubljana (2015) e la prima mostra sulla New World Academy presso il Centraal Museum di Utrecht NL (2015). I suoi libri Post-propaganda (Fonds BKVB, 2009) e Power?... To Which People?! (Jap Sam Books, 2010) forniscono le basi teoriche per il suo lavoro e l’artista ha recentemente curato la pubblicazione Stateless Democracy (BAK, 2015) sulla rivoluzione culturale nel Kurdistan occidentale. Staal al momento sta terminando al suo dottorato di ricerca intitolato Arte e Propaganda nel XXI Secolo, presso l’Università di Leiden. Staal è anche coinvolto in una collaborazione con il governo autonomo del Kurdistan occidentale in Siria per costruire il primo parlamento pubblico della regione. Jonas Staal vive e lavora ad Rotterdam.

Jonas Staal. Propagande
a cura di Matteo Lucchetti
dal 26 marzo al 13 giugno 2016


Via Grimaldi 93
97015 Modica (rg)
(+39) 09321873100 (+39) 3408176441
Skype: galleria_la_veronica
info@gallerialaveronica.it gallerialaveronica@gmail.com


pubblica:

Jonone Predictably. irrational

$
0
0


Jonone
Predictably irrational
mercoledì 16 marzo 2016, 18.30 - 21.30

a cura di Giuseppe Pizzuto
testo critico di Marta Silvi
via Ausonio 1A, 20123 Milano
16 marzo - 21 maggio 2016

La nuova sede milanese di Wunderkammern è lieta di annunciare la seconda mostra personale della stagione: Predictably irrational dell’artista JonOne.

JonOne (John Andrew Perello, 1963, New York, USA) è uno degli artisti di arte contemporanea più riconosciuti in Francia e una figura chiave nel mondo dei graffiti. Ha esposto in importanti gallerie d’arte e in prestigiose istituzioni, come nel caso delle mostre collettive Born in The Street alla Fondation Cartier e Le Tag Collection Gallizia al Grand Palais (entrambe a Parigi nel 2009). L’artista vanta inoltre collaborazioni ad alto contenuto artistico e creativo con aziende del calibro di Guerlain, Air France, Lacoste e Perrier.

Di origini domenicane e cresciuto ad Harlem, JonOne inizia a fare graffiti sui muri del suo quartiere all’età di 17 anni con il nome di Jon156 fondando poi nell’84 il gruppo 156 All Starz, una crew storica di New York. Qualche anno dopo si sposta a Parigi, città in cui vive e lavora attualmente, riscuotendo un grande successo internazionale con le opere di fine art. Il 1º gennaio 2015 riceve la Legion d’onore dalla Repubblica francese, e la sua opera Liberté, Égalité, Fraternité viene inaugurata a Palazzo Borbone, sede dell’Assemblea nazionale.

Lo stile unico che caratterizza l’opera di JonOne, a metà tra i graffiti e l’Espressionismo astratto, scaturisce dalla combinazione di tre principali elementi: la calligrafia, il colore e la materia pittorica, che insieme invadono l’intera superficie dell’opera. Ispirate dal dinamismo e dalla vitalità della città, le opere dell’artista emanano una straordinaria energia proprio grazie all’intersecazione continua delle linee e all’estrema brillantezza dei colori impiegati.

Il concetto alla base della mostra Predictably irrational parte dalla riflessione sull’opposizione tra caos e controllo, tra ciò che prevediamo e l’inaspettato, tra pianificazione e improvvisazione. La dinamica che sottende queste situazioni fa parte della vita di tutti i giorni: cerchiamo di controllare e prevedere gli avvenimenti, ma molto spesso questi sfuggono al nostro controllo, e viceversa in ciò che è imprevedibile possiamo talvolta poi trovare un perché, un senso o un ordine.

Da una parte, le opere di JonOne sembrano emergere da un gesto spontaneo, istintivo e libero da ogni restrizione, eppure la composizione estetica risulta al contempo attentamente studiata, con ogni intervento scaturito da una precisa intenzione. Dall’altra parte, la simmetria originata dalla ripetizione calligrafica viene costantemente scossa dalle potenti sovrapposizioni di colori. JonOne trasferisce metaforicamente la vita stessa nella sua opera, leggibile come il risultato del sottile equilibrio creato dall’opposizione tra caos e controllo.

In mostra saranno presentate nuove opere di diversi formati realizzate su tela con acrilico, olio e inchiostro. L’artista creerà le opere appositamente per la mostra a Wunderkammern.


Cultural Partner: Institut français Milano
Media Partners: Widewalls, www.zero.eu, Modalità Demodè, FACE Magazine
Technical Partners: N'Ombra De Vin, Different Photography, Graffitishop

Wunderkammern Milano
via Ausonio 1A, Milano (M2 e Bus 94 fermata Sant’Ambrogio)
wunderkammern@wunderkammern.net
+39 02 84078959

ingresso libero
orari di apertura: dal martedì al sabato dalle 11 alle 19


pubblica:

Anime Urbane di Paolo Crocenzi / Collaze di Cinzia Aze

$
0
0

Collage su Polaroid di Cinzia Aze
24 marzo 2016 ore 17:00
Prima Torre // via salita alla Rocca //Città di San Marino
dal 24 al 28 marzo
dalle 9 alle 17

Mostra Fotografica di Paolo Crocenzi "ANIME URBANE"
24 marzo 2016 ore 18:30
Museo Pinacoteca San Francesco
via Basilicius // Città di San Marino
dal 24 marzo al 31 Maggio
dalle 9 alle 17

A cura degli Istituiti Culturali Musei di Stato


pubblica:

Kati Tuominen - Niittylä. Kuvia

$
0
0

Kati Tuominen - Niittylä. Kuvia
Vernissage: mercoledì 30 marzo 2016, ore 18.30


Inaugura mercoledì 30 marzo alle Officine Saffi di Milano la prima personale in Italia dedicata all’artista finlandese Kati Tuominen - Niittylä (Helsinki, 1947). La mostra, che ha ricevuto il patrocinio dell’ambasciata di Finlandia a Roma, rappresenta un percorso intimo e approfondito sull’attività di questa artista eclettica che si snoda e si interseca tra la creazione di pezzi unici e la produzione di design.

Officine Saffi prosegue l’indagine sull’arte nordica, presentando al pubblico dal 31 marzo al 27 maggio la mostra Kati Tuominen - Niittylä. Kuvia. Una summa della poetica dell’artista, un viaggio che parte dai ricordi dell’infanzia, nella campagna finlandese, e da cui prendono origine le sue creazioni, così come esplicitano i nomi di alcune opere: Inverno, Pioggia (Sade), Brina (Kuura).
Ed è l’Immagine (Kuva) il fulcro che dà il titolo alla nuova serie di lavori presentata alle Officine Saffi di Milano. Istantanee di presenze piene, dense, delineate da tratti minimali e semplici, che sembrano aver raggiunto l’equilibrio tra forma, movimento e spirito. Un esercizio dello spirito, come nella pratica del Kyudo cui l’artista si dedica per giungere attraverso la disciplina, al massimo livello di comprensione dell’essere delle cose.

Forme senza tempo, che attingono ad un passato ancestrale e che tuttavia lasciano trasparire una coscienza cittadina moderna. “Le forme hanno un messaggio. Ognuno di noi ha le proprie esperienze, idee, o visioni della vita attraverso le quali il messaggio delle forme viene filtrato”.
Ed è proprio il nostro filtro individuale, per la Tuominen, che ci porta verso un oggetto, trovando in esso qualcosa di intimamente significativo.

Materiale d’elezione è l’argilla, che Kati Tuominen sceglie per la sua duttilità e la sua assenza di forma che la rende potenzialmente e infinitamente plasmabile. Il processo di creazione parte proprio dal materiale. “La creazione significa liberazione attraverso la forma … ma il lavoro e la creazione - continua Kati - sono anche una questione di conoscenza. Con questo intendo che un artista debba conoscere il materiale con il quale lavora”. Una scelta, quella della ceramica, dettata anche dalla fascinazione per la forma classica.

Alla semplicità e linearità delle forme, si contrappone l’intensa lavorazione delle superfici delle sue opere di ricerca. Superfici dense, segnate, oggetti vissuti su cui la vita ha lasciato la propria impronta. Tracce che “possono essere lette attraverso le emozioni e gli istinti”. Nel realizzarle, Kati Tuominen utilizza “frammenti di materia per arrivare ad una dimensione che dia significato al tutto”. Del suo lavoro dice: “Non creo lavori, creo momenti vissuti, tracce lasciate dalla vita. Le forme e i colori riflettono una presenza, del tempo, del luogo, dell’uomo, in questo preciso momento, tra passato e futuro”.


BIO
Kati Tuominen – Niittylä nasce ad Helsinki nel 1947. Si diploma all’università di Arte e Design di Helsinki come ceramista nel 1976. A partire dal 1980 collabora con la prestigiosa manifattura Arabia come artista e designer.
Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali e collettive, in Europa, negli Stati Uniti, in Giappone e Korea, ed i suoi lavori sono nei maggiori musei e in diverse collezioni private.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il Kaj Franck Scholarship in Finlandia nel 2007, il Design Plus in Germania, il Grand Prix e la Menzione d’onore al concorso di Mino in Giappone.


KATI TUOMINEN - NIITTYLÄ. KUVIA
Milano, Officine Saffi (Via A. Saffi, 7)
31 marzo – 27 maggio 2016

Inaugurazione: mercoledì 30 marzo 2016, ore 18.30 - 21.00

Orari: dal lunedì al venerdì 10,00 -18,30. Sabato 11,00 – 18,00.
Domenica su appuntamento.
Ingresso libero



Info per il pubblico
Tel.: +39 02 36 68 56 96
e-mail: info@officinesaffi.com
www.officinesaffi.com

Info per la stampa
Francesca Salvatore
Tel.: +39 02 36 68 56 96
e-mail: f.salvatore@officinesaffi.com
www.officinesaffi.com


pubblica:

Matematica e Bellezza. Fibonacci e il Numero Aureo

$
0
0


Dal 23 marzo 2016 al 15 novembre 2016

ANDRIA | BARI
Castel del Monte

CURATORI: Antonino Zichichi

ENTI PROMOTORI:
MiBACT
Direzione per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia


Il Polo Museale della Puglia ospita in Castel del Monte dal 24 marzo al 15 novembre 2016 la mostra "Matematica e Bellezza. Fibonacci e il Numero Aureo".
La mostra, come spiega Fabrizio Vona, direttore delPolo Museale, è dedicata al connubio tra due discipline, l'Arte e la Matematica, che nell'immaginario collettivo sembrano viaggiare su strade parallele, ma che sono in realtà strettamente connesse tra loro.
L'armonia sottesa all'idea stessa di arte trae la sua ragion d'essere dal rigore delle proporzioni e dall'esatta applicazione dei rapporti numerici.

La mostra, curata dal professor Antonino Zichichi, è ospitata in quattro sale del castello al pian terreno in cui le riproduzioni dei capolavori di Botticelli, Giorgione, Giotto, Leonardo da Vinci, una planimetria di Castel del Monte e del suo portale sono poste in relazione con opere di artisti contemporanei quali Alberto Biasi, Gragorio Botta, Bruno Ceccobelli, Giorgio de Chirico, Piero Guccione, Giacomo Manzù, Piero PizziCannella e Oliviero Rainaldi. Sulle riproduzioni è disegnato il rapporto aureo, mentre sulle opere contemporanee il visitastore potrà individuarlo attraverso un approccio interattivo. Completamento e integrazione della mostra la sezione didattica in cui l'approccio ludico-intuitivo-interattivo e la video guida del professor Zichichi, consentirà al visitatore di comprendere il concetto di Numero Aureo.
Con questa mostra il Polo fa il suo esordio nelle iniziative di valorizzazione dedicate a Castel del Monte avvalendosi della preziosa organizzazione delle società IL Cigno GG Edizioni di Roma della società Nova Apulia, supportate dalla World Federation of Scientist e dall'Accademia Pugliese delle Scienza.

L'inaugurazione si terrà il giorno 23 marzo alle ore 18:30 presso Castel del Monte. Interverranno il direttore del Polo, Fabrizio Vona, il direttore di Castel del Monte, Alfredo de Biase, Tommaso Morciano di Nova Apulia e Lorenzo Zichichi de Il Cigno GG. L'introduzione alla mostra e al concetto di Numero Aureo sarà affidata alla strordinaria competenza del professor Antoniono Zichichi.

N.B. Una sezione distaccata della mostra sarà visitabile gratuitamente dal prossimo 15 aprile presso Palazzo Sinesi a Canosa di Puglia. L'ampliamento della mostra è stato voluto dal direttore del Museo, Alfredo de Biase, per incentivare il visitatore ad ampliare la conoscenza del vasto e prezioso patrimonio culturale presente sul territorio. L'inaugurazione presso palazzo Sinedsi si terrà venerdì 15 aprile 2016 alle ore 18:30.


pubblica:

Dove va la fotografia? Incontro con Gianni Leone

$
0
0


Bari, 2012
FINISSAGE: GIANNI LEONE. Inventario: 1979 - 2015
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
Polignano a Mare

2 aprile alle 18,30

Dove va la fotografia? Incontro con Gianni Leone, Enzo Velati, Christian Caliandro. Modera Berardo Celati

Dopo il successo della mostra Gianni Leone. Inventario 1979 -2015 la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare prosegue il suo percorso di riflessione e analisi sui temi importanti del dibattito artistico e creativo contemporaneo con l’incontro, realizzato in occasione del finissage intitolato Dove va la fotografia?
L’appuntamento che si terrà il 2 aprile alle 18,30 vedrà la partecipazione di Gianni Leone, Enzo Velati, storico dell’arte, Christian Caliandro, storico e critico d’arte, moderati da Berardo Celati, fotografo, che si confronteranno su quali sono le strade che sta intraprendendo la fotografia, sempre più apprezzata oggi, ma anche sempre più bisognosa di un lavoro di archiviazione e di storicizzazione, così come di essere riconsiderata alla luce delle nuove tendenze e tecniche contemporanee. Con questa mostra e questo incontro, la Fondazione Pino Pascali rende un doveroso omaggio ad un artista, Gianni Leone, che ha contribuito notevolmente al rinnovamento artistico del panorama culturale nazionale e alla valorizzazione dell’arte e della cultura pugliese, anche grazie all’esperienza della mostra Viaggio in Italia, che si svolse a Bari nel 1984, a cura di Luigi Ghirri, Enzo Velati e Leone stesso. Come la lezione di Viaggio in Italia si può declinare in chiave contemporanea? Quali insegnamenti possono trarre i giovani fotografi e come il percorso affrontato negli anni ’80 da quei maestri può essere riattualizzato oggi? I relatori si confronteranno su questi ed altri argomenti.

La Fondazione Pino Pascali ha colto inoltre lo spunto lanciato nel corso della cerimonia inaugurale della mostra di dare vita ad un confronto virtuoso su queste fondamentali ricerche artistiche. Sono dei primi importanti passi per il Sud Italia che possiede una storia molto solida nella fotografia di cui Gianni Leone è uno dei maggiori protagonisti, ma che ancora dispone di pochissimi centri dedicati al suo studio e alla archiviazione.

Nato a Bari nel 1939, nella cui Università ha insegnato Storia delle dottrine politiche, Gianni Leone inizia a fotografare nel 1979 nel contesto di un'intensa attività di animazione culturale: dal 1981 al 1985 dirige la galleria Spazio Immagine dove espone la prima ricerca, "Letture", e fino al 1983 promuove gli "Incontri di Spazio Immagine", intensi cicli di conferenze e letture, affiancati da esposizioni monografiche, di respiro nazionale e internazionale. Tra gli altri coinvolge Luigi Ghirri, Mario Cresci, Giovanni Chiaramonte - che lo invita alla collettiva "Luogo e identità della Fotografia contemporanea Europea" (1982) - e Guido Guidi. Nel 1984 cura insieme a Luigi Ghirri ed Enzo Velati, con testi di Quintavalle e un racconto di Gianni Celati, il fondamentale Viaggio in Italia con il volume edito da Il Quadrante di Alessandria ed una mostra di oltre 300 scatti presso la Pinacoteca Provinciale di Bari. Il progetto ribalta completamente la visione del Bel Paese, offrendo con uno sguardo inedito luoghi marginali, abbandonati, province, spiagge solitarie, casini, angoli deserti.

Ha svolto, inoltre, collaborazioni e ricerche come Fasti barocchi (sul barocco napoletano, 1984), Giardini d'Europa (1988), Ritorno al mare (1994), Nuovo Paesaggio italiano (1998), Mediterranea, Verde e Vintage (2005, 2008), e le più recenti Poi (2010) e Casa Ghirri (2011), intense riflessioni sugli spazi della perdita. Leone continua a realizzare i suoi Vaghi Paesaggi, vedute del vagabondare, della bellezza, dell'indeterminazione splendida e continuamente mutevole dall'esterno in cui, imperfettamente, ci si specchia.


Info:
finissage: 2 aprile 2016 ore 18,30
Gianni Leone. Inventario 1979 - 2015 rimarrà aperta fino al 3 aprile 2016. In occasione del finissage l’ingresso alla mostra è gratuito.
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13 / 17-21. Lunedì chiuso.
Visite su appuntamento, tel 080.424.9534 -333.2091920
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 - 70044 POLIGNANO A MARE (BA) - PH/fax: +39 080 4249534



pubblica:

APR Ten more ten_#9 — vedovamazzei — next to normal

$
0
0


A chiudere il ciclo di monografiche all'interno del programma ten more ten, la Galleria Umberto Di Marino è lieta di presentare, venerdì 1 aprile 2016, una nuova personale di vedovamazzei, un omaggio reciproco al dialogo sviluppato sin dalla mostra che inaugurò la sede napoletana nel 2005.
Il percorso espositivo si articola, dunque, attraverso una serie di lavori realizzati negli ultimi dieci anni e ancora poco noti al pubblico italiano, proponendo una riflessione rispetto ad alcune prospettive storiche piuttosto controverse e considerate critiche per l'identità europea.
L'esplorazione del distacco dello sguardo apre la possibilità di condensare in icona e sintesi estetica le diverse letture di eventi traumatici che hanno scosso la coscienza collettiva, mettendone a strenua prova i principi di appartenenza alla comunità internazionale.
Il primo lavoro, appositamente prodotto per l'occasione, riporta nel segno grafico la drammaticità del confronto col massacro di Srebrenica del 1995 quando, nella tristemente nota fabbrica degli orrori, i caschi blu olandesi permisero le sevizie e l'uccisione di migliaia di bosniaci musulmani ad opera dei serbi di Ratko Mladic. La porta d'ingresso della galleria resta graffiata, attraverso la tecnica della sabbiatura, dalla rabbia di una delle scritte ritrovate in quelle stanza, che recita « UN united nothing ». I graffiti schernitori e insultanti degli aguzzini, invece, vengono ancora mappati su un paio di guanti per riappropriarsi di una frattura angosciosa nella memoria storica della politica occidentale, lasciando traccia di quelle mani che troppo facilmente si sfilarono di dosso le tragiche conseguenze di quei giorni.
In parallelo, la serie di ritratti Nine smiling communists (2007) fa riferimento all'ipocrita atteggiamento bonario adottato dagli intellettuali europei rispetto ai crimini della dittatura comunista. Il riferimento al testo di Martin Amis Koba il Terribile. Una risata e venti milioni di morti viene qui sottolineato dall'azione di ridurre in brandelli gli stessi ritratti, ridimensionarli e insieme riconsiderare il carisma esercitato da alcuni di quei leader sulla cultura occidentale.
La stessa comunità intellettuale che, di lì a pochi decenni, transiterà in processione nella piccola casa della campagna francese (The most visited place ever) che ospitò il dorato esilio di uno dei maggiori responsabili della repressione dei diritti civili in Iran: Ruhollah Khomeyni.
Il fallimento del tentativo di quel dialogo allunga la sua ombra fino agli attuali conflitti e trova uno dei più imponenti momenti di spettacolarizzazione nella cattura di Bin Laden con conseguente distruzione della sua ben più modesta ultima abitazione in Afghanistan (The most wanted place ever). A ribadire lo spirito naive di certe iniziative, vedovamazzei consegna il compito di riprodurre quei luoghi allo sguardo paesaggistico di un pittore napoletano. Accanto, un comodo punto di osservazione viene offerto allo spettatore grazie al divano dorato esposto ad Istanbul “Dawn of Tomorrow”, Contemporary Art in Italy from Italian Collectors, Museum of Contemporary Art. Sul retro la frase «Anything goes» sembra mettere in guardia rispetto al fatto che qualcosa sfugge sempre al controllo se ci si assopisce nello spirito critico.
Infine Next to normal (2010), lo scarabocchio privo di senso, gesto estremo di quotidianità di un bambino ebreo poi deportato in un campo di concentramento, rimane come monito emblematico all'irrazionalità violenta da cui siamo afflitti: la stessa che, a distanza di tempo, possiamo guardare epurata dall'emotività della ragion politica, percependo in tutta la sua evidenza la banalità del male.
vedovamazzei

Gruppo fondato il 02/01/1991. Stella Scala / Simeone Crispino. Vivono e lavorano a Milano
Principali mostre personali e collettive:
2015
UN united nothing, a cura di Gianluca Riccio, Certosa di S.Giacomo, Capri
2014
The end of a work never made, (Non Basta ricordare) tre giorni di performance Maxxi Museum, Roma
Myopia Anthology, Magazzino, Roma
2013
Non Basta Ricordare, collezione Maxxi, a cura di Hou Hanru. Roma
Exquisite Corpse, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois, Paris.
2012
No Necestitas Suerte, Istituto Italiano di cultura -Galeria Fucares, Madrid
Cara domani. Opere dalla Collezione Ernesto Esposito, a cura di Caroline Corbetta, MAMbo, Bologna.
Una magnifica ossessione, MART di Rovereto.
Dormitorio pubblico, Ugo Mulas 1954, a cura di Marianna Vecellio, Campoli Presti Gallery, Parigi.
2011
Terrible Beauty—Art, Crisis, Change & The Office of Non-Compliance, a cura di Christian Viveros-Faunè e Jota Castro, Dublin Contemporary
REBUS, a cura di Mario Codognato, Simon Lee Gallery, London.
2009
25Aprile, vedovamazzei, Galerìa Fùcares, Madrid, Spagna.
2008
Focus on Contemporary Italian Art, MAMbo, Bologna.
11 dicembre, Galleria Umberto Di Marino, Napoli.
Dawn of Tomorrow, Contemporary Art in Italy from Italian Collectors, Proje4L/Elgiz Museum of Contemporary Art, Istambul.
2007
Public Art Projects Art 38 Basel, Basilea.
Fit To Print, Gagosian Gallery, NYC
2006
Greatest hits vedovamazzei”, a cura di Mario Codognato, M.A.D.R.E. Napoli.
2005
vedovamazzei, Praz-Delavallade. Parigi.
Ma c’è proprio bisogno dell’aldilà?, Galleria Umberto Di Marino, Napoli.
Fuori Tema, XIV Edizione della Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Roma
War is over, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Maria Cristina Rodeschini Galati, Gamec, Galleria d’arte moderna e contemporanea, Bergamo
2004
vedovamazzei, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
2002
3eme Biennale de Montrèal, a cura di Claude Gosselin, Montrèal, Canada
2000
Soggettività e Rappresentazione, a cura di Giorgio Verzotti e Francesco Bernardelli, Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, Rivoli, Torino
1999
Vedovamazzei, Galleria Artra, Milano
1995
Vedovamazzei, Studio Guenzani, Milano.
Beyond the borders, Kwanjiu Biennal, Kwanjiu, Korea

Press release
To complete the cycle of monographic exhibitions organised for the ten more ten programme, the Galleria Umberto Di Marino is delighted to present a new solo show by vedovamazzei on 1 April 2016. It is a mutual tribute to the dialogue that has continued unabated since the exhibition that was held for the opening of our Naples gallery in 2005.
The exhibition consists of a series of works produced over the last ten years which are still largely unfamiliar to the Italian public. They provide a way of reflecting on several rather controversial historical views considered crucial for European identity.
By exploring a detached viewpoint, various interpretations of the traumatic events that have shaken the collective conscience can be condensed into an icon and an aesthetic synthesis, questioning the principles of membership of the international community.
The first work, made specially for the exhibition, illustrates the horror and atrocity of the massacre of Srebrenica in 1995 when Dutch UN peacekeeping troops allowed Serbian forces under Ratko Mladic to torture and kill thousands of Bosnian Muslims. The gallery entrance is covered in sandblasted graffiti that expresses the anger contained in the words written on the walls of the rooms: “UN united nothing”. Other examples of graffiti containing jibes and insults from the torturers and perpetrators are mapped onto a pair of gloves to regain possession of a worrying lapse in the historical memory of western policy, leaving a trace of those who washed their hands of all responsibility for the tragic events during this period.
Simultaneously, the series of portraits Nine smiling communists (2007) refers to the hypocritically benevolent approach of European intellectuals towards the crimes committed by the Communist dictatorship. The reference to the text by Martin Amis Koba the Dread: Laughter and the Twenty Million is emphasised here by reducing the portraits to shreds, reducing them in size and reconsidering the charisma exerted by some of these leaders over western culture.
This is the same intellectual community who, a few decades later, would visit the small house in the French countryside (The most visited place ever) which was the luxurious exile of the person largely responsible for the repression of human rights in Iran: Ruhollah Khomeyni.
The failure of the attempt to engage in dialogue has cast its shadow over events culminating in current conflicts. One of the most spectacular examples of this failure was the capture of Bin Laden with the destruction of his much more modest last residence in Afghanistan (The most wanted place ever). To emphasise the naïve spirit of some initiatives, vedovamazzei leaves the task of reproducing these places to the eye of a Neapolitan landscape painter. Beside it, the viewer is provided with a comfortable observation point in the form of a gilded sofa displayed at the Proje4L Elgiz Museum of Contemporary Art in Istanbul (2008). On the back, the words “Anything goes” seem to be a warning that something will always escape our attention if our critical faculties are not on full alert.
Lastly, the work Next to normal (2010) is a meaningless doodle, an extreme everyday gesture of a Jewish child who was sent to a concentration camp. It remains a stark reminder of the irrational violence that afflicts humanity: with the passage of time, we can observe the same violence stripped of the emotional baggage of political views, highlighting the utter banality of evil.
vedovamazzei
Group founded in 02/01/1991. Stella Scala / Simeone Crispino. They live and work in Milan


Selected solo and group exhibitions
2015
UN united nothing, curated by Gianluca Riccio, Certosa di S.Giacomo, Capri
2014
The end of a work never made, (Non Basta ricordare) three days performance Maxxi Museum, Rome
Myopia Anthology, Magazzino, Rome
2013
Non Basta Ricordare, collezione Maxxi, curated by Hou Hanru. Roma
Exquisite Corpse, Galerie Georges-Philippe et Nathalie Vallois, Paris.
2012
No Necestitas Suerte, Istituto Italiano di cultura -Galeria Fucares, Madrid
Cara domani. Opere dalla Collezione Ernesto Esposito, curated by Caroline Corbetta, MAMbo, Bologna.
Una magnifica ossessione, MART di Rovereto.
Dormitorio pubblico, Ugo Mulas 1954, curated by Marianna Vecellio, Campoli Presti Gallery, Paris.
2011
Terrible Beauty—Art, Crisis, Change & The Office of Non-Compliance, curated by Christian Viveros-Faunè and Jota Castro, Dublin Contemporary
REBUS, curated by Mario Codognato, Simon Lee Gallery, London
2009
25Aprile, vedovamazzei, Galerìa Fùcares, Madrid, Spain
2008
Focus on Contemporary Italian Art, MAMbo, Bologna.
11 dicembre, Galleria Umberto Di Marino, Napoli.
Dawn of Tomorrow, Contemporary Art in Italy from Italian Collectors, Proje4L/Elgiz Museum of Contemporary Art, Istambul.
2007
Public Art Projects Art 38 Basel
Fit To Print, Gagosian Gallery, NYC
2006
Greatest hits vedovamazzei”, curated by Mario Codognato, M.A.D.R.E. Napoli.
2005
vedovamazzei, Praz-Delavallade. Paris
Ma c’è proprio bisogno dell’aldilà?, Galleria Umberto Di Marino, Napoli.
Fuori Tema, XIV Edizione della Quadriennale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni di Roma, Roma
War is over, curated by Giacinto Di Pietrantonio, Maria Cristina Rodeschini Galati, Gamec, Galleria d’arte moderna e contemporanea, Bergamo
2004
vedovamazzei, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
2002
3eme Biennale de Montrèal, curated by Claude Gosselin, Montrèal, Canada
2000
Soggettività e Rappresentazione, curated by Giorgio Verzotti and Francesco Bernardelli, Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, Rivoli, Torino
1999
Vedovamazzei, Galleria Artra, Milano
1995
Vedovamazzei, Studio Guenzani, Milano.
Beyond the borders, Kwanjiu Biennal, Kwanjiu, Korea

Galleria Umberto Di Marino - Via Alabardieri 1, 80121, Napoli
Tel. +39 081 0609318 Fax +39 081 2142623


pubblica:



Princìpi di aderenza

$
0
0

Princìpi di aderenza

opere di Bianco-Valente, Daniele D’Acquisto, Michele Guido, Andrea Magaraggia,
Marco Andrea Magni, Antonio Marchetti Lamera, Marco Scifo e Giovanni Termini

a cura di Lorenzo Madaro

Castello Silvestri, Calcio (Bergamo)
24 aprile – 1 maggio 2016
opening 23 aprile ore 18.30


La mostra, promossa dal Comune di Calcio, propone opere installative di otto artisti italiani in stretto dialogo con gli spazi dell’antica dimora, che sorge sulle rovine di una villa romana del II secolo d.C. Le sale del piano nobile ospitano così le opere degli artisti per favorire un primo e studiato cortocircuito con la contemporaneità in questo luogo pregno di storie e mutamenti. Gli otto artisti – legati a diverse ricerche e linguaggi, dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura – sono però idealmente legati da una “aderenza” con ciò che è reale (storie, oggetti, riflessioni sociali e culturali). Un rapporto, quello con le diverse declinazioni di “realtà”, che si sviluppa naturalmente con approcci differenti, anche con interventi site-specific e progetti inediti. D’altronde, per dirla con Luciano Fabro, “Il rapporto con le cose è sempre un rapporto di non appropriazione. [Ma] di essere parte di… di essere aderente, come due persone che si abbracciano”. La mostra sarà accompagnata da un catalogo con testi critici di Lorenzo Madaro, apparati biografici, bibliografici ed espositivi degli artisti invitati e una documentazione fotografica delle opere installate all’interno delle sale del castello Silvestri. La pubblicazione sarà pertanto una testimonianza della convivenza – dialettica e sorprendente – tra le opere della contemporaneità e la storia e le memorie custodite nelle sale.

Princìpi di aderenza, a cura di Lorenzo Madaro
Opere di Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente; lavorano insieme dal 1994; vivono e lavorano a Napoli); Daniele D’Acquisto (Taranto 1978; vive e lavora a Fiorenzuola d’Arda – Piacenza), Michele Guido (Aradeo – Lecce, 1976; vive e lavora a Milano), Andrea Magaraggia (Valdagno-Vincenza, vive e lavora a Milano), Marco Andrea Magni (Sorengo – Svizzera, 1975; vive e lavora a Milano), Antonio Marchetti Lamera (Torre Palavicina – Bergamo, 1964; dove vive e lavora), Marco Scifo (Ragusa, 1977; vive e lavora a Milano) e Giovanni Termini (Assoro – Enna, 1972; vive e lavora a Pesaro).


Castello Silvestri, piazza Silvestri 1
24054 Calcio (Bergamo)

Inaugurazione: sabato 23 aprile alle ore 18.30.
La mostra sarà visitabile tutti giorni dalle ore 19 alle 23; nei giorni festivi – 24 e 25 aprile 1 maggio - dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 23.

Info: Comune di Calcio (orari ufficio) 0363.96.84.44 – info@comune.calcio.bg.it



pubblica:




Parliamo di Immagine con LIUBA

$
0
0

Sesto appuntamento
23 marzo 2016 ore 18.30
Piano C, via Simone d’Orsenigo, 18
Luca Panaro incontra Liuba

Con Luca Panaro, che ogni mese organizza nei nostri spazi diversi workshop dedicati alla fotografia, vi proponiamo un ciclo di appuntamenti, "Parliamo di Immagine", pensati per incontrare alcuni degli artisti più affermati che lavorano a Milano.
Spazieremo dalla fotografia alla videoarte e ci faremo guidare da parole e immagini, per descrivere le avanguardie che rendono protagonista la nostra città.

Protagonista del sesto appuntamento è LIUBA. Performance artist e videoartist, il suo lavoro è centrato su tematiche sociali, sulla critica al sistema dell’arte e sulle contraddizioni della vita quotidiana, con un approccio spesso ironico. Ha esposto e fatto performance in varie parti del mondo, tra cui The Armory Show a New York, la Biennale di Venezia, il PAC di Milano, Art Basel, Scope London, Artissima Torino, Grace Exhibition Space, Brooklyn.

***Luca Panaro è critico d’arte e curatore. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera e al Politecnico di Milano. Tra i suoi libri: Tre strade per la fotografia (Apm 2011) e Casualità e controllo (Postmedia 2014).

Piano C
via Simone d’Orsenigo, 18
Milano
02 8905 5343
Ingresso Libero

pubblica:

I'm just a Pecorò

$
0
0


Un collettivo italiano fuori dagli schemi, una mostra che non è una mostra, questo è I'm just a Pecorò, l’evento che occuperà la galleria ARTCORE da venerdì 8 Aprile.
Papi Teodori y Los mamasitos de la cumbia, è il nome che raccoglie tre giovani artisti di diverse nazionalità: Stefano Teodori Italia, Isabel Mirallas Pindado "La Ruman" Spagna e José Manuel Guasco Vital Messico, un gruppo formatosi per caso, dalla forte componente critica, e satirica che mette in video e in mostra senza filtri e pudori la situazione attuale.
Il kitch impera in tutte le sue forme, nei testi, nelle immagini, nella pittura di Isabel, nella scelta degli eventi. Maniere basse, spicciole, senza alcuna raffinatezza pervadono le diverse forme pseudo-artistiche che i tre sfruttano a seconda dei temi e delle esigenze, un tripudio di colori e culture che si mescolano in una estetica unica, estremamente riconoscibile e priva di qualsiasi educazione.
Più volte banditi per la forma sboccata, più volte bloccati dalla rete per i contenuti provocatori, saranno loro ad animare la serata di inaugurazione e il periodo di esposizione per i prossimi mesi, e senza alcun limite metteranno in mostra quelle che sono le loro modalità di fare arte, di abbassare la cultura e la critica al livello dell’intrattenimento, del divertimento, della derisione fastidiosa e sconcertante.
Oltre all'esposizione dei lavori pittorici e scultorei di Isabel, alcuni realizzati su commissione per volontà del pubblico barese, il progetto prevede una serie di interventi dentro e fuori dallo spazio della galleria, che indagheranno il tessuto cittadino, le sue dinamiche, i luoghi di aggregazione e le persone che li abitano, eventi danzanti, vendite di prodotti improbabili e video promozionali che richiederanno la presenza attiva dello stesso pubblico troppo spesso abituato alla canonica fruizione contemplativa e passiva dell’arte.
Un progetto che la galleria ospita con coraggio e determinazione nonostante la sua distanza rispetto alla consueta attività espositiva, proprio per riflettere su una modalità differente, partecipata, divertita e coinvolgente di vivere gli spazi dedicati alla cultura, e promuovere giovani talentuosi nonostante la loro “inadeguatezza” rispetto al riconosciuto sistema culturale.

ARTCORE
via N. De Giosa, 48/1°piano_Bari
info@artcore.it

SACROSANCTUM #13 CATERINA SILVA

$
0
0

SACROSANCTUM #13

CATERINA SILVA
ORATORIO DI SAN MERCURIO – PALERMO


25 marzo – 27 aprile 2016


"Un’azione che si rivela nella sua impotenza.
Una lingua inaccessibile. Un esercizio di non potere.”
Caterina Silva


Venerdì 25 marzo, alle ore 19:30, si inaugura SACROSANCTUM#13 all’oratorio di san Mercurio di Palermo (largo san Giovanni degli Eremiti) con l’opera dell’artista romana Caterina Silva.

Lontana da una pratica pittorica ridondante e adulterata, Caterina Silva predilige uno stile immediato e intuitivo, distante da rigide sovrastrutture linguistiche e da classici sistemi di classificazione. Sparizione, occultamento, frammentazione, prendono corpo in grafemi dal forte accento emozionale, lasciando l’osservatore libero di creare le sue personali associazioni.

Il suo è uno stile vibrante e antiretorico, permeato da una gestualità libera e da un profondo carattere istintuale. Ad essere sviscerate sono le emozioni primarie, una connaturata tensione verso l’atto creativo enucleata attraverso un immaginario sintetico ed evocativamente suggestivo: "considero la pittura un mezzo per sondare le parti oscure della mente, quello che non è possibile spiegare a parole ma che esiste e diventa materia” (Caterina Silva, 2015).

La rassegna, promossa e sostenuta dall’Associazione Amici dei Musei Siciliani e qui giunta al suo tredicesimo appuntamento è a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto. Scopo imprescindibile è innescare un processo virtuoso, promuovere la tutela del patrimonio monumentale attraverso il valore testimoniante degli artisti. A passare il testimone gli artisti Joseba Eskubi, Mario Consiglio, Stefano Canto, Franko B, Lorenzo Scotto Di Luzio, Luca Pancrazzi, Thomas Braida, Jota Castro, Sandro Mele, Ciprì e Maresco, Greta Frau e Fabio Sgroi, promotori di un’inedita campagna di sensibilizzazione il cui fine è gettare un faro sul delicato tema della tutela del patrimonio monumentale e culturale.

Bio
Caterina Silva (Roma, 1983) ha recentemente concluso una residenza presso la Rijksakademie di Amsterdam (2014 – 2015). Tra le mostre personali figurano “tbc(august)”, Bosse&Baum (Londra, 2015); “Soggetto. Oggetto. Abietto.”, Riccardo Crespi Gallery (Milano, 2015); “Fear eats the soul, the soul eats Fear”, Riccardo Crespi Gallery (Milano,2014) e “Subverting dualities”, VM21 Gallery (Roma, 2010). Numerose sono le partecipazioni ad esposizioni collettive: ”Rijksakademie Open” (Amsterdam, 2015); “Painting now”, Riccardo Crespi Gallery (Milano, 2015); “16° Premio Cairo”, Palazzo della Permanente (Milano, 2015); “The reconfigured painting”, Canal 05 Gallery (Bruxelles, 2015); “Premio Francesco Fabbri”, Villa Brandolini (Pieve di Soligo, 2014); ”Rijksakademie Open” (Amsterdam, 2014); ”She views herself”, Air France (Parigi, 2013); “The punk sister of Agnes Martin” (Roma, 2013); ”IT-Diary of a Neuter”, Private Flat (Parigi, 2012); “Giorni Felici”, Casa Testori (Novate-Milano, 2012); “Reality Show”, Tiziana Di Caro Gallery (Salerno, 2012); “Tutto, 26cc”, Premio Roma Centro Storico, Palazzo Aldobrandini (Roma, 2012); “Nero su bianco” per Eni, Palazzo delle Esposizioni (Roma, 2012); ”Brooklyn Boudoir”, 400S2nd (New York, 2011); ”Impresa Pittura”, Museo C. I. A.C. (Genazzano, Roma, 2010); ”CoLab 07”, Teatro Colosseo (Roma, 2007); “Massma (Ronneby)”, Espacio 01 (Bogotà, 2007); ”Human Solo Show”, ESC Atelier Occupato (Roma, 2007).

Inaugurazione: venerdì 25 marzo 2016, h 19:30
Esposizione: 25 marzo – 27 aprile 2016
visitabile tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00
Prezzo: offerta libera a partire da € 1 per la realizzazione di interventi di ripristino, manutenzione e restauro all’interno di monumenti palermitani.

Ufficio Stampa: Cinzia Di Marco
091 6118168

Oratorio di san Mercurio
Largo San Giovanni degli Eremiti, PalermoTicket: € 3,00 intero; € 2,00 ridotto. Cumulativo con l'oratorio di san Lorenzo



TRACCE. Vari aspetti della pittura astratta

$
0
0


TRACCE
Vari aspetti della pittura astratta
9 Aprile -15 Maggio
(Vernissage 8 Aprile ore 17.00)
Miroslava Hajek

In quest’occasione vogliamo presentare e accostare i dipinti di alcuni pittori, indubbiamente significativi, che affrontano il problema del rinnovamento della pittura da diverse prospettive: esempi opposti di astrazione, dal segno mistico alla forma geometrica più chiara e definita.
Quello che unisce i loro lavori è lo sforzo di superare i limiti del quadro, arrivando persino a voler vedere il pensiero. La nostra immaginazione sul creato aveva già prodotto molte nuove idee, ma ora quella che ne esce accentuata è la consapevolezza della pluridimensionalità.

--

TRACCE
Various aspects of abstract painting
9th April - 15th May
(Vernissage 8th April, 5pm)
Miroslava Hajek

On this occasion we want to present and match the paintings of some artists, undoubtedly significant, facing the problem of the renewal of painting from different perspectives: opposite examples of abstraction, from the mystical sign to a more clearly defined geometric shape.
What unites their work is the effort to overcome the limitations of the painting, bringing the viewer to see their thought. Our imagination on creation had produced many new ideas , but now what comes out is the heightened awareness of the multidimensionality.

Dellupi Arte
Via Ambrogio Spinola, 8, 20149 Milano

pubblica:

Alessia Armeni. Abbaglio nitido

$
0
0

A L'Aquila il 2 aprile 2016 alle ore 18.00, presso Spazio VARCO, si inaugurerà la mostra Abbaglio Nitido di Alessia Armeni.
L'artista presenta una riflessione sulla luce, il colore, la denominazione del colore, che si articola in quattro serie di opere che corrispondono a quattro passaggi.
Il primo è rappresentato dal giorno in cui a L'Aquila è stata realizzata l'opera “24h_painting_l'aquila_29/08/15” in cui il colore che una parete bianca assumeva per 24 ore consecutive è stato campionato e riprodotto sulla tela.
Il secondo passaggio ha coinvolto un quadro della collezione del Museo Nazionale d'Abruzzo, L'Albero della Croce o delle Sette Parole in quanto opera in cui si integrano parola e pittura.
Il terzo è stato dare un nome a sette colori, tra i 24 campionati, scelti a rappresentare ognuna delle parole trascritte nel quadro della collezione.
Il quarto passaggio è stato sezionare e rifondere insieme la matrice cromatica originaria dei 24 colori in un ritorno circolare al momento generativo iniziale.
Abbaglio Nitido è il colore che una parete bianca assumeva alle ore 8:00 il giorno 29 Agosto 2015 a L'Aquila. E' il colore di “Tutto è compiuto”.

La mostra sarà aperta dal 2 al 22 aprile 2016 nei giorni di venerdì, sabato e domenica delle 17.00 alle 20.00 in Via Verdi 6/8 a L’Aquila presso Spazio VARCO. Ringraziamo per il sostegno la Fondazione Carispaq, Raffaelle Panarelli, Melfi Costruzioni, Metania e la asd MACO L’Aquila C5 come sponsor tecnico.

Alessia Armeni (Roma, 1975), si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1999;  Recenti mostre personali sono state Tilt, Spazio Y, Roma (2015), About a Wall, Pescara (2013), Tiempo-Espazio-Luz, la 77, Mexico-city (2011). Tra le esposizioni collettive, sia in Italia che all’estero, si ricordano, I’ll be your Mirror, studio Arianna Giorgi, Milano (2016); Group show, Varco, L'Aquila (2015); Grand Hotel, Riot Studio, Napoli (2015); Displacement, curated by Maria Chiara di Trapani e Ludovica Purini, Alludo Room Gallery, Jochberg, Austria(2015);The Studio Chronicles, RH Contemporary Art, New York (2015); Profil Perdu, curata da Karen Huber, Gallery MC, New-York (2015).

V AR CO - verdiartecontemporanea - spazio che apre ad una dimensione contemporanea in un contesto precario e transitorio nel centro storico dell'Aquila.



pubblica:

Joan Mirò. La forza della materia

$
0
0

Joan Mirò. La forza della materia
dal 25 marzo all'11 settembre 2016

Un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981 dal grande artista catalano.
Il lavoro di Joan Miró, una delle personalità più illustri della storia dell'arte moderna, è intimamente legato al surrealismo e alle influenze che artisti e poeti di questa corrente esercitarono su di lui negli anni venti e trenta. È attraverso di loro che Miró sperimenta l'esigenza di una fusione tra pittura e poesia, sottomettendo la sua opera a un processo di semplificazione della realtà che rimanda all'arte primitiva, al tempo stesso punto di riferimento per l'impostazione di un nuovo vocabolario di simboli e strumento utile a raggiungere una nuova percezione della cultura materiale.

La retrospettiva intende porre l'attenzione su questo ultimo aspetto, mostrando attraverso un'ampia selezione di opere realizzate tra il 1931 e il 1981, l'importanza che l'artista ha sempre conferito alla materia, non solo come strumento utile ad apprendere nuove tecniche ma anche e soprattutto come entità fine a se stessa.

Attraverso la sperimentazione di materiali eterodossi e procedure innovative, l'artista mira a infrangere le regole così da potersi spingersi fino alle fonti più pure dell'arte. Joan Miró. La forza della materia ideata dalla Fundació Joan Miró di Barcellona sotto la direzione di Rosa Maria Malet, Direttrice della Fondazione, propone lavori dalla collezione della Fundació Joan Miró di Barcellona e da quella della famiglia dell'artista.


MUDEC
Museo delle Culture
via Tortona 56, CAP 20144 Milano


pubblica:

Ogi _ Gioia Olivastri. Just a spoonful of sugar helps the medicine go down

$
0
0

Ogi _ Gioia Olivastri
“Just a spoonful of sugar helps the medicine go down”
a cura di Tiziana Tommei


1 – 30 aprile 2016
inaugurazione: venerdì 1 aprile, ore 18:00
Galleria 33 via Garibaldi 33 Arezzo


Galleria 33 festeggia il terzo anniversario e presenta la personale di Gioia Olivastri, in arte Ogi, “Just a spoonful of sugar helps the medicine go down” dal 1 al 30 aprile 2016 nello spazio di via Garibaldi 33 ad Arezzo. Mostra e testo critico sono a cura di Tiziana Tommei.

Il progetto espositivo propone opere inedite, assemblages e collages su tela distinte in tre collezioni: “Scrigni-tubero”, “Collages” e “Archivi”. L’eterogeneità di tecniche e materiali è la più diretta manifestazione della libertà espressiva dell’artista, che in questa occasione ricorre ad objets trouvés, papier collés, tessuti, metalli, porcellane, fotografie, disegni e ricami. Il modus operandi è fatto di gesti lenti, tempo trascorso, profonda riflessione e azione misurata.

La mostra è stata concepita come un percorso che ha origine dal profondo, da una dimensione ancestrale da cui provengono gli “Scrigni-tubero”. Essi rappresentano delle entità primigenie e preziose. Sono diamanti grezzi. Idealmente estratti dalla terra, questi vengono alla luce - e dunque alla coscienza - costituendo il viatico per un viaggio alieno dal concetto di spazio-tempo inteso quale entità misurabile. Rappresentano una sorta di strumenti apotropaici. La forma plastica, ruvida, intricata e poetica degli “Scrigni” si contrappone a quella eterea, candida, luminosa e narrativa della collezione di tele intitolata “Collage”. Esse vanno lette come un racconto in cui le figure, dalle silhouettes leggere e incorporee, emergono silenti, allineandosi su di un palco metafisico e instaurando un dialogo ovattato tra loro e verso lo spettatore. Disegni fatti di tratti spezzati, rapidi e controllati, a suggerire personificazioni di stati d’animo e messaggi allegorici. Seguendo il filo rosso invisibile che collega i lavori esposti si giunge al gradino più alto, gli “Archivi”. Queste opere rappresentano l’esito di una ricerca: l’artista recupera dal passato, dalla sua storia, frammenti eterogenei per materia e genere – disegni, appunti, fotografie, schizzi, oggetti, gioielli – e li compone secondo un criterio uniforme, di matrice formale ed estetica, cromatica ed architettonica. Assemblages e collages di momenti vissuti, fermati nel passato, ma mai perduti. Composizioni che non obbediscono a principi cronologici o tematici e nelle quali ogni componente rappresenta una cellula autonoma, un’opera a sé stante. Le tavole diventano organi e insieme formano un corpo che trova negli Scrigni la sua parte istintuale e nelle tele bianche quella spirituale.



Testo critico
Il mondo di Ogi (Gioia Olivastri) non è fatto di materia e neanche di sogni. Gioia Olivastri è un’artista concettuale, profondamente visionaria e onirica. Tuttavia i contenuti da lei veicolati sono lucidamente realistici e terreni, concreti e crudi, organici e carnali. Concetto, visione e verità. Metafore sinistre travestite da fiabe che attraggono e disorientano, respingono e ipnotizzano.

Ciascuno di noi, vivendo la propria esistenza, evita di mordere la mela. L'uomo contemporaneo, con tutta l'inconsapevolezza di cui è capace, si crede forte di fronte alle tentazioni, al male, al peccato. Si circonda di ciò che incarna la sua idea di bellezza, corre tanto e pensa poco. Prova qualsiasi mezzo che può isolarlo, alienarlo, anestetizzarlo perché non è abituato a soffermarsi. Egli s’incanta di fronte allo specchio, contempla la forma che vi è riflessa non preoccupandosi di conoscere cosa ci sia oltre lo specchio stesso. Attraversarlo - sulla scia del personaggio di Lewis Carroll - significa andare al di là delle apparenze e sondare il profondo, accogliere i mutamenti e nutrire il proprio spirito. Balziamo così dal racconto fantastico alla psicanalisi Junghiana e al moderno I Ching, muovendoci metaforicamente dentro e fuori la tana del Bianconiglio. Il ricorso alla fiaba alimenta una riflessione intorno al concetto di “Ogi-fanciulla”, in ordine al quale la creazione non implica un viaggio a ritroso nel tempo ma isolamento, contemplazione e introspezione, ricerca e conoscenza. In linea con i dettami della filosofia Wabi-sabi, l’arte di Ogi è un omaggio all'imperfezione, ad un’incompletezza ordinata nella quale nulla viene lasciato al caso. Il non-perfetto è ricercato e ponderato, esaltato ed ostentato. Perché è la verità che può salvare il mondo, non la bellezza. La verità non è necessariamente bella, perfetta, buona. Quindi perché un artista dovrebbe raccontare il contrario? Occorre giocare con le apparenze e creare uno scalino tra ciò che viene mostrato e quello che è invece rappresentato. In questa dinamica, l'apparente incanto si autodistrugge per mezzo di una visione più attenta, partecipata, sensibile. Gli intrecci, i nodi, i nascondimenti, le linee spezzate, le interruzioni rendono conto di un'analisi viscerale, senza sconti. Creare è un viaggio verso l'interno che non aggira i punti oscuri: li osserva, li fa a pezzi, li analizza e li confeziona dentro un grazioso pacchetto. È una sorta di esorcismo. Non affannatevi a trovare una parvenza di rassicurazione perché non solo non viene data ma non è permessa. Gioia conferisce alle sue opere l’esteriorità che hanno i nostri inganni e le storie che ci raccontiamo, per poi svelare tutta la loro inconsistenza.


Gioia Olivastri, in arte Ogi, nasce a Cortona (Ar) nel 1963.
Studia illustrazione e fashion design a Firenze. Nel 1988 si trasferisce a Milano, dove collabora come illustratrice per riviste di moda, disegna, crea abiti e accessori. Il percorso artistico di Ogi prende avvio nei primi anni Novanta ed è legato esclusivamente alla pittura. Nella seconda metà dello stesso decennio si assiste ad un passaggio: la virata dalla pittura alla scultura; la scoperta della fotografia; la creazione di gioielli (in realtà opere di arte plastica a tecnica mista). Si registra così uno stacco verso il reale e una nuova ricerca di tangibilità e concretezza. Dal 1995 al 2001 il suo lavoro è seguito da Studio Casoli. Sono anni intensi: progetti espositivi, sia in Italia che all’estero, e importanti collaborazioni. “Blanché Eté” è il titolo della personale allo Studio Caparrelli, tenuta nel 2002 a Londra. Un evento, questo, che segna l’inizio della collaborazione con Alda Caparrelli, mentre risulta pienamente delineata la natura artistica multiforme di Ogi: pittura, scultura, fotografia, installazione, design, illustrazione fino alla curatela. Quest’ultima non deve essere intesa come superamento di un confine, quanto come sintomo ulteriore di una lettura e ricreazione del mondo estremamente personale, che trascende la forma attraverso la quale si manifesta. Continua la sua attività espositiva fino alla più recente personale “In Movimento” a cura di Alda Caparrelli, in mostra nel 2015 a Palazzo Casali a Cortona: un progetto complesso, ricco e diversificato, che ha messo a fuoco gli elementi diversi del percorso artistico costitutivo della personalità eclettica di Gioia Olivastri.


“Just a spoonful of sugar helps the medicine go down” inaugura venerdì 1 aprile alle ore 18 presso Galleria 33 in via Garibaldi 33 ad Arezzo e resta visitabile fino al 30 aprile 2016 aperta da martedì a sabato con orario 11.00/13.00 e 16.30/19.30 o su appuntamento.


Galleria 33 / info@galleria33.it / +39 339 8438565 / galleria33.it


pubblica:
Viewing all 1404 articles
Browse latest View live