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FocarArte_Daniel Buren e gli artisti della #Focara17 in mostra

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Nell’ambito del progetto #FocarArte, diretto da Giacomo Zaza, presso il Palazzo Baronale Novoli (Lecce), in Piazza Regina Margherita Novoli, sarà possibile vedere una mostra con un grande intervento in situ di Daniel Buren, pensato in conformità con una sala del Palazzo, e alcune importanti opere di Sislej Xhafa e H.H Lim. ingresso gratuito.

DAL 15 GENNAIO AL 26 FEBBRAIO 2017
Inaugurazione 15 gennaio 2017 - ore 19.00

APERTURE
Dal 16 al 18 gennaio - tutto il giorno
Dal 19 gennaio al 26 febbraio - dalle 17 alle 20


OLTREPRIMA_la fotografia dipinta nell'arte contemporanea

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Diciannove artisti a confronto dal 22 gennaio al 15 aprile 2017

Diciannove artisti a confronto con la fotografia dipinta, una mostra che traccia un percorso e definisce una possibile convivenza creativa tra pittura e fotografia e che non è solo una esposizione ma una riflessione vera e propria sul rapporto tra i due “dispositivi” e le sue possibili trasformazioni nel tempo.

Gli artisti protagonisti di Oltreprima sono Helena Almeida, John Baldessari, Luca Bertolo, Giuseppe De Mattia, Flavio Favelli, Franco Guerzoni, Marcello Jori, Ketty La Rocca, Piero Manai, Shirin Neshat, Luigi Ontani, Federico Pietrella, Arnulf Rainer, Gerhard Richter, Marco Samorè, Mario Schifano, Alessandra Spranzi e Ida Tursic&Wilfried Mille.

La mostra, organizzata dalla Fondazione del Monte in collaborazione con Photology e curata da Maura Pozzati e Fabiola Naldi, è allestita negli spazi di Via delle Donzelle 2 a Bologna.

L’inaugurazione, in programma sabato 21 gennaio alle ore 18.00, precede l’apertura ufficiale della mostra, visitabile dal 22 gennaio al 15 aprile 2017, con ingresso libero dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00.

Aperture straordinarie in occasione di ART CITY Bologna sabato 28 gennaio dalle 10.00 alle 24.00 e domenica 29 gennaio dalle 10.00 alle 19.00.


SENSIBILE COMUNE - LE OPERE VIVE

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Galleria Nazionale d’Arte moderna e Contemporanea – Sala delle colonne - Viale delle Belle Arti 131 - Roma

SENSIBILE COMUNE - LE OPERE VIVE
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
14 - 22 gennaio 2017 

a cura di Ilaria Bussoni, Nicolas Martino, Cesare Pietroiusti

Sensibile Comune - Le opere vive è una mostra che si terrà negli spazi della Galleria Nazionale di Roma dal 14 al 22 gennaio 2017, realizzata in occasione di C17 - The Rome Conference on Communism (18-22 gennaio 2017). 20 opere scelte della collezione permanente e 20 artisti invitati a confrontarsi con i lavori, tra gli altri, di Piero Manzoni, Alberto Burri, Toti Scialoja, Giulio Paolini, Medardo Rosso, Marcel Duchamp, Filippo Palizzi, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giulio Turcato, Pino Pascali, Lucio Fontana. 

Tra gli artisti invitati: Claire Fontaine, Gian Maria Tosatti, Dora Garcia, Davide D'Elia, Fiamma Montezemolo, Danilo Correale, Domenico Antonio Mancini, Giuliano Lombardo, Rene Gabri e Ayreen Anastas, Rossella Biscotti, Kinkaleri, Elisabetta Benassi, Cristina Kristal Rizzo, Simone Bertugno e Mike Watson (Loal – League of Art Legends), Pablo Echaurren... Negli spazi della mostra si alterneranno ogni giorno performance (Andrea Lanini, Lancelot Hamelin), proiezioni (Guy Debord, Fabrizio Ferraro), dibattiti (Giacomo Marramao, Elettra Stimilli, Paolo Virno), reading poetici (Œ, Lidia Riviello) e uno sleep concert (Matteo Nasini). 

Ad articolare l’evento saranno – oltre alla conferenza di C17 sul «Comunismo del sensibile» (con Jacques Rancière, Michael Hardt, Alexei Penzin, Manule Borja-Villel, Claire Fontaine) – due tavole rotonde: una dedicata all’archivio (con Mario Tronti, Manuel Borja-Villel, Marco Scotini) e un’altra alla curatorialità (con Carolyn Christov-Bakargiev, Marco Baravalle, Annarosa Buttarelli, Tarek Elhaik, i restauratori della Galleria). 

La mostra prevede 6 sezioni: opere all'ennesima e opere incurabili (in relazione alle opere della Galleria Nazionale), opere in lotta (con presentazioni di archivi cartacei – Archivio Valle, Macao, Sale Docks – e di un archivio digitale basato su un software open source per la creazione dal basso di una rete di archivi), opere in fuga (proiezioni), opere in costruzione (opere costruite in diretta durante i giorni della mostra, tra cui un’improvvisazione musicale con Michele Rabbia, Ludovico Takeshi Minasi, Daniele di Buenaventura) e opere in contemplazione (dissonanze sensoriali dal vino naturale con Giampalo Gravina e Armando Castagno, dalla volta celeste con Franco Piperno e il giardino con Lucilla Zanazzi e Andrea Di Salvo). 

Sono inoltre previste due serate – il 19 e il 20 gennaio dalle 18.00 alle 24.00 – dedicate alle Parole Comuni tra diverse pratiche estetiche e narrative, promosse dall’Institut Français Italia, con il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati e dell’Accademia di Francia Villa Medici a Roma, nell’ambito del progetto internazionale La Nuit des Idées. A pièce di danza e teatro (Alexandre Roccoli, Muta Imago, Nhandan Chirco e Branko Popovic) e proiezioni di film d’artista (Kader Attia, Adrian Paci, Jean-Marie Straub, Malastrada) si alterneranno le prese di parola di Jacques Rancière, Etienne Balibar, Pierre Dardot, Christian Laval, Franco Berardi Bifo, Morgane Merteuil, Andrea Carlino, Giorgio Passerone e le performance di Alex Cecchetti e Claire Fontaine.

La mostra nasce dal lavoro sviluppato nel collettivo #C17 per C17 - The Rome Conference on Communism, dal lavoro della rivista OperaVivaMagazine, e da un seminario organizzato dalla Fondazione Lac o Le Mon / cafausica.

C17 - THE ROME CONFERENCE ON COMMUNISM 

Parallelamente alla mostra Sensibile comune. Le opere vive, si svolgerà il convegno internazionale C17 - The Rome Conference on Communism, dal 18 al 22 gennaio presso Esc – Atelier Autogestito e gli spazi della Galleria Nazionale. Al convegno, articolato in 5 conferenze e 4 workshop, parteciperanno, tra gli altri: Étienne Balibar, Bruno Bosteels, Luciana Castellina, Pierre Dardot, Claire Fontaine, Michael Hardt, Augusto Illuminati, Christian Laval, Christian Marazzi, Giacomo Marramao, Morgane Merteuil, Sandro Mezzadra, Antonio Negri, Alexei Penzin, Jacques Rancière, Trebor Scholz, Enzo Traverso, Mario Tronti, Paolo Virno, Saskia Sassen... 

Per C17 – The Rome Conference on Communism, la Galleria Nazionale ospiterà, in particolare, i 4 workshop (il 19 e 20 gennaio nella Sala delle Colonne e nella Sala Via Gramsci, ore 9.30-13.00) e la conferenza «Comunismo del sensibile» (il 21 gennaio nella Sala delle Colonne, ore 11.00 – 15.00).


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LISTA ARTISTI E PARTECIPANTI

OPERE ALL’ENNESIMA

Artisti invitati:
Anemoi, Elisabetta Benassi, Simone Bertugno e Mike Watson Watson (Loal – League of Art Legends), Rossella Biscotti, Lu Cafausu, John Cascone, Corrado Chiatti, Luca Coclite, Danilo Correale, Davide D'Elia, Antonio della Guardia, Emilio Fantin, Claire Fontaine, Giulia Gabrielli, Dora Garcia, Francesca Grilli, Emily Jacir, Kinkaleri, Alessandro Laita e Chiaralice Rizzi, Olivier Kosta-Théfaine, Sandra Lang, Andrea Lanini, Giuliano Lombardo, Eva Macali, Domenico Antonio Mancini, Fiamma Montezemolo, Luca Musacchio, Matteo Nasini, Mattia Pellegrini e Jesal Kapadia, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce, Cristina Kristal Rizzo, Carola Spadoni, Gian Maria Tosatti.

Artisti della collezione:
André Breton, Alberto Burri, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Juan Genoves, Emilio Isgrò, Ketty la Rocca, Piero Manzoni, Roberto Melli, Napoleone Nani, Filippo Palizzi, Pino Pascali, Giulio Paolini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Medardo Rosso, Toti Scialoja, Mario Tozzi, Giulio Turcato.

Partecipano:
Carlo Bordini, Pietro Gaglianò, Jacopo Galimbertii, Dario Gentili, Lancelot Hamelin, Giacomo Marramao, Muriel Mayette-Holtz, Arianna Ninchi, Elisa Ottaviani, Laura Piccioni, Lidia Riviello, Alexei Penzin, Elettra Stimilli, Carla Subrizi, Giacomo Trinci, Paolo Virno.

OPERE INCURABILI

Artisti della collezione:
Carlo Alfano, Lucio Fontana, Eliseo Mattiacci, Pino Pascali, Paul Van Hoeydonck.

Partecipano:
Marco Baravalle, Annarosa Buttarelli, Paola Carnazza, Carolyn Christov-Bakargiev, Karmen Corak, Rodolfo Corrias, Tarek Elhaik, Maria Profiri, Luciana Tozzi.

OPERE IN COSTRUZIONE

Artisti invitati:
Ayreen Anastas e René Gabri, Casamatta e Il Genio Collettivo (Nadia Arancio, Maria Hélène Bertino, Buio Blu, Luca Cechet Sansoé, Alessandra Cianelli, Andrea Coppola, Chiara De Dominicis, Maddalena Fragnito, Donatello Fumarola, Luciano Gagliardo, Manlio Garavaglia, Angelo Mancuso, Francesca Maciocia, Claudia Marelli, Fiorenza Orto, Stefania Palermo, Giorgio Palumbo, Mala Queen, Stefano Roveda, Marco Salvatico, Martin Volejnik), Daniele di Buenaventura, Fabrizio Ferraro, Non tanto precisi, Ludovico Takeshi Minasi, Michele Rabbia.

Partecipano:
Œ (Elisa Davoglio, Marco Giovenale, Giulio Marzaioli, Simona Menicocci, Vincenzo Ostuni, Fabio Teti, Silvia Tripodi, Luca Venitucci, Michele Zaffaran).

OPERE IN LOTTA

Artisti e archivi:
Archivi Fondazione Baruchello, Archivio Giuseppe Garrera, Archivio Macao, Archivio Marincola, Museo conviviale dell’arte ir-ritata, Archivio Sale Docks, Archivio Teatro Valle Occupato, Artpool Art Research Center in Budapest, Pablo Echaurren, Centro di documentazione palestinese in Italia, Fondazione Echaurren Salaris, Radio Onda d'Urto, Arteideologia Forniture Critiche, Carmelo Romeo, Luciano Trina.

Partecipano:
Salvatore Gagliardo, Marco Baravalle, Gianfranco Baruchello, Franco Berardi Bifo, Manuel Borja-Villel, Emanuele Braga, Ilenia Caleo, Emiliano Campagnola, Nhandan Chirico, Roberto Comini, Carlo Costa, Wasim Dahmash, Maddalena Fragnito, Jacopo Galimberti, Gianni e Giuseppe Garrera, Emily Jacir, Pedro Lagoa, Nicolas Martino, Antar Mohamed Marincola, Despina Panagiotopoulou, Camilla Pin, Claudia Salaris, Marco Scotini, Carla Subrizi, Anna Szirmai, Lorenzo Teodonio, Mario Tronti, Nicola Valentino, Wu Ming 2, Elia Zaru.

OPERE IN FUGA

Film di:
Gianfranco Baruchello, Chiara Bettazzi e Gaetano Cunsolo, Maria Bertino, Simon Brodbeck e Lucie de Barbuat, Gaetano Cunsolo, Lucie de Barbuat, Guy Debord, Malastrada Film, Jurij Meden, Marilena Moretti, Antonella Sgambati, Tariq Teguia.

Partecipano:
Maria Hélène Bertino, Ilaria Bussoni, Donatello Fumarola, Alessandro Gagliardo, Enrico Ghezzi.

OPERE IN CONTEMPLAZIONE

Partecipano:
Alessandro Biagioli, Danilo Bitetti, Silvia Bordini, Ilaria Bussoni, Armando Castagno, Vanda de Valli, Salvatore Dell’Aquila, Marcello di Paola, Andrea di Salvo, Emanuele Dotti, Alberto Fanfani, Emilio Fantin, Giampaolo Gravina, Ana Horhat, Cristiana Mancinelli Scotti, Paola Massardi, Marco Mazzeo, Eugenia Natalino, Cesare Pietroiusti, Franco Piperno, Valerio Vigliar, Monica Sgandurra, Clelia Viecelli Giannotti, Lucilla Zanazzi, Rolando Zandri, Lucia Zanello.

LA NUIT DES IDEES / PAROLE COMUNI

Partecipano:
Kader Attia, Etienne Balibar, Franco Berardi Bifo, Benoist Bouvot, Andrea Carlino, Alex Cecchetti, Nhandan Chirco, Pierre Dardot, Malika Djardi, Claire Fontaine, Muta Imago, Simon Krhal, Christian Laval, Igor Lečić, Malastrada Film, Morgane Merteuil, Adrian Paci, Giorgio Passerone, Branko Popović, Jacques Rancière, Alexandre Roccoli, Marco Sanchirico, Jean-Marie Straub.
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SENSIBILE COMUNE – LE OPERE VIVE
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – 14/22 gennaio 2017

a cura di Ilaria Bussoni, Nicolas Martino, Cesare Pietroiusti
con l'assistenza curatoriale di: Laura Perrone, la consulenza per teatro e danza di Serena Soccio, il coordinamento di Sara Milano
Ingresso mostra: via Gramsci n. 69-71
contact@sensibilecomune.org

Media Partner: 
OperaViva Magazine
www.operaviva.info - info@operaviva.info

Ufficio Stampa Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
gan-amc.uffstampa@beniculturali.it | 06 32298328

C17 – THE ROME CONFERENCE ON COMMUNISM
Esc – Atelier Autogestito (via dei Volsci, 159) e Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea (Sala Via Gramsci e Sala delle Colonne) – 18/22 gennaio 2017
info@communism17.org

Daunia Land Art_Storie di Attraversamenti

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Il prossimo 21 Gennaio presso l’Auditorium Santa Chiara di Foggia, alle ore 18, Daunia Land Art avrà il piacere di chiacchierare con lo scrittore Antonello Caporale di storie di attraversamenti, parlando di passato, di presente, di testimonianze, di paesaggio, di valori e valorizzazioni, di luoghi da vivere e di nuove possibilità per il territorio.

Parteciperanno alla conversazione Giuliano Volpe, archeologo e Presidente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e paesaggistici del Mibact; Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo, dell’Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio presso la Regione Puglia; Lia De Venere, critico d’arte contemporanea, curatore e già docente di Storia dell’arte contemporanea presso l'Accademia di Belle Arti e l’Università di Bari, Silvia Pellegrini, dirigente del Dipartimento Turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio sezione Beni Culturali

Con lo sguardo e la voce di Antonello Caporale, ArcheoLogica srl racconta Daunia Land Art: un piccolo viaggio condotto tra arte, storia, volti e speranze nei paesaggi di Capitanata.

Per info:


pubblica: 

Franco Menicagli. Intervallo

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a cura di Pietro Gaglianò
opening mercoledì 11 gennaio, ore 18.30
SRISA Gallery of Contemporary Art, Firenze


Franco Menicagli presenta in mostra una serie di lavori, tutti di recentissima produzione, in un allestimento progettato espressamente per la Srisa Gallery. Intervallo è una riflessione sulla scultura, sull’imprevedibilità della forma, sulla cedevolezza del materiale sotto lo sguardo dell’artista. Sisma, il titolo di alcune delle sculture in mostra, si riferisce a un possibile paesaggio, alla distanza tra gli oggetti e le loro descrizioni, all’improvvisa apertura di significato operata dall’arte.

Nato a Campiglia Marittima, vive e lavora in Italia, e nel 2004 ha cofondato MDT Studio a Prato, uno spazio no profit per l’arte contemporanea. Tra le recenti mostre personali: “Meccano”, Egg Gallery, Livorno (2016); “Cemento”, Moo Gallery, Prato (2016); “A CHI NON PIACE GUARDARE IL CIELO?”, Installazione Site specific installation per il cortile di Palazzo Strozzi, Firenze, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (2014); “Maugeri + Menicagli”, Die Mauer Arte Contemporanea, Prato (2013); MARS, Milan Artist Run Space, Milano (2012). Tra le molte collettive “Fine del possibile, tra l’esausto e l’esaustivo”, Frittelli Art Gallery, Firenze (2016); “Esploratori, Chiostro del Levante”, complesso universitario, piazza Brunelleschi, Firenze (2016); “Eremi Arte, Percorcorsi tra arte natura spiritualità”, Sulmona, Sant’Angelo in Vetuli (2016); “Ripensare il medium: il fantasma del disegno, Casa Masaccio, San Giovanni Valdarno (2015); 8°biennale di arti grafiche, Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno (2015); “Io vedo, io guardo” Artforms, Prato (2015); Madeinfilandia, Pieve a Presciano (2015); The Wall (archives)#10, Assab One, Milano (2015); Grand Hotel, SMS Santa Maria della Scala (2015); “Prière De Toucher” MARS Milano (2014); “Uno sguardo laterale” Galleria Klovievi Dvori, Zagabria (2014)



Parallelamente nel Srisa Project Space si inaugura la mostra collettiva L’Arca di Noè con i lavori di Albien Alushaj, Arbër Elezi e Dhimitraq Kote.







Franco Menicagli
Intervallo
a cura di Pietro Gaglianò
opening mercoledì 11 gennaio, ore 18.30 - la mostra rimarrà aperta fino a sabato 18 febbraio
Lunedi – Venerdi 10:00 – 21:00 - ingresso libero
SRISA Gallery of Contemporary Art - Santa Reparata International School of Art
Via San Gallo 53r, 50129 Firenze
055 4627374 - info@santareparata.org - www.santareparata.org/gallery/gallery_home.html

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Intervallo
Franco Menicagli
curated by Pietro Gaglianò 
opening January 24, h. 6.30 pm
SRISA Gallery of Contemporary Art, Firenze


Franco Menicagli presents a series of recent works expressly conceived for SRISA Gallery. 
Intervallo (interval) is a reflection about the unpredictability of the form and malleability of material under the gaze of the artist. Sisma (Earthquake), the title of some sculptures present in the exhibition, refers to a possible landscape, to the distance between objects and the words that describe them, and to the sudden opening of meaning triggered by art.

At SRISA Project space, during the same period, one can also view "L’Arca di Noè " a group show by Albien Alushaj, Arbër Elezi, Dhimitraq Kote. SRISA Project space is located in the new SRISA 3d campus in via Santa Reparata 19/r - a space with a distinct program in relation to SRISA Gallery.


Intervallo
Franco Menicagli

Curated by Pietro Gaglianò
opening January 11, h 6.30 pm
January 11 - February 18 2017
mon-fry 10:00 am – 9:00 pm
free entrance

SRISA Gallery of Contemporary Art - Santa Reparata International School of Art
Via San Gallo 53r, 50129 Firenze

pubblica: 

Devin Kovach. An Eye Wide Open

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Devin Kovach
An Eye Wide Open
a cura di Pia Candinas

Vernissage
21 gennaio, 2017 dalle 11.00 alle 13.30
21 gennaio - 18 febbraio, 2017

L’Intragallery di Napoli ha il piacere di annunciare il secondo appuntamento della serie di mostre “Giovani artisti americani in Italia”, presentando il lavoro di Devin Kovach.
La mostra, curata da Pia Candinas, sarà inaugurata il 19 gennaio 2017 alle 11.00, e rimarrà aperta fino al 18 febbraio 2017.
L’artista ha trasformato lo spazio della galleria in un’istallazione che manipola la luce dirigendo la nostra attenzione verso proiezioni filmiche, stampe, disegni, fotografie e oggetti tridimen- sionali. Un piccolo modello di un panorama arrotondato ci ricorda che il nostro campo visivo è in realtà l’interno di una sfera, dal cui centro noi guardiamo verso ’esterno.
La rappresentazione bidimensionale è resa possibile dal posizionamento di un piano (“picture plane”) che serve ad appiattire un piccolo ritaglio in un’ampia sfera. Tracciando un paesaggio su una lastra di plexiglas con un attrezzo fatto in casa, Devin crea un’immagine unica per un occhio diretto lungo una determinata linea visiva attraverso quella specifica finestra. Utilizzando materiali semplici e un equipag- giamento rudimentale secondo lo spirito del fai da te, dimostra che nessuna realtà oggettiva e classica può esistere al di fuori dell’esperienza-corpo registrata in un istante spaziale e temporale particolare. Il suo lavoro mostra anche come uno specifico punto di osservazione riveli la soggettività ed evenienza nell’esperienza umana.
Parole dell’artista: “... è noioso e scomodo. L’occhio comincia a bagnarsi di lacrime sotto lo sforzo di una prolungata messa a fuoco. L’inspirazione e l’espirazione o una casuale brezza o una volata di vento sono sufficienti a far perdere il punto di osservazione e a dover ricominciare la procedura da capo. Ciò nondimeno, quando l’occhio si distoglie e l’osservatore si allontana, rimane sulla lastra una trascrizione delle particolari condizioni spaziali del punto di osservazione dal quale si stava guardando”. Kovach è affascinato dal modo in cui la luce rende le forme visibili nello spazio. Al contrario dei suoi disegni, che utilizzano il linguaggio astratto e “spirituale” della linea, le sue stampe fotografiche di semplici oggetti e di spazi interni, resi entrambi visibili e quasi invisibili da una luce accecante ed obliqua, si basano sul blu chiaroscuro della antica tecnica della cianotipo. Il sorprendente risultato è assicurato dal contrasto tra le cose reali e solide catturate dalla fotocamera in un momento reale del tempo-spazio, e l’astratta tensione ottenuta attraverso una composizione classica, quasi costruttivista.

Orario galleria: dal martedi al venerdi 10.30/13.30 e 16.30/19.30, sabato 10.30

SEQUELA

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Mostra collettiva di arte contemporanea a cura di Leonardo Regano
28 gennaio - 12 febbraio 2017


Ex Chiesa di San Mattia
Via Sant’Isaia, 14a - Bologna


Nella suggestiva cornice dell’ex chiesa di San Mattia, a Bologna, viene accolta la mostra collettiva “Sequela”, dal 28 gennaio al 12 febbraio, promossa dal Polo Museale dell’Emilia Romagna e dalla Nuova Galleria Morone di Milano.

L’esposizione, a cura di Leonardo Regano, nasce da una riflessione laica sul senso del sacro nella vita contemporanea e su come il rapporto con la spiritualità venga oggi vissuto e raccontato dalle arti visive. Il titolo scelto, di derivazione evangelica, è qui proposto in riferimento al testo di Bonhöffer (1937) riprendendo dal pensiero del teologo tedesco la necessità di un approccio alla religione meno dogmatico e più aderente alla rivelazione biblica. Una necessità di un contatto con la religiosità che si riveli non mediato ma intimo, capace di superare la crisi di valori che pervade la cultura occidentale contemporanea.

Le arti visive, cartine tornasole di una società in perenne cambiamento, hanno registrato fin da subito questo nuovo bisogno di spiritualità. “Sequela” è un confronto tra tre generazioni d’artisti, scelti per raccontare come negli ultimi quarant’anni sia stato vissuto e sia cambiato questo approccio al sacro e alla spiritualità.

In questo dialogo tra linguaggi ed esperienze creative differenti, l’ex Chiesa di San Mattia offre importanti spunti di riflessione agli artisti coinvolti, che moduleranno il loro lavoro anche in funzione del luogo ospitante.



Sono coinvolti: Elizabeth Aro, Davide Benati, Mariella Bettineschi, Letizia Cariello, Maria Cristina Carlini, Daniela Comani, Giulia Dall’Olio, Francesco Diluca, Domenico Grenci, Gencay Kasapçi, Julia Krahn, Maria Lai, Maurizio Osti, Elisabeth Scherffig, Fausta Squatriti, Bill Viola.



Sabato 28 gennaio si terrà inoltre la performance di Julia Krahn alle ore 20.00





INFORMAZIONI GENERALI

Titolo: Sequela
A cura di: Leonardo Regano

Enti promotori:
Polo Museale dell’Emilia Romagna e Nuova Galleria Morone, Milano
Sede: Ex Chiesa di San Mattia, via Sant’Isaia 14a, Bologna
Date: 28 gennaio – 12 febbraio 2017

Orari:
sabato 28 gennaio 10.00-24.00
domenica 29 gennaio 10.00-20.00;
da giovedì – domenica 16.00 – 20.00
altri giorni su appuntamento


Ingresso gratuito

Info: URP Polo Museale Emilia Romagna
tel. 0514209406 pm-ero.urp@beniculturali.it


Promozione e comunicazione:
Polo Museale Emilia Romagna
tel. 0514209406 - pm-ero.urp@beniculturali.it
www.polomusealeemiliaromagna.it

Per Maria Cristina Carlini:
IBC Irma Bianchi Communication
tel. +39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 - info@irmabianchi.it

Nuova Galleria Morone
via Nerino 3, 20123 Milano – Italy
tel. 02 72001994
fax. 02 72002163



Si ringrazia:
Il Laboratorio degli Angeli Srl, Bologna, sponsor tecnico per l'allestimento
Per Letizia Cariello si ringrazia Galleria Massimo Minini, Brescia
Per Giulia Dall'Olio Massey Luben Gallery, New York e Galerie Isabelle Lesmeister, Regensburg
Daniela Comani ringrazia Galleria Studio G7, Bologna

ARTMOVIE_Sull’orlo della gloria. La vita e le opere di Pino Pascali

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TORNA ARTMOVIE CON “SULL’ORLO DELLA GLORIA”, IL DOCUMENTARIO SU PINO PASCALI

Il film documentario di Maurizio Sciarra, realizzato da un’idea di Anna D’Elia, è un omaggio all’artista. La Fondazione Pino Pascali lo presenta il 21 gennaio alle 19

La Fondazione Pino Pascali inaugura il 2017 con la presentazione e la proiezione il 21 gennaio alle ore 19 del film documentario Sull’orlo della gloria. La vita e le opere di Pino Pascali, firmato dal regista Maurizio Sciarra, da un’idea della critica d’arte Anna D’Elia e sostenuto da Apulia Film Commission. Il film, che sarà presentato dalla direttrice del Museo, Rosalba Branà, nell’ambito di ArtMovie il ciclo di appuntamenti dedicati alla relazione tra arte contemporanea e cinema promossi dalla Fondazione Pino Pascali, e raccontato da Sciarra e D’Elia, è un omaggio a Pino Pascali girato in Puglia, a Roma, Parigi, Londra, New York, nato con l’obiettivo di ricostruire la vicenda umana e artistica dell’artista, morto tragicamente nel 1968 a soli 33 anni e del quale la Fondazione, che ospita l’evento, porta il nome.

"Sull’orlo della gloria", con la partecipazione dell’attrice Paola Pitagora, mette in luce le diverse anime di Pascali: attraverso le persone che sono entrate in contatto con lui intervistate nei luoghi dove l’artista è vivo grazie alle sue opere, emerge il suo mondo innovativo e geniale, l’azione di un precursore di tendenze e movimenti. 

Tra i personaggi coinvolti ci sono la storica dell’arte Angela Rorro, che si sofferma sulle principali questioni storiche e interpretative legate all'opera di Pascali; l’artista e gallerista Topazia Alliata che rivela nel film alcuni aspetti segreti e sconosciuti della vita di Pascali. Lo scenografo Dante Ferretti testimonia sull’anima da scenografo di Pascali e del loro incontro negli studi Rai, mentre lo storico dell’arte Vittorio Rubiu esprime la sua opinione in merito allo spinoso problema legato al rifacimento di sue opere effimere. 

Il critico d’arte Pietro Marino affronta invece il rapporto di Pascali con la cultura mitica e le radici mediterranee, mentre l’artista Claudio Palmieri rifà una delle "Ragnatele" negli spazi della Fondazione Pascali di Polignano a Mare. Il restauratore della Gnam – Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Rodolfo Corrias racconta le difficoltà legate al restauro e alla manutenzione delle opere di Pascali con particolare riferimento all’opera “32 mq di mare circa”. Fabio Sargentini, storico gallerista de L’Attico, Roma, reca testimonianza sulla vita artistica di Pascali nelle sue diverse fasi e racconta numerosi episodi della loro amicizia. Non mancano i racconti della scrittrice Toni Maraini e del critico d’arte Alberto Boatto, entrambi compagni di strada dell’artista.

Michelangelo Pistoletto, infine, riannoda le fila che legavano, a metà degli anni sessanta, le ricerche artistiche degli artisti romani e dei torinesi, ricordando l'incontro personale con Pascali nel 1966 prima a Roma e poi a Torino, dove grazie al suo intervento il gallerista Gian Enzo Sperone organizzò la mostra sulle opere del ciclo “Armi”.

A Pino Pascali mi lega un’antica passione. – racconta il regista Maurizio Sciarra - Ho amato le sue opere da quando ho avuto l’età della ragione artistica, da quando il mio approccio alla fotografia è stato mediato dalla passione per l’arte contemporanea. Le sue opere dissacranti, profonde ma insieme divertenti, punto di incontro tra rottura degli schemi dell’arte così come era fino a quel momento e ricerca di linguaggi nuovi, mi hanno subito attratto. I materiali da lui utilizzati, oggetti comuni trasfigurati, materiali di ogni giorno decontestualizzati, mi facevano pensare a come tutto ciò che abbiamo banalmente sotto gli occhi può trasformarsi in arte, se una forte idea e una forte volontà lo decidono.

Il documentario è prodotto da Francesco Lopez, Leonardo Paulillo, Tore Sansonetti, Maurizio Sciarra per Oz Film in ass. con l’Associazione Culturale Fuoricentro ed il sostegno di Apulia Film Commission. (segue in allegato)


Credits
Prodotto da Francesco Lopez, Leonardo Paulillo, Tore Sansonetti, Maurizio Sciarra
Una produzione Oz Film in ass. con l’Associazione Culturale Fuoricentro. 
Da un’idea di Anna D’Elia 
Regia – Maurizio Sciarra
Soggetto e sceneggiatura – Anna D’Elia, Maurizio Sciarra
Direttore della fotografia – Federico Annicchiarico, Guglielmo Bianchi
Fonico – Corrado Riccomini, Luca De Marinis, Renato Minichelli, Jerome Ayasse
Montaggio – Letizia Caudullo
Musiche – Lele Marchitelli
Con il sostegno di Apulia Film Commission e la partecipazione di Paola Pitagora
Distribuzione – Oz Film

Presentazione e proiezione: 
21 gennaio ore 19. Intervengono Maurizio Sciarra e Anna d’Elia. 
Fondazione Pino Pascali
Via Parco del Lauro, 119 – 70044 Polignano a Mare (BA) – ITALY +39 080 4249534

Ingresso gratuito su prenotazione (fino a esaurimento posti): stampa@museopinopascali.it
press: Santa Nastro snastro@gmail.com +39 3928928522



FRANCESCA LEONE. Giardino

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3 febbraio - 26 marzo 2017
FRANCESCA LEONE 
Giardino

Preview stampa: giovedì 2 febbraio 2017 ore 11.00
Inaugurazione: giovedì 2 febbraio 2017 ore 18
Apertura al pubblico: 3 febbraio - 26 marzo 2017

MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma
Project Room #2, Via Nizza 138


Diciotto grate di alluminio a comporre un’unica installazione, con lo spettatore che interagisce con l’opera camminando su una grande piattaforma. Si chiama “Giardino” la mostra personale di Francesca Leone che, dopo il successo ottenuto l’anno scorso alla Triennale di Milano, arriva a Roma negli spazi del Museo MACRO dal 3 febbraio al 26 marzo 2017 ed è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

L’installazione è stata realizzata con il contributo inconsapevole di centinaia di persone che hanno sparso per le strade rifiuti e oggetti. Dalle fessure delle grate emergono le testimonianze del loro passaggio: mozziconi di sigarette, plastiche, sassi, carta, chiavi, rifiuti e monete sono il racconto di storie quotidiane e di un tempo fermato. 

Il lavoro dell’artista romana, tra realtà e denuncia con un’attenzione profonda ai temi dell’ambiente e dell’ecosistema, rispetto all’installazione milanese, si arricchisce di tre grandi opere in cemento frutto del lavoro di approfondimento e ricerca che la Leone ha continuato a fare dopo la mostra alla Triennale. Inoltre, a rendere ancora più unico il progetto, è la scelta dell’artista di fare un libro-opera, edito in 150 copie firmate e numerate, con testo di Danilo Eccher: un’opera nell’opera in cui una piccola grata diventa uno scrigno.

“Giardino” è una mostra complessa che sfrutta la ruvidità di un linguaggio essenziale, crudo, violento, per esprimere una poesia della quotidianità; una mostra che realizza un allestimento minimale, capace di utilizzare la scenografia asettica delle sale museali per comporre una recita di assoluto realismo.


Francesca Leone nasce a Roma dove vive e lavora. Inizia la sua attività espositiva nel 2007 con una mostra ai Musei Capitolini, alla quale segue la sua prima personale dal titolo Riflessi e riflessioni al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo nell’aprile del 2008. Alla fine dello stesso anno Palazzo Venezia a Roma le dedica una mostra personale dal titolo Primo Piano che sarà replicata nel 2009 a Castel dell’Ovo a Napoli. Nello stesso anno è invitata a esporre al Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (MMOMA) di Mosca e nominata Membro Onorario dell’Accademia Russa delle Belle Arti. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 2011 e nel 2013. Nel 2014 è protagonista di tre personali al MAC - Museo di Arte Contemporanea di Santiago del Cile, al MACBA - Museo di Arte Contemporanea di Buenos Aires e al Museo dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. Nello stesso anno è presente al PAN - Palazzo delle Arti di Napoli con la mostra Corpo Terra. Il 2015 si apre con una mostra personale a Singapore e si chiude con la monumentale esposizione “Our Trash” a La Triennale di Milano.



INFO STAMPA

Ufficio Stampa di Camilla Morabito
Rif. Fabrizio Broccoletti – Daniela Berti 
f.broccoletti@equa.it; bertidaniela0@gmail.com; 06.3236254-347.9329003 

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Morici / T. +39 06 82 07 73 71 / M. +39 348 54 86 548 p.morici@zetema.it
con Federica Nastasia / T. +39 06 82 07 74 29 f.nastasia@zetema.it
stampa.macro@comune.roma.it

INFO PUBBLICO

MACRO
via Nizza 138, Roma
Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Chiuso il lunedì

INGRESSO

MACRO via Nizza
Tariffa intera: non residenti 11,00 €, residenti 10,00 €.
Tariffa ridotta: non residenti 9,00 €, residenti 8,00 €.

MACRO via Nizza + MACRO Testaccio
Tariffa intera: non residenti 13,50 €, residenti 12,50 €
Tariffa ridotta: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €

Informazioni sugli aventi diritto alle riduzioni: www.museomacro.org

INFO: 060608
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Sponsor Sistema Musei in Comune
In Collaborazione con MasterCard Priceless Rome
Media Partner Il Messaggero
Servizi di Vigilanza Travis Group

Fabrizio Fontana_K17

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ART and ARS Gallery presenta in anteprima nazionale a Set Up Contemporary Art Fair di Bologna dal 27 al 29 gennaio, il nuovo lavoro dell'artista Fabrizio Fontana.


Fabrizio Fontana
K17


AK-47 (Kalashnikov), a oltre sessant'anni dalla sua prima realizzazione, l'arma si posiziona tra quelle più usate (se non la più usata) nel mondo, grazie alle sue doti di affidabilità, economicità, facilità d'uso. È prodotta in diversi paesi e presta servizio in molte forze armate di tutto il mondo (sia nelle mani di forze regolari, sia in mano di milizie irregolari). (Wikipedia)


K17 è l’opera che Fabrizio Fontana presenta in anteprima assoluta a SetUp Contemprary Art Fair di Bologna, un Kalashnikov gigante rivestito da oltre 20.000 “sorpresine” e piccoli giocattoli, una scultura sproporzionata che convince il pubblico di trovarsi davanti ad un oggetto “divertente” facendo dimenticare la funzione principale di quest’arma micidiale.
Le sue dimensioni, paradossalmente, portano lo spettatore ad una considerazione ancora più distaccata, l'arma giocattolo delle nostre scorribande fanciullesche ritorna alla memoria e ci fa sorridere ancora, raggiungendo lo scopo dell'entertainment cinematografico che amplifica la violenza per amplificare il "divertimento" del pubblico.
Pertanto, lo scopo dell'opera non è far riflettere sulla violenza ma rimuoverla. Un tentativo disperato di riportare il mondo adulto a quella dimensione infantile nella quale nessuno si fa male. Caratteristiche queste molto vicine al suo precendente lavoro, G15, Il grande Teschio realizzato con la stessa tecnica, dove Fontana inizia il suo percorso a ritroso tentando di recuperare e far recuperare l'innocenza perduta.

Gigi Rigliaco


"Fabrizio Fontana […] è cresciuto, proiettando, nella durata del gioco, le proprie paure, fantasie, rabbie e desideri. Oggetti che abbiamo collezionato, custodito, mordicchiato, scambiato, mercificato, utilizzato, abbandonato e dimenticato, si ripresentano a noi nell’antica forma di puro oggetto di consumo, ma con il carico imprevisto di memoria specifica ad esso appartenente". 
Katia Olivieri


"[…] Si può dire, quindi, che Fontana cattura l’oggetto infantile in una visione adulta e meno edulcorata della realtà, con uno sguardo alla Pop Art e al Dadaismo, “sviluppando un’arte popolare con elementi e personaggi fittizi considerati icone del divertimento della prima età. […]” 
G. Di Giacomo


Novanta la paura

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Si inaugura il 4 Febbraio alle ore 19:30 presso la Galleria BLUorG, “Novanta la Paura”, progetto a cura di Graziano Menolascina.
L’ esposizione è incentrata su nove artisti di fama internazionale uniti dalle stesse tematiche. Ritratti in cui personaggi e situazioni celebrano e rappresentano le contraddizioni, le inquietudini e i rapporti interpersonali nel nostro tempo. Attraverso le immagini fotografiche, la quotidianità e la sua parodia, l’erotismo, il sesso, gli orrori della guerra, i contrasti sociali, la contrapposizione politica, il mito dell’artista ed il culto della personalità o la morte si rincorrono nella vanità della posa fotografica, proponendo una inedita e del tutto parziale commedia umana della contemporaneità. Artisti come: Aziz+Cucher, Matthew Barney, Clegg&Guttmann, Gregory Crewdson, JanietaEyre, Nan Goldin, Marzia Migliora, Cindy Sherman e Kiki Smith, insieme creano un vero e proprio viaggio attraverso l’identità dell’essere umano.


Novanta la paura
Galleria BLUorG
Dal 4 Febbraio al 15 Marzo 2017
A cura di Graziano Menolascina

Galleria BLUorG
Via M. Celentano 92 – 70121 – Bari
Aperto dal martedì al sabato ore 17.00 – 20.30
Lunedì e festivi solo su appuntamento

Regards Monochromes. Fotografie di Gennaro Gargiulo - Vince Fariello

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Di un viaggio ci colpiscono le cose notevoli. Paesaggi, monumenti, edifici, strade, volti. Una moltitudine di persone affida i propri ricordi alle memorie digitali riempite di infinite fotografie. I colori, le sfumature sono diluite e disperse nei dispositivi. Finiamo per possedere e non vivere.

Ci sono luoghi di passaggio, case, strade, parchi. Posti che scorrono via dall'altra parte del finestrino del taxi. Posti che non parlano, gente che passa senza lasciare traccia apparente. 

Posti comuni, ma ricoperti da una patina che li rende speciali. Immagini che la nostra curiosità per qualche motivo cattura. Sono le cose che ricordi anche quando sei tornato a casa e il viaggio è terminato. Allora li passi in rassegna, ti torna in mente qualcosa a cui non avevi dato peso. Sono storie fatte di sguardi. Sguardi monocromi.

Regards Monochromes
Fotografie di Gennaro Gargiulo - Vince Fariello
opening > 21 gennaio 2017 h.19.00

Periodo espositivo
21 gennaio 2017 > 21 febbraio 2017
C/O Museo Nuova Era

Info orari e location > www.museonuovaera.com

Memoriale temporaneo di Massimo De Giovanni

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A cura di Marco Trulli
21-27 gennaio 2017

Il giorno 21 gennaio 2017 alle ore 17.00 si inaugura la mostra personale di Massimo De Giovanni, a cura di Marco Trulli, presso Spazio Y.

Memoriale temporaneo è un progetto di Massimo De Giovanni per il Quadraro, quartiere in cui opera la realtà di Spazio Y. In effetti il progetto dell'artista ripensa lo spazio espositivo come uno spazio permeabile e permeato dalla vita del quartiere.

Il progetto si articola in due fasi: la prima espositiva con una mostra all'interno dello Spazio Y e, a seguire, l'avvio di una fase di ricerca e di realizzazione di una serie di interventi negli spazi pubblici del Quadraro che verrà inaugurato a Febbraio.

Partendo, infatti, dall'idea di rendere omaggio proprio all'identità popolare del quartiere, l'artista realizza un itinerario di ascolto e trascrizione di microstorie comuni tra i residenti del Quadraro.
Ma alla dimensione retorica della monumentalistica tradizionale, preferisce un piano labile, temporaneo e parziale in grado di interpretare la fugacità dei pensieri e dei ricordi raccolti nel suo percorso. Di questi frammenti discorsivi, nostalgie o leggende, De Giovanni ne realizza delle targhe incise su pietra. Memorie rubate, segreti o aneddoti vengono trasferiti dall’artista dal piano orale alla pietra in maniera arbitraria, di fatto cambiandone il significato, facendoli diventare moniti involontari o inciampi di senso per il passante ordinario.

L'artista attua quindi un rovesciamento semantico del materiale adottato, la pietra, destinandolo ad ospitare significati transitori e frammentari.

Come spesso accade nella ricerca dell'artista, il progetto parte dallo studio di un materiale specifico che conduce De Giovanni a realizzare un lavoro in cui significato e materia si congiungono. Un memoriale collettivo e temporaneo che parte da un'installazione, all'interno dello spazio della galleria, in cui De Giovanni presenta una distesa di schegge, cippi e materiale lapideo che invade l’ambiente.

Un progetto per un'archeologia della quotidianità in cui ricreare una dimensione di ascolto e attenzione alle storie minime, una collezione di ricordi ancora da scrivere.


Spazio Y– Via dei Quintili, 144 - Roma



Andrea Pinchi. Tutto si concede a chi porta luce

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28 gennaio – 25 marzo 2017
inaugurazione sabato 28 gennaio 2017 ore 18.30


Sabato 28 gennaio, alle ore 18:30, la Galleria Honos Art di Roma presenta Tutto si concede a chi porta luce, mostra personale di Andrea Pinchi, a cura di Gianluca Marziani.

L’artista umbro presenta una sequenza di opere recenti dai formati variabili, create tra i silenzi ascetici ed ascensioni barocche del suo studio romano, a pochi passi dalla galleria. Intuizioni che vengono narrate attraverso pelli, carte, fogli di stagno, timbri e cartoni antichi e carte carbone fuori produzione. Geometrie rigorose, colori netti e contrastanti sono capaci di racchiudere temi morali e dilemmi filosofici con un risultato strabiliante, un valore assoluto che intreccia pazienza e conoscenza, uomo e talento, memoria e futuro.

L’uso di materiali consunti, metabolizzati dal tempo archeologico, è cucito seguendo geometrie, colori e materiali secondo una planimetria cosmogonica e misteriosa che si confronta con la le passioni, gli incontri e le empatie dell’artista.

Seguendo l’indole narrativa di un linguaggio segnico, silenzioso per natura ma connesso al rito filosofico, dietro la forma si avverte il battito ideale di un cuore iconografico. Non accade spesso che l’opera emani l’aura del battito, perché occorre una fluidità narrativa che possa legare il singolo materiale a una progenie di contenuti aperti. Ebbene, di nuovo senza alcuna casualità, ecco il cuore ideale trasformarsi in un cuore stilizzato con le sembianze dello scudo: pura geometria aulica che Pinchi ha elaborato nelle ultime opere, quelle in cui l’aura del colore si trasforma in purissima energia, un riverbero dal sentore astrofisico e dalla presenza metaforica. I cuori aggiunti sembrano ali immobili ma accese, già in volo nel loro atto figurativo: si librano sul bianco e ribadiscono il codice sorgente di Pinchi, il suo generatore metafisico, la fluttuazione cosmica, l’esercizio vivo del dialogo.

Andrea Pinchi (Foligno, 1967) nasce in una famiglia di costruttori e restauratori di organi a canne, dove apprende le tecniche di lavorazione del legno antico, carte ossidate, lastre di piombo e di pelli animali. Il viaggio intrapreso nella ricerca del proprio mondo espressivo, lo conduce a quello che è stato definito come il Pincbau, ovvero la costruzione di opere attraverso il riutilizzo dei materiali provenienti da antichi organi musicali. Intuisce ed intravede nei materiali di scarto nasciture opere di alto valore simbolico e artistico. Dopo un debutto nel 2010 al Museo Civico di Palazzo Trinci (Foligno) con una mostra a cura di Maurizio Coccia, partecipa alla 54a Biennale di Venezia nel padiglione per la Regione Umbria/Palazzo Collicola di Spoleto. Nel 2015 espone al Complesso del Vittoriano di Roma con una mostra curata da Claudio Strinati.


HONOS ART
Via dei Delfini 35 00186 Roma
Tel. 0631058440

orari Martedì-Sabato dalle 10.30 alle 19.30/ Per appuntamenti: 348/5828403
Uff. Stampa: Esther Barrondo (Mob. 340/5205990)/Cristina García (Mob. 349/7582780)

Kamilia Kard - Pierpaolo Lista

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La Galleria Dino Morra è lieta di presentare:

Kamilia Kard | NHO – Near Heart Objects
Pierpaolo Lista | Fogli di vetro |Glass sheets


OPENING: mercoledì 25 gennaio 2017 , ore 19.00 | fino al 24 marzo 2017

Con #iloveyounoyoudont, il progetto NHO costituisce il cuore della prima personale di Kamilia Kard nel Floor Space della Galleria Dino Morra . Attorno ad esso gravitano altri lavori recenti, come Betrayal (2016), My Love Is So Religious - The Three Graces (2016) – entrambi presentati per la Quadriennale di Roma 2016 – Altri tempi, altri miti. Betrayal (2016) parla del tradimento infantile innestando in coloratissimi cupcake di peluche delle vagine animate da effetti glitter. My Love Is So Religious - The Three Graces (2016) appartiene a un ciclo di lavori sull’influenza delle forme di comunicazione online sull’amore, e su come il gossip possa costruire un’infrastruttura narrativa attorno a una storia reale, costruendo un atollo della memoria pieno di echi personali, ma anche storici, mitologici, religiosi.Per Kamilia Kard, Gli NHO sono quegli oggetti che orbitano intorno alla nostra sfera sentimentale, diventando organi infuocati di una relazione. Il nostro attaccamento a questi oggetti e la paura che la loro caduta ci colpisca formano un equilibrio emotivo che talvolta dimentica la natura umana della relazione. Il progetto NHO ruba il nome ai NEO (Near Earth Object): corpi celesti come meteore o comete, che orbitano attorno alla Terra o cadono verso la Terra. Il gioco di parole trasforma Earth in Heart. Il cuore nella sua accezione metaforica diventa il centro gravitazionale intorno al quale si costruisce il nostro personale sistema solare. NHO indaga come le componenti affettive influenzino la percezione degli oggetti che circondano la nostra vita.

Nell’ Underground Space della galleria è presentata la mostra personale di Pierpaolo Lista (Salerno, 1977) dal titolo Fogli di vetro |Glass sheets. Il progetto è concepito per essere il primo momento di esposizione al pubblico dello spazio sotterraneo nella sua neutralità, lasciando cioè che la visione sia guidata dall’illuminazione basica della galleria. Attraverso questa forma essenziale di relazione con il luogo, le 13 opere di Pierpaolo Lista si inseriscono perfettamente nella texture in pietra e cemento a vivo che qualifica lo spazio espositivo e le sue stratificazioni, siano esse caratteristiche di un passato prossimo o remoto, attraverso cui il luogo si determina. L’artista fonde le sue opere con lo spazio, realizzando dipinti dal formato unico, 100x120cm, che diviene multiplo di se stesso nella realizzazione di un dittico ma che mantiene nella sua essenza la proporzione con il classico formato A4 del foglio di carta. L’utilizzo nei suoi lavori di una comune gamma cromatica che incede nell’utilizzo della scala di grigi, consente all’artista di realizzare una sorta di seconda pelle del luogo ospitante. Ulteriore leitmotiv nelle opere di Pierpaolo Lista è la sua tecnica che procede da sempre attraverso una pittura su vetro realizzata con stesure a specchio, dove le gettate di colore che determinano i luoghi e gli oggetti rappresentati presuppongono un grattage del tono di fondo. Nei dipinti di Pierpaolo Lista la presenza umana è affidata alla sua assenza, non priva cioè delle tracce lasciate dal suo passaggio; questo determina situazioni perturbanti, fatte di attese e sospensioni, pause e intervalli. Ad attivare le opere di Pierpaolo Lista resta però l’individuo, capace di entrare del dipinto grazie al suo rispecchiamento, sempre nel qui e ora.

pubblica: 


Evolutionary patterns. Enrica Borghi e Isabella Nazzarri

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La galleria Opere Scelte ha il piacere di invitarvi, giovedì 2 febbraio alle ore 18.30, in via Matteo Pescatore 11/D, all’inaugurazione della mostra, Evolutionary patterns, a cura di Roberto Mastroianni

L’esposizione mette in dialogo le opere delle due artiste che come biologhe sembrano studiare tutto ciò che riguarda la vita e gli organismi viventi, la loro struttura, l'evoluzione e la distribuzione.
Sia Enrica Borghi (Novara, 1966) sia Isabella Nazzarri (Livorno, 1987), con esperienze e approcci alla ricerca artistica molto differenti, prendono ispirazione da forme antropomorfe, una attraverso la materia scultorea, l’altra con la bidimensionalità assoluta dell’acquerello.
Enrica Borghi propone lavori storici e nuovi che presentano i temi principali da lei indagati: l’utilizzo di materiali riciclati non biodegradabili, la creazione di oggetti della quotidianità, ma anche ornamenti preziosi e abiti. Destreggiandosi nella spirale del consumismo mostra le alterazioni dei materiali polimeri che perdono l’asetticità che li contraddistingue acquisendo una forte umanità. Tra le ultime produzioni, per la prima volta l’artista inserisce l’elemento naturale: frammenti di scarti e graniglie, levigati e riconsegnati dal mare, portando ancora una volta l’attenzione sui cicli vitali, l’ecologia e la natura.
Nel contempo le opere di Nazzarri ricordano delle surreali visioni microscopiche di un mondo in continuo movimento, e anche forme decorative. Le figure, originate da stati mentali e suggestioni emotive, si materializzano sulle carte e sulle tele in maniera apparentemente caotica, dettata in realtà da una chiara struttura e un forte dinamismo, come negli organismi viventi. Forme astratte o antropomorfe connesse tra loro, come a formare un’unica ampia visione d’insieme, capace di alterare il nostro punto di vista.

La mostra rimarrà allestita fino a sabato 18 marzo 2017.

Opere Scelte
via Matteo Pescatore 11/d. Torino

Nuove progettualità per LUCCA ART FAIR

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Seconda edizione di LUCCA ART FAIR che, diretta da Paolo Batoni, presidente dell’associazione culturale Blob ART, si preannuncia ricca di nuove proposte e progettualità. La fiera, nata dall’esigenza sempre più forte di creare un tessuto connettivo tra le molteplici esperienze artistiche del territorio, è divenuta un essenziale punto d’incontro e di scambio di informazioni per tutti gli operatori e le realtà che operano con riconosciuta qualità nel mondo dell’arte contemporanea. In un’ area in cui sono presenti esperienze culturali ed economiche importanti, Lucca si presenta come la città ospitante più dinamica e ricettiva per nuovi esperimenti artistici della Toscana. Attraverso la partecipazione di partner riconosciuti, una seria selezione delle gallerie da parte del comitato organizzativo, servizi a disposizione dei visitatori, LUCCA ART FAIR mette in scena l’inaspettato del mondo dell’arte, creando un imperdibile evento in una regione che sta divenendo il vero laboratorio culturale italiano.
 
Ad accompagnare questo nuovo appuntamento ospitato nel Polo Fiereistico di Lucca (ex fabbrica Bertolli), saranno presenti tre sezioni: una Main Section, una Temporay Art Zone, sezione nata per provocare un cortocircuito illuminante che pone particolare attenzione alle gallerie con proposte più innovative, e un nuovo Spazio Editoria.
 
Novità di questa edizione sarà il Premio LUCCA ART FAIR riservato agli under 35 presentati dalle gallerie della fiera e finalizzato al sostegno dei giovani artisti.
LUCCA ART FAIR sarà completata con una serie di progetti collaterali come le visite guidate agli stand della fiera, curate da Francesca Baboni, per avvicinare l’arte al grande pubblico, ai collezionisti che desiderano approfondire e ai giovani che vogliono intraprendere la strada del collezionismo. Il progetto sarà preceduto nei prossimi mesi da alcuni incontri con le professionalità coinvolte nel contemporaneo, per fornire così una guida essenziale a chiunque voglia addentrarsi nel mondo del collezionismo di arte.
Nelle giornate di Sabato e Domenica saranno inoltre organizzati dei laboratori didattici per bambini da 6 ai 10 anni; questo, progetto denominato KidsLAB, accoglierà i partecipanti in uno spazio creato appositamente per loro e allestito in collaborazione con la Fondazione centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti.
 
Ulteriore novità sarà l’Art Night , prevista per sabato 7 maggio, in cui verranno presentati eventi performativi all’interno della fiera e uno specifico evento gourmant che coinvolgerà i galleristi e il pubblico. Confermati anche in questa seconda edizione incontri, presentazioni e talks che coinvolgeranno curatori, giornalisti e ospiti speciali, promossi dalle maggiori realtà dell’arte italiana.
 
Accanto all’offerta espositiva di LUCCA ART FAIR, dal 2 al 7 maggio, la città diventerà protagonista con il progetto Lucca in/off, contenitore degli eventi culturali che si svolgono in città durante la fiera e che troverà nel Loggiato di Palazzo Pretorio in Piazza San Michele il suo punto d’incontro con un programma di performance e relazioni con il pubblico.
 
Stay  tuned!
 
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
TEMPORANEA ORGANIZZAZIONE EVENTI
corso Amedeo 118
57125 Livorno
T +39 0586881165
E info@luccaartfair.it
 
pubblica:
Massimo Nardi

LEUCOS AD ARTE FIERA CON LA LAMPADA LEVA

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Comunicato stampa
 
LEUCOS AD ARTE FIERA
 
Leucos, azienda italiana leader nel settore dell’illuminazione in vetro, sarà presente alla 41^ edizione di Arte Fiera (BolognaFiere 27-30 gennaio 2017) con uno dei suoi modelli iconici, la lampada Leva disegnata da Massimo Iosa Ghini nel 2012.
 
Undici lampade Leva, infatti, completeranno l’allestimento della PrintVille, il nuovo bookshop che accoglierà il visitatore prima di entrare nei padiglioni della manifestazione. In questo spazio innovativo dove sarà possibile consultare volumi rari e acquistare libri e cataloghi d'arte, le lampade Leucos daranno luce ed eleganza alle undici postazioni di lettura.
 
La lampada Leva è stata realizzata unendo materiali antichi con tecnologie della luce avanzatissime attraverso la ricerca e l’approfondimento del disegno dei singoli componenti e dei meccanismi che echeggiano marchingegni leonardeschi, alla ricerca della magia dell’equilibrio dinamico che questo oggetto esprime.
 
Pochi pezzi essenziali si affiancano in una lampada dal forte equilibrio formale in cui il recupero dell’artigianalità si rivela nella cura del processo che ha portato al prodotto finale.
 
Elemento protagonista è un materiale sostenibile come il legno, qui scelto nell’essenza faggio, colore naturale.
 
Nella lampada Leva i due bracci permettono il movimento verticale tramite un meccanismo a pantografo che scorre silenziosamente su un binario nascosto. La testa contiene uno speciale diffusore costituito da una piastra di 100 micro Led progettati per non abbagliare ed è orientabile in tutte le direzioni, consentendo una notevole flessibilità d’uso. La base della lampada con il suo volume metallico costituisce l’elemento di bilanciamento di tutta la struttura.
 
Per maggiori informazioni su LEUCOS: www.leucos.com
                                                        
Clicca QUI per scaricare il comunicato stampa le immagini in alta risoluzione.

Per ulteriori informazioni:
ZED_COMM
Tel: +39 02 36550569
Silvia Boccardi | Mob: +39 327 2236481 | silvia@zedcomm.it
Ilaria Carnesalli | Mob. +39 340 2192798 | ilaria.carnesalli@zedcomm.it
 
pubblica:
Massimo Nardi
 
 

Emilio Rojas. The Lions Teeth And/Or The World Was Once Flat

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La mostra è visitabile dal 26.01.17

Opening sabato 28 gennaio dalle 18 alle 24 in occasione di Art City White Night

Orari di apertura straordinari nell'ambito di ART CITY Bologna in occasione di ARTE FIERA
giovedì 26.01 dalle 11 alle 20 | venerdì 27.01 dalle 11 alle 20 | sabato 28.01 dalle 11 alle 24 | domenica 29.01 dalle 11 alle 18


"Voi sapete bene che siamo degli sfruttatori. Sapete bene che abbiam preso l'oro e i metalli, poi il petrolio dei ‘continenti nuovi’ e li abbiamo riportati nelle nostre vecchie metropoli. Non senza risultati eccellenti: palazzi, cattedrali, città industriali; e poi, quando la crisi minacciava, i mercati coloniali eran lì per estinguerla o stornarla. L'Europa, satura di ricchezze, accordò de jure l'umanità a tutti suoi abitanti: un uomo, da noi, vuol dire un complice, giacché abbiamo approfittato tutti dello sfruttamento coloniale."
Jean Paul Sartre, prefazione a I dannati della terra, di Frantz Fanon, Paris, Maspéro, 1961

Quanto siamo complici del passato che ereditiamo? E della storia che consumiamo nel presente? Il pomodoro ha viaggiato dalle Ande all’Italia, per trasformare la nostra esperienza della gastronomia; la patata ha salvato l'Europa dalla carestia, così come ha fatto il mais.

The Lions Teeth And/Or The World Was Once Flatè la prima mostra personale in Italia di Emilio Rojas. Questo progetto, sviluppato nell’arco di due anni, è composto da animazioni in stop motion, video, performance, scultura, fotografia, testo e disegni. Al centro del lavoro c’è lo studio metaforico del dente di leone (tarassaco) come specie infestante. La ricerca è iniziata con la raccolta di 15.000 denti di leone, più di mezzo milione di semi, che diventano materia prima per indagare le implicazioni storiche del colonialismo attraverso la botanica.

Il dente di leone come asse centrale dell’installazione site-specific, degli interventi e delle performance per GALLLERIAPIÙ, fa da legante tra la botanica (tarassaco e pomodoro), l’anatomia (teatro anatomico), la geografia (l’atlante di Tolomeo stampato a Bologna nel 1477) e la colonizzazione (la figura di Cristoforo Colombo). Attraverso l’uso di una pianta comunemente considerata infestante, Rojas riflette sui modi in cui possiamo decolonizzare i nostri corpi. Ralph Waldo Emerson una volta disse: "Cos’è una pianta infestante? Una pianta le cui virtù non sono ancora state scoperte".

EMILIO ROJAS (ca.1985, Città del Messico) è un artista multidisciplinare, che lavora principalmente con performance, film, video, fotografia, installazione, interventi pubblici e scultura. Rojas utilizza il suo corpo in modo politico e critico, come strumento per portare alla luce traumi rimossi, forme di decolonizzazione, migrazione e poetica dello spazio. Ha partecipato a numerosi programmi di residenza tra cui Banff Centre, Elsewhere Museum, Surrey Art Gallery, Botin Foundation, Hammock Residency e Pirate Camp: Stateless Pavilion alla 54ᵃ Biennale di Venezia. I suoi lavori sono stati esposti in USA, Messico, Canada, Giappone, Austria, Inghilterra, Grecia, Francia, Germania, Italia, Spagna e Australia. Oltre alla pratica artistica, Emilio è anche un insegnante di yoga, traduttore, attivista e facilitatore contro l’oppressione con la comunità queer e giovani migranti e rifugiati. Attualmente sta frequentando la School of the Art Institute di Chicago, dipartimento di performance, per cui ha vinto la borsa di studio New Artist Society. Rojas collabora anche con l’artista messicana Adela Goldbard nel collettivo interdisciplinare El Coyote Cojo, che focalizza la sua ricerca sulle aree di tensione politica nelle relazioni bi-nazionali e, attraverso la creazione di progetti artistici site-specific, tenta di rendere visibili le storie soppresse e le narrazioni nascoste all’interno delle questioni socio-politiche attuali. Il primo progetto del collettivo, Phantom Limb, ha ricevuto il Shapiro EAGER Grant. Di recente è stata inaugurata la loro prima personale presso Public Access Gallery di Chicago, e al collettivo è stata commissionata una performance al Stony Island Art Bank, project space della Fondazione Rebuild, fondata e guidata dall'artista Theaster Gates. Il lavoro di Rojas è rappresentato dalla galleria Jose de la Fuente in Spagna.

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Opening on Saturday 28th January from 6pm to midnight on the occasion of Art City White Night

"You know very well that we are exploiters. You know very well that we took the gold and the metals and then the oil of the ‘new continents’ and brought them back to the old mother countries. Not without excellent results: palaces, cathedrals, industrial capitals; and then whenever crisis threatened, the colonial markets were there to cushion or deflect it. Europe, stuffed with riches, granted de jure humanity to all its inhabitants: for us, a human being means ‘accomplice’, since we have all benefited from colonial exploitation."
Jean Paul Sartre, Preface to The Wretched of the Earth, by Frantz Fanon, Paris, Maspéro, 1961

How are we complicit with the past we inherited? How are we accomplices of the history of what we consume in the present? The tomato traveled from the Andes to Italy, to transform our experience of gastronomy; the potato saved Europe from famine, as did the corn.

The Lion’s Teeth. The World Was Once Flat is Emilio Rojas’ first solo show in Italy. Developed over the past two years this exhibition includes stop motion animation, video, performance, sculpture, photography, text, and drawings. The center of the work is the decolonial and metaphorical study of dandelions as an invasive species. The research began with the collection of 15,000 dandelion heads, over half a million seeds that became the raw material for investigating the historical implications of colonialism through botany. The origin of the name of this plant endemic to Europe, comes from middle French dent de lion, literally "lion's tooth" (a name given from its serrated leaves).

The dandelion as the central axis of the site-specific installation, interventions, and performances at GALLLERIAPIÙ, ties together botany (dandelions and tomato), anatomy (anatomical theater), geography (Ptolemy’s atlas printed in Bologna in 1477) and colonization (the figure of Christopher Columbus). Through the use of a plant commonly considered as a weed, Rojas establishes a reflection around the ways in which we can decolonize our bodies. Ralph Waldo Emerson once said, “What is a weed? A plant whose virtues have not yet been discovered.”

EMILIO ROJAS (ca.1985, Mexico City) is a multidisciplinary artist, working primarily with the body in performance, using film, video, photography, installation, public interventions and sculpture. Rojas utilizes his body in a political and critical way, as an instrument to unearth removed traumas, embodied forms of decolonization, migration and poetics of space. He has attended numerous residencies including the Banff Centre, Elsewhere Museum, the Surrey Art Gallery, the Botin Foundation, Hammock Residency, and Pirate Camp: Stateless Pavilion at the 54th Venice Biennale. His works have been exhibited in the US, Mexico, Canada, Japan, Austria, England, Greece, France, Germany, Italy, Spain and Australia. Besides his artistic practice, Emilio is also a translator, community activist, yoga teacher, and anti- oppression facilitator with queer, migrant and refugee youth. He is currently pursuing an MFA in the performance department at the School of the Art Institute of Chicago (2017), where he was awarded the New Artist Society Scholarship. Rojas also collaborates with Mexican artist Adela Goldbard under the collective name El Coyote Cojo, a research-based, cross-disciplinary collective that magnifies areas of political tension in bi-national relationships through the creation of site-specific artistic projects attempting to visualize and juxtapose suppressed histories and occluded narratives – dismemberment, prosthetics, violence, nationhood, and crisis – within current socio-political issues. The first project of the collective, Phantom Limb, received the Shapiro EAGER Grant, and they recently opened their first solo show in Public Access Gallery in Chicago, as well as a commissioned performance at the Stony Island Art Bank a project space by the Rebuild Foundation, founded and led by artist Theaster Gates. Galeria Jose de la Fuente in Spain represents Rojas’ work.

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Nell'immagine:
Mandragora Ficta.
Ulisse Aldrovandi (Bologna, 1522-1605)
Biblioteca Universitaria di Bologna.


Brescia Photo Festival

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Nasce a Brescia un nuovo grande Festival di Fotografia
Prima mondiale di Steve McCurry,
il 70^ di Magnum, e ancora Garrubba, Lucas, gli Under 35 della prima
edizione del Premio Dondero, gli incontri con i grandi fotografi,
ma anche il “fuori festival” con altre mostre straordinarie
e spazio a chi cerca spazio.
Per un Festival di sicure ambizioni, diffuso in città

Il nuovo Brescia Photo Festival – a Brescia, dal 7 al 12 marzo - ha l’ambizione di porsi come evento annuale di livello internazionale dedicato alla fotografia.
“Brescia Photo Festival 2017” sarà connotato da un tema di carattere generale – quest’anno individuato in People - che muterà anno dopo anno.
Il Festival è promosso e organizzato da Fondazione Brescia Musei e dal Macof-Centro della fotografia italiana - con il sostegno di Comune di Brescia, MO.CA. e della Fondazione ASM - e la collaborazione di Silvana Editoriale e LABA, alla cui creatività si deve il logo e l’immagine coordinata del festival.
Massimo Minini, presidente di Fondazione Brescia Musei, anticipa che “si tratta di un progetto inclusivo, che vuole coinvolgere tutte le realtà cittadine. Mostre, workshop con i grandi fotografi, incontri e dibattiti sono previsti nella prima quindicina di marzo, mentre le esposizioni maggiori si protrarranno fino alla fine dell’estate e saranno ospitate al Museo di Santa Giulia e negli spazi dell’ex-tribunale, oggi MO.CA.”.
“Brescia – aggiunge Luigi Maria Di Corato, Direttore di Bresci Musei - ha sempre avuto un forte legame con la fotografia, prova ne sono le molteplici iniziative pubbliche e private in atto, oltre che una concentrazione di centri di alta formazione, associazioni, spazi espositivi, gallerie, collezionisti e professionisti di valore nazionale ed internazionale. Basti pensare che per un decennio si e` tenuta a Brescia, su iniziativa privata, una biennale internazionale di fotografia che ha portato in città alcune dei principali fotografi da tutto il mondo”.
“Proprio nel rispetto del nome Festival”, secondo Renato Corsini, “questa manifestazione non si deve limitare ad un momento espositivo, ma deve anche essere in grado di aggregare intorno a sé quanti, specialmente i giovani, desiderano confrontarsi con i grandi temi della fotografia”.
Il festival prevede due sedi principali, il Museo di Santa Giulia e il MA.CO, dove saranno radunate le principali esposizioni. Un ruolo importante avrà anche il “fuori festival” con un ricco programma di mostre nelle gallerie e in altri spazi privati della città, mentre al Cinema Eden sarà proietto un ciclo di film documentari con le biografie dei grandi fotografi.
“People”, il tema di questa prima edizione, permetterà un focus sulla rappresentazione della comunità umana in ogni sua forma e in un momento di particolare complessità come quello che stiamo vivendo. Dato il tema, grande spazio sarà dedicato al fotogiornalismo.
Per la prima di Brescia Photo Festiva si aprirà la prima mondiale di “Leggere”, inedita produzione made in Brescia, del mitico Steve McCurry
Luigi Di Corato non nasconde la soddisfazione per essere riuscito a portare a Brescia il grande fotografo statunitense con una mostra in prima assoluta al Santa Giulia, un evento che sicuramente poi girerà il mondo. La mostra è collegata alla fortunata serie di immagini che Mc Curry ha riunito in un magnifico volume, che è anche un best seller del settore a livello mondiale. Ma quelle pubblicate nel volume saranno solo alcune delle foto che popoleranno la più ampia mostra che McCurry proporrà a Brescia sul tema della lettura curata da Biba Giacchetti e, per i contributi letterari, da Roberto Cotroneo. Un’imperdibile produzione di Fondazione Brescia Musei e Civita Mostre, realizzata in collaborazione con SudEst57 e con un progetto di allestimento dello scenografo Peter Bottazzi.

Ma a connotare l’edizione 2017 sarà anche la concomitanza con un anniversario di rilievo nella storia della fotografia. Il riferimento è ai 70 anni della agenzia internazionale di fotogiornalismo Magnum Photo, che vede al suo interno alcuni tra i più grandi fotografi del mondo.
“Brescia Photo Festival” sarà uno dei luoghi ufficiali per la celebrazione dell’anniversario in Italia, un evento internazionale di forte valenza culturale che coinvolgerà, oltre al Museo di Santa Giulia a Brescia, Camera - Centro Italiano della Fotografia di Torino e il Museo del Violino di Cremona.
I 70 anni di Magnum saranno ricordati con tre diverse mostre, oltre che con incontri, proiezioni ed eventi.
La durata di questi tre gradi eventi Magnum traguarderà le date del Festival. Resteranno infatti aperti, in Santa Giulia e presso la sede della Camera di Commercio, sino al 3 settembre.
Si tratta di tre mostre che a pieno titolo meritano l’appellativo di evento.
“Magnum First”, al Santa Giulia e sino al 3 settembre, ripropone, per la prima in Italia, le 83 stampe vintage in bianco e nero di Henri Cartier-Bresson, Marc Riboud, Inge Morath, Jean Marquis, Werner Bischof, Ernst Haas, Robert Capa e Erich Lessing accompagnate da alcuni scritti degli autori. Questa mostra è stata fortunosamente ritrovata nel 2006, ancora chiusa nelle sue casse, dopo essere stata dimenticata in una cantina di Innsbruck nel lontano 1956. Ora quell’autentico tesoro, restaurato, riemerge a Brescia per la gioia del pubblico.
“Magnum - La première fois” - stessa sede e medesime date -presenta i servizi che hanno reso celebri 20 grandissimi fotografi Magnum, con proiezioni e stampe originali. Curata da François Hébel, è stata presentata una sola volta al Festival di Arles nl 2012 dove ha ottenuto un grande successo.
Infine, presso la sede della Camera di Commercio di Brescia, sarà possibile ammirare per la prima volte le proiezioni di Brescia Photos, i tre reportage proprio su Brescia ed il suo territorio realizzati nel 2003 da tre celeberrimi reporter Magnum: Harry Gruyaert, Alex Majoli e Chris Steele-Perkins.
Non meno affascinanti le numerose proposte espositive del Ma.Co.f (Centro Italiano di Fotografia) il cui comitato scientifico, presieduto da Gianni Berengo Gardin, ha voluto, coerentemente con il percorso finora individuato: privilegiare la Fotografia Italiana. Due le produzioni del Brescia Photo Festival per due novità assolute: la prima antologia mai realizzata sul lavoro di Caio Mario Garrubba dal titolo Nel mirino della storia, un omaggio doveroso ad un indiscusso maestro del fotogiornalismo italiano ed internazionale, che non ha avuto ancora riscontri e riconoscimenti adeguati, nonostante le prestigiose collaborazioni con Life e Der Spiegel. Inoltre, sarà anche presentata un’antologica di circa 200 immagini di Uliano Lucas, sicuramente uno dei testimoni più attenti degli ultimi 50 anni della storia della fotografia.
Brescia Photo Festival esordisce anche dando vita anche ad un nuovo Premio Internazionale per la fotografia intitolato a Mario Dondero. È riservato ai reportage inediti a tema sociale “dalla parte dell’uomo”. La giuria che esaminerà le opere è composta da Gianni Berengo Gardin, Uliano Lucas, Maddalena Dondero, Renato Corsini, Walter Guadagnini e Gianluigi Colin
“Brescia – chiosa Massimo Minini, presidente della Fondazione Brescia Musei - è sempre più città d’arte e cultura, dopo importanti investimenti per la valorizzazione del suo patrimonio museale, ora si concentra sulla contemporaneità, di cui la fotografia è un segno ineffabile e imprescindibile”.

Info
Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049.663499
Referente: Roberta Barbaro - gestione3@studioesseci.net

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