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Pieni e Vuoti_mostra collettiva di fotografia

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Si inaugura il 23 Novembre 2016, alle ore 19:00 presso la galleria BLUorG,“Pieni e Vuoti”, mostra collettiva di fotografia a cura di Isabella Battista e Gaia Valentino.


Piazze, ritratti, silhouette, strade affollate e angoli solitari. Pieni e vuoti appunto. Per raccontare una città, un ambiente, una realtà, attraverso la descrizione di ciò che vi è contenuto o che manca, ricorrendo al colore, ai giochi di luce, alle varie gradazioni cromatiche nella scala dei grigi; vedo nero, non solo per il colore dunque, ma anche per gli stati d’animo che si colgono attraverso gesti, attimi, atteggiamenti.
Due generazioni ci raccontano, attraverso il loro sguardo, i cambiamenti del mondo che ci circonda e, soprattutto, del loro mezzo espressivo. Un dibattito visivo che si concretizzerà in tre momenti di incontro/dibattito partendo da parole chiave care agli artisti e rappresentative della loro ricerca.

Fotografi in mostra: Nicola Amato, Berardo Celati, Angela Cioce, Luciana Galli, Gianni Leone, Antonio Tartaglione, Gianni Zanni, Michele Cera, Rosa Ciano, Alessandro Cirillo, Alessandro Fusco, Teresa Imbriani, Giulia Laddago, Alessia Rollo.

dal 23 novembre 2016 al 10 gennaio 2017


Galleria BLUorG
Via, M. Celentano 92 - 70121 Bari
+39 080.9904379 info@bluorg.it
Dal mar. al sab. h. 17.00 / 20.30



Flavio de Marco. Autobiografia

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a cura di Lorenzo Madaro e Brizia Minerva

Castello Carlo V, viale XXV luglio, Lecce
Inaugurazione sabato 17 dicembre 2016, ore 18.30


17 dicembre 2016 – 5 febbraio 2017
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 20.30, il sabato e la domenica dalle 9.30.
Info e prenotazioni visite guidate: 0832.24.65.17

Inaugurazione, 17 dicembre 2016, ore 18.30
con i saluti di
Paolo Perrone, sindaco di Lecce;
Luigi Coclite, assessore al turismo, spettacoli e marketing territoriale;
Nicola Massimo Elia, dirigente del settore cultura, Comune di Lecce;
Flavio de Marco e dei curatori della mostra.

La mostra, promossa dal Comune di Lecce, è la prima personale in Puglia dell’artista Flavio de Marco, nato a Lecce nel 1975 e da anni di stanza a Berlino.

Le cinque sale del secondo piano del castello Carlo V proporranno un percorso concepito grazie alla proposizione di opere – realizzate dall’artista dal 1993 al 2015 e in parte già esposte in alcune sue significative mostre, tra cui quella della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma nel 2014 – che costituiscono un percorso antologico ragionato nella sua pittura. Ma con una fondamentale novità, che l’artista ha formulato per l’occasione: ogni opera sarà rielaborata per questa mostra.

La mostra è pertanto un omaggio che la città gli ha voluto tributare.

D’altronde il legame con questa terrà circondata dal mare è stato uno degli aspetti della sua pratica artistica: la sofisticata ricerca di de Marco, infatti, ha anche attinto alla pittura di paesaggio di quest’area, poi strutturata e concepita con un approccio progettuale insieme poetico e analitico.

Le opere rielaborate per l’occasione propongono pertanto di ripercorrere alcuni momenti significativi del suo percorso e i cicli che l’hanno scandito.

L’indagine sullo schermo del computer, come orizzonte di un’esperienza del paesaggio, sviluppa un’analisi sui confini che intercorrono tra realtà e rappresentazione e tra spazio fisico e spazio proiettivo: sono questi alcuni dei principali punti del lavoro di de Marco, che si esprime con la pittura e il disegno, denso di rimandi di natura letteraria e storico-artistica.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo – progettato da Valerio Nicoletti – con i testi dei curatori della mostra, apparati biografici, bibliografici ed espositivi aggiornati e le immagini dei dipinti e dei disegni in mostra al castello Carlo V. 

pubblica: 

Alla Fondazione Museo Pino Pascali un workshop aperto al pubblico su moda, arte e creatività

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ALLA FONDAZIONE PINO PASCALI UN WORKSHOP SU MODA, ARTE E CREATIVITA’


Martedì 22 novembre, alle ore 10, presso la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare si terrà un workshop aperto al pubblico su moda, arte e creatività, a partire dal libro “FASHION INTELLIGENCE”, edizioni Dal Sud.

Le autrici, docenti universitarie, fashion designer, con esperienza nel campo della moda, analizzeranno varie tematiche quali ‘Moda e identità’, ‘Moda e scenari futuri’, ‘Estetica del disagio e dell’anomia nella fotografia di moda’, ‘La camicia bianca di Ferré rivisitata come valore nell’intelligenza della moda’.

Intervengono

Patrizia Calefato
Docente di sociologia presso l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari e presso il Centre for Fashion Studies dell’Università di Stoccolma

Claudia Attimonelli
Docente di Cinema, Fotografia e Televisione dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, redazione de Les Cahiers européens de l’Imaginaire editi dal CNRS di Parigi

Florisa Sciannamea
Fashion designer, scenografa, docente di Storia dell’Arte, Costume, Collezioni moda

Andrijana Popovic
Psicologa specializzata in Psicologia della Moda, ideatrice e curatrice del libro.

Il programma sarà corredato da un laboratorio-attivo a numero chiuso per studenti che sarà realizzato dalla stilista montenegrina Jelena Djukanovic. Laureata presso la Facoltà di Disegno Industriale – Dipartimento di Textile Design a Belgrado, nel 2006 ha conseguito un master presso la Facoltà di Belle Arti di Cetinje – Dipartimento di scultura. Artista indipendente, è stata costumista per spettacoli teatrali, fiction, lungometraggi, spot pubblicitari, set e collezioni originali tessili ispirate al patrimonio culturale del Montenegro. Nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti.

Si ringrazia Luigi Morfini, Console del Montenegro in Italia.

Press: Santa Nastro snastro@gmail.com+39 3928928522 +39 3201122513

Info
Fondazione Museo Pino Pascali

OVER THE REAL PERFORMANCE INTERMEDIALI My Cat Is An Alien Lino Strangis Oddfield

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OVER THE REAL
PERFORMANCE INTERMEDIALI

My Cat Is An Alien
Lino Strangis
Oddfield

presenta l’evento Vittore Baroni

sabato 19 novembre ore 18:00-20:00

FONDAZIONE VILLA BERTELLI
Forte dei Marmi
 
 
 
Per la sua seconda edizione il Festival Internazionale di videoarte OVER THE REAL raddoppia trovando una nuova sede nella suggestiva location di Villa Bertelli a Forte dei Marmi dove, sabato 19 novembre, si terrà una serata dedicata ad alcuni dei più interessanti esempi della sperimentazione sonora e multimediale della odierna scena nazionale ed internazionale.
Attualmente i linguaggi multimediali proliferano e offrono una enorme quantità di possibilità che non si definisce esclusivamente nel campo delle ricerche audiovisive e trovano nella dimensione della live performance una serie di applicazioni particolarmente significative. Per queste ragioni il Festival ha ritenuto necessario aprire questa importante finestra su questo mondo al fine di allargare sempre più il suo sguardo e i suoi interessi nei confronti delle culture digitali.
Lo speciale evento di performance live a Villa Bertelli, vedrà come headliners d'eccezione i My Cat Is An Alien, band ormai storica con decine di pubblicazioni internazionali all’attivo e collaborazioni di enorme prestigio globale quali quelle con Thurstone Moore e Keiji Haino, "che abiteranno ancora una volta la dimensione scenica con un 'rituale di natura arcana e sciamanica' nel quale il gesto sonoro è fondatore di uno speciale linguaggio di segnali per le antenne di forze spirituali ai confini del cosmo." (illustra Lino Strangis co-direttore del Festival e curatore dell'iniziativa).
Oltre al duo torinese ci sarà Lino Strangis, musicista, performer e artista mediale di fama internazionale, con la sua performance intermediale (che definisce "un modulo minimo e aleatorio dell'opera totale") La teoria del terremoto perenne. "Una esperienza di audiovisione live in cui i fenomeni di scultura sonora elettronica vanno estemporaneamente ad incontrare una video-scenografia/ambientazione interattiva, anch'essa 'suonata/navigata, come uno strumento musicale per gli occhi', manualmente dallo stesso artista digitale che propone una versione futuristica della figura del marionettista" (spiega Veronica D'Auria, chief curator di C.A.R.M.A., membro del comitato scientifico).
Ad aprire l'evento i giovani toscani del gruppo Oddfield con il progetto Necropolis in cui i suoni "originari", registrati, delle necropoli etrusche si incontrano con quelli, "originati" da sintetizzatori, percussioni e tromba in interazione live con le immagini girate all’interno dei siti archeologici.
L'evento, che si terrà nelle sale espositive della Fondazione Villa Bertelli, verrà introdotto da Vittore Baroni, critico musicale, artista e studioso delle controculture.

Grazie allo speciale contributo del co-direttore del festival, Lino Strangis, dell'esimio Vittore Baroni e di C.A.R.M.A. - Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate siamo riusciti a realizzare un'occasione unica per il territorio versiliese, di divenire per un giorno capitale della videoarte e delle performance live.



OVER THE REAL - FESTIVAL INTERNAZIONALE DI VIDEO ARTE 2° edizione
@ FONDAZIONE VILLA BERTELLI,
Viale Giuseppe Mazzini, 200, 55042 Forte dei Marmi LU
Telefono: 0584 787251 info@villabertelli.it
sabato 19 novembre dalle ore 18:00 alle ore 20:00
Performance intermediali di:
My Cat Is An Alien
Lino Strangis
Oddfield
presenta l’evento Vittore Baroni
a seguire aperitivo

 
Veronica D'Auria
Chief Curator of C.A.R.M.A. - Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate  http://asscarma.wix.com/carma
 
 
pubblica:
Massimo Nardi


PAZZA IDEA. CAЯATTEЯE SPECIALE

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 Emidio Clementi
 Igort
 Matteo Caccia
Patrizia Cavalli
 
 
 
PAZZA IDEA. CAЯATTEЯE SPECIALE
da giovedì 24 a domenica 27 novembre 2016
Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto
via Santa Croce 18, Cagliari
 
Il festival Pazza Idea - “CaЯatteЯe Speciale”è un progetto dell'associazione Luna Scarlatta, centrato sull'esplorazione della realtà contemporanea attraverso gli occhi dell'arte, della letteratura, della poesia, delle culture digitali e dell'incontro tra idee e persone. Giunto alla sua quinta edizione, il format cambia pelle passando dalla creatività alla contemporaneità e offre spunti di riflessione e incontro attraverso un percorso tra libri, narrazioni, nuovi linguaggi, arte, cinema, poesia e interattività.
Pazza Idea - “CaЯatteЯe Speciale” pone al centro la grande capacità divulgativa dei libri e quella rivelatrice dell’arte come strumento di rappresentazione dei complessi scenari sociali e culturali, con attenzione anche alle nuove forme digitali.
Quattro giornate di incontri, reading e workshop, secondo la duplice ottica che da sempre caratterizza il festival: avvicinare l'architettura e i social media, la letteratura e lo storytelling, il design e le professioni attraverso un dialogo teorico e pratico.
Tutti gli eventi sono ospitati nella suggestiva cornice del Centro comunale d'arte Il Ghetto, un luogo “speciale” nel cuore del quartiere storico di Castello, da cui si gode uno dei più suggestivi panorami di Cagliari.
Il “carattere speciale” è già nel carattere, nella storia personale e nella scrittura degli ospiti: il percorso artistico e narrativo di Gabriele Romagnoli, giornalista e direttore di Rai Sport ma anche scrittore che indaga gli slanci straordinari dell'animo, come nel suo ultimo libro “Coraggio!”, storie dei momenti che hanno fatto la differenza.
Poi, le scelte di vita di Ginevra Bompiani, fondatrice della casa editrice Nottetempo, con i grandi incontri che ne hanno formato il “grande carattere” e quelli che avrebbero potuto cambiare il corso di una vita, oppure a scelta narrativa di Gianni Biondillo, scrittore earchitetto, sulle figure creative del nostro passato prossimo, spesso dimenticate.
Ancora, il ritorno della figura del padre nelle pagine di due talentuosi scrittori, Tommaso Giagni e Pietro Grossi e il Premio Strega 2016 Edoardo Albinati i cui percorsi narrativi transitano dal lavoro di insegnante nel carcere di Rebibbia alla letteratura e alle sceneggiature per il cinema d'autore. La sua sensibilità è la chiave speciale di scrittura dello straordinario romanzo-monstreLa scuola cattolica, un racconto sulla tenerezza e la violenza come elementi di lettura della cultura che attraversa la storia d'Italia.
Un fine settimana per esplorare la forza generatrice dell'arte e di straordinari artisti: Frida Kahlo, Alda Merini e Bob Dylan, a cui si aggiungono le sperimentazioni pop di Manu Invisible e il confronto col romanzo di Igort che racconta Cagliari la sua generazione negli anni '70, un’epoca incredibilmente produttiva, geniale, irresistibile, grottesca e il confronto con la società odierna, i valori in cui credere, la nostra vita.
“Ten Special Faces”è il titolo della mostra che riunisce i ritratti di dieci personaggi dal “carattere speciale” dell’eclettico Graziano Origa: Antonio Gramsci, Maria Callas, Italo Calvino, Bob Dylan, Umberto Eco, Federico Fellini, Audrey Hepburn, Pier Paolo Pasolini, più un “extra” dedicato al grande poeta e musicista Leonard Cohen, recentemente scomparso. Origa (giornalista, artista, fumettista, grafico, saggista e storico del fumetto popolare) in occasione del Festival realizza un inedito ritratto di Frida Kahlo.
Speciale è anche l'immersione nel mondo di Shakespeare grazie agli interventi di Nadia Fusini in conversazione col maestro compositore Franco Piersanti, e alla poesia dirompente di Patrizia Cavalli che racconta “Shakespeare in scena”, una performance dal vivo di poesia, voce ed emozioni della grande poetessa. Il grande drammaturgo inglese rivive attraverso le nuove traduzioni, “le parole che ritrovano l'innocenza” e la vitalità, e esprime tutta la sua straordinaria attualità, perché “c'è una tempesta nella vita di tutti”.
E poi tanta musica, con un molteplice omaggio al neo Premio Nobel Bob Dylan che risuonerà nelle sale del Ghetto grazie al Dylanista Anonimo Gianni Zanata e al viaggio musicale e letterario di Francesco Peddoni, Giuseppe Boy e di Graziano Origa.
Ancora musica con Cristiano Godano, voce dei Marlene Kuntz che conversa con il giornalista Pietro Del Soldà sull'evoluzione del linguaggio nel panorama musicale italiano degli ultimi 20 anni; e Emidio Clementi fondatore dei Massimo Volume in accoppiata con Corrado Nuccini (Giardini di Miro') per proporre un viaggio letterario attraverso le parole di Thomas S. Eliot e i suoi Quattro Quartetti.
Le mattine di Pazza Idea - “CaЯatteЯe Speciale” sono dedicate alla formazione: Prisca Cupellini (responsabile della comunicazione web del MAXXI di Roma) racconta in modo dettagliato come i musei possano cambiare voce, e aggiungere una tonalità, quella del digitale. L’incontro “Dai social media alla virtual reality: il digitale come strumento di public engagement” è una testimonianza su come un’istituzione come quella del MAXXI possa puntare sulla rete per raggiungere e comunicare con un pubblico sempre più vasto.
Il focus sulle professioni creative è curato anche quest'anno da Acta Sardegna. “Aguzza l'ingegno: anche l’autore ha diritti” è una tavola rotonda per approfondire e comprendere vincoli, vantaggi, aspetti fiscali e previdenziali del diritto d'autore.
L'omaggio a Umberto Ecoè ideato in collaborazione con TwLetteratura: la proposta è la riscrittura de “Il Pendolo di Foucault” con i 140 caratteri di Twitter. In più Pierluigi Vaccaneo, ideatore di TwLetteratura, presenta la nuova fase della sua app Betwyll: un luogo nuovo per leggere e commentare testi in 140 caratteri, secondo il metodo di social reading che TwLetteratura ha ideato e sperimentato su Twitter e su carta a partire dal 2012. Diverso ma non troppo l’incontro con lo scrittore e conduttore radiofonico Matteo Caccia: come nel suo programma su Radio 2, costruisce una rete collettiva di storie di vita raccontate dagli stessi protagonisti.
Lo IED (Istituto Europeo di Design) di Cagliari propone approfondimenti su tematiche legate al fashion e al design, perché ogni partecipante possa creare un proprio “carattere speciale” legato alle aree tematiche del design dei corsi triennali: arti visive, fashion, interior e product.
Lorenzo Pregliasco (docente universitario, direttore e cofondatore di YouTrend e della startup di ricerche Quorum) parla dell’evoluzione del linguaggio e dell’utilizzo dei nuovi canali nella comunicazione politica.
Tutti modi diversi, spesso complementari e sempre utili, di guardare alla complessità del mondo con un approccio diverso, “speciale” appunto, che ci permetta di affrontare i nostri “tempi interessanti” con nuovi strumenti.
Pazza idea. CaЯatteЯe Specialeè sostenuto da Regione Autonoma della Sardegna e Comune di Cagliari. Si avvale del sostegno di LENOVO e Athena s.r.l., IED, Tiscali, si tiene all'insegna della collaborazione co l’ Universita’ di Cagliari e con altri eventi culturali: il festival di musica per cinema Creuza de Mà che si occupa di musica per cinema, I Libri aiutano a leggere il mondo- Pali o dispari, Festival Lei, Festival Lievito di Latina, Libraisardi in Rete, Leggendo Metropolitano, il  Consorzio Camu',  Sardinia Innovation, Vini Pala,  la libreria MieleAmaro, e con il patrocinio dell’Ente morale Luca Raggio e  Confindustria Sardegna Meridionale
La direzione  è di Mattea Lissia. Sarà possibile seguirlo in diretta streaming da www.pazzaidea.org
Media partner sono Tiscali con Streamera e Radio X.
 
 
 
/Dove/ Centro d'arte e cultura “il Ghetto”
via Santa Croce 18 - Cagliari
/Info/www.pazzaidea.org
Facebook Fanpage: Pazza idea. CaЯatteЯe Speciale
Twitter: @Luna_scarlatta
Instagram: @scarlattaluna
Hashtag: #pazzaidea16
 
 
 
pubblica :
 Massimo Nardi
 
 
 
 
 

 

UTOPIA. Immagini di Gianni Zanni

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Il 17 dicembre 2016 si inaugura presso la Galleria SP3 di Treviso la mostra fotografica “UTOPIA”.

Le immagini, realizzate da Gianni Zanni in diversi ambiti geografici e temporali, prendono spunto da un indizio fantastico, una frase scritta con un pennarello sulla spalliera di una sedia da Guido Lupori, emblematico personaggio della cittadina pugliese di Polignano, indizio che ci conduce ad una poesia di Eduardo Galeano riguardante la concomitanza ideale tra orizzonte e utopia.

Ed è il tema dell’utopia, della volontà e della forza necessarie a sostenerla, anche a prezzi esistenziali notevoli, che Gianni Zanni, lontano dalla frenesia contemporanea dell’istantanea da street photography, si sforza di far confluire nelle sue immagini, mescolando situazioni in cui si avverte il continuo senso di conflitto con una realtà spesso ostile.

La mostra resterà aperta sino all’8 gennaio 2017 presso la Galleria SP3

Vicolo San Pancrazio 3 Treviso

orario apertura: Martedì | Venerdì 17,00_19,30
Sabato | Domenica 16,00_20,00
chiuso il Lunedì
Martedì | Venerdì 17,00_19,30

Bruno Tobia. La città nascosta

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Bruno Tobia
La città nascosta
2 – 14 dicembre 2016

Inaugurazione (alla presenza dell’artista): venerdì 2 dicembre 2016, ore 19.00-22.00

Carlo Gallerati è lieto di presentare La città nascosta, una mostra personale di Bruno Tobia a cura di Noemi Pittaluga.

“Il progetto fotografico La città nascosta ha la stessa intensità dell'emicrania di Zeus quando partorì Atena. L'artista e professore Bruno Tobia rivela come negli anni trascorsi tra le mura della città universitaria romana La Sapienza abbia vissuto negli edifici progettati da Marcello Piacentini. Il suo sguardo nostalgico esprime con malinconica ironia la propria esperienza esistenziale all'interno di un ambiente che è riuscito a rendere familiare unicamente nei momenti di solitudine. Anche nel racconto breve La città nascosta di Fabio Stassi, dove sono presenti le immagini dell'autore – che si incontrano con il testo in un rapporto alla pari – emerge con forza il senso di spaesamento percepito negli ambienti accademici della Capitale. Le aule, le biblioteche e gli archivi sono stati i luoghi in cui, raccolto in se stesso, Tobia ha potuto riflettere sul suo percorso di crescita. L'impressione di realizzare solamente in parte le proprie aspirazioni personali assume una svolta decisiva nel momento in cui l'autore incomincia a rappresentare la realtà in maniera del tutto individuale. L'atto creativo è una scelta di riordine all'interno di un sistema caotico di segni visivi, un montaggio di frame che rappresentano avvenimenti e sensazioni fondamentali per l'artista. E questo isolamento riflessivo, riconoscibile anche in altri lavori, ma soprattutto in Disiecta membra e in Les souvenirs, si mostra nella mancanza di figure umane, l’esistenza delle quali è ricostruita dall'autore soltanto attraverso gli oggetti lasciati dalle tracce del loro operare. L'assenza è il vero oggetto di uno studio quasi archeologico che attraverso una catalogazione scientifica riprende il metodo di studio teorico. In questa palude emotiva, l'obiettivo della macchina fotografica è inevitabilmente uno schermo protettivo da cui osservare il mondo, un modo per orientarsi all'interno dei propri pensieri e una mappa per delineare nuovi itinerari possibili. Per Tobia lo scatto è una sorta di terapia per focalizzare, in un'estetica impeccabile, una stasi emozionale che vuole superare ed elaborare. La stanchezza cronica sembra così finalmente scacciata attraverso il fare artistico che si rivela essere un atto di liberazione e di spoliazione dalle sovrastrutture fino ad allora costantemente accumulate. La rottura è avvenuta: e lo rivelano il sovrapporsi di spazi pieni e vuoti alla Escher, le inquadrature di porte, che lasciano scorgere vie di fuga, e i neon abbaglianti, che rimandano ad atmosfere kafkiane e fantascientifiche. In conclusione il dialogo con l'altro è esploso e lo spettatore, tenendo presenti le piantine originali de La Sapienza, diviene la guida all'interno del labirinto mentale e dell'incubo dell'artista. Le singole immagini, come pezzi di un puzzle, vengono unite lasciando intravedere finalmente l'uscita tanto ricercata.” (Noemi Pittaluga)


Bruno Tobia (Roma, 1948) si è a lungo occupato di storia contemporanea come professore ordinario all’Università La Sapienza di Roma. Da alcuni anni è impegnato in progetti fotografici, prediligendo la ricerca attorno a spazi e paesaggi urbani. Sue opere sono state esposte a Roma presso la Oneroom (La città nascosta, 2014) e presso la Galleria Gallerati (Fuori 6, 2014). Nel 2013 ha pubblicato con Camera 21 La città nascosta.



Bruno Tobia
La città nascosta

A cura di Noemi Pittaluga
Galleria Gallerati (Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – Mob. +39.347.7900049)
Inaugurazione: venerdì 2 dicembre 2016, ore 19.00-22.00
Fino a mercoledì 14 dicembre 2016 (ingresso libero)
Orario: dal lunedì al venerdì: ore 17.00-19.00 / sabato, domenica e fuori orario: su appuntamento
Mezzi pubblici: bus: 61, 62, 310, 542; metro: linea B, ferm.Bologna (da P.Bologna: 400 m lungo V.Livorno o V.M.di Lando) Ufficio stampa: Galleria Gallerati
Informazioni: info@galleriagallerati.it, www.brunotobia.it



Via Apuania, 55 – I-00162 Roma – Tel. +39.06.44258243 – info@galleriagallerati.it – www.galleriagallerati.it - www.amaci.org

AL MART DI TRENTO E ROVERETO L'ATTESA PRESENTAZIONE DI DO UT DO

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DO UT DO al  MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
 
E’ con grande entusiasmo che DO UT DO, contenitore di iniziative promosso dall’Associazione Amici della Fondazione Hospice Seràgnoli, annuncia la penultima tappa di questa terza edizione 2016, per entrare martedì 22 novembre al MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e immergerci ancora una volta nel viaggio della casa do ut do attraverso le nostre installazioni e con un sistema di navigazione in virtual reality 3D. A fare gli onori di casa sarà Gianfranco Maraniello, ex direttore del MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna e dal 2015 direttore del MART, pronto ad accogliere il comitato scientifico di do ut do e tutti coloro che parteciperanno. L’evento sarà introdotto da Maurizio Marinelli, con la partecipazione di altri membri del comitato, di alcuni degli autori della casa do ut do e, come al Maxxi e alla Reggia di Caserta, il pubblico potrà assistere nel corso dell’opening a delle live art performances; questa volta sarà presente l’artista Yumi Karasumaru, con il reading di alcuni testi tratti dal suo ultimo libro Korosu- Io Uccido, e si potrà assistere alla creazione di una nuova opera d’arte dell’architetto e artista Duilio Forte.
 
 
·      La terza edizione
 
Dopo il grande successo della prima edizione nel 2012 dedicata all’arte contemporanea e della seconda nel 2014 sul design, questo progetto di raccolta fondi a cadenza biennale, è tornato quest’anno con un’incredibile edizione, che ha avuto l’onore di un padrino ufficiale come il memorabile Dario Fo e per tema la Casa do ut do di Alessandro Mendini, le cui stanze sono progettate da importanti architetti e designer: Alberto Biagetti, Mario Cucinella, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Stefano Giovannoni, Alessandro Guerriero, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Angelo Naj Oleari, Terri Pecora, Renzo Piano, Claudio Silvestrin, Nanda Vigo.
In una società sempre più tecnologica e connessa, la terza edizione è stata annunciata sotto il segno del virtuale ad ArteFiera Bologna il 31 gennaio e ufficialmente presentata il 14 aprile all’Università Statale di Milano e il 17 maggio alla Peggy Guggenheim Collection a Venezia, e ha previsto diverse esposizioni (dal 14 luglio sino al 31 agosto presso REGGIA di Caserta, dal 15 luglio al 1° agosto al MADRE di Napoli, dal 20 al 25 settembre al MAXXI di Roma, dal 6 ottobre fino al 23 ottobre al MAMbo di Bologna, per approdare in tutto il suo splendore con una mostra straordinaria alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 16 ottobre al 13 novembre e arrivare ora con grande successo al MART di Trento e Rovereto) per entrare virtualmente nella casa e nel giardino di do ut do.

Ogni stanza è dedicata a un VALORE che i vari architetti hanno scelto tra quelli che compongono la qualità dell’abitare e formano il senso più profondo di una casa, così come di una comunità, di una città, di un paese: vitalità, empatia, sogno, civiltà, gioco, attesa, inclusione, natura, complicità, luce, amore, incontro, il coraggio (delle donne).
E’ nelle parole di Alessandro Mendini che si legge a pieno il significato dell’operazione artistica di DO UT DO: “Il Palazzo che ho disegnato per DO UT DO ha una facciata fiabesca, indica l’attitudine poetica con la quale viene svolta periodicamente questa attività del dono. Il dono, appunto, un gesto positivo di apertura, di disponibilità verso il prossimo, di anima attenta e gentile. E dalla porta principale della tremolate grafia della facciata della mia architettura, si accede a un atrio circolare a cupola dal quale partono le stanze virtuali progettate dei famosi architetti donatori, a loro volta arredate con gli oggetti e le opere realizzate dai cinquanta artisti donatori. Doni che contengono dei doni che contengono dei doni. E il fine di questa operazione di cultura è quello di contribuire a una attività benefica, sociale, psicologica e scientifica, a favore di persone che vivono una vita difficile, anzi molto difficile. Le cinquanta opere raccolte quest’anno DO UT DO sono una collezione davvero notevole, e magicamente creano fra loro interessanti combinazioni, generando una empatia di grande effetto e qualità estetica. Un goal culturale combinato al sostanziale obbiettivo benefico”.
La visita virtuale in virtual 3D  è stata realizzata dalla società Vitruvio VR, che ha reso navigabile le 12 stanze e il giardino, oltre all’atrio comune, utilizzando tecnologie di modellizzazione 3D, visibile su tablet, smartphone e computer attraverso il sito doutdo.it e con visori indossabili che offrono una spettacolare esperienza immersiva e tridimensionale.
 
 
·      Si deve far “p’arte”
 
Anche in questa edizione, secondo il tradizionale schema dell’ “estrazione a sorte”, ogni opera verrà assegnata a chi avrà dato un contributo per sostenere le attività della Fondazione Hospice Seràgnoli Onlus.
In tal senso, la formula di do ut do prevede il coinvolgimento di grandi artisti che, aderendo al progetto, donano un’opera per il sostegno delle attività di assistenza e cura ai pazienti affetti da malattie inguaribili e per le attività di formazione e ricerca sulla medicina palliativa nel Campus Bentivoglio.
Le opere donate verranno assegnate a sorte a coloro che avranno prenotato il biglietto do ut do. L’estrazione si terrà il 15 dicembre a Bologna presso il MAST - Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, alla presenza dei collezionisti, artisti, architetti, designer, galleristi, produttori e sostenditori di do ut do 2016.
 
Oltre agli architetti e designer autori delle stanze, le adesioni tra artisti, stilisti, architetti e designer che regalano una loro opera annoverano: Bertozzi & Casoni, Alberto Biagetti, Irma Blank, Michel Boucquillon e Donia Maaoui, Fernando e Humberto Campana, Sandro Chia, Aldo Cibic, Antonio Citterio, Gabriele Corni, Fabrizio Cotognini, Mario Cucinella, Barbara Cuniberti, Cuoghi Corsello, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Flavio Favelli, Jacopo Foggini, Duilio Forte, Stefano Giovannoni, Alessandro Guerriero, Maria Christina Hamel, Massimo Iosa Ghini, Marcello Jori, Yumi Karasumaru, Massimo Kaufmann, Francis Kèrè, Kings - Daniele Innamorato e Federica Perazzoli, Steve Leung, Ugo Marano, Antonio Marras, Emiliana Martinelli, Paola Martelli, Roberto Sebastiàn Antonio Matta, Andrew Moore, Bruno Munari, Giovanni Ozzola, Francesco Patriarca, Terri Pecora, Simone Pellegrini, , Paola Pivi, Fabrizio Plessi, PSlab, Davide e Maurizio Riva, Claudio Silvestrin, Sissi, Isabella Vacchi,  Francesco Vezzoli, Nanda Vigo, Velasco Vitali, Danijel Zezelj, Tobias Zielony

Tra i sostenitori di do ut do 2016 con donazioni, fornitura di servizi e produzioni delle opere troviamo:
Adriano Group, Aldo Colella, Andrea Testi, AN.T.A.RES Restauro, Antica Forma, Archimede Falegnameria, Art DefenderArteria, AT imballaggi, Azienda Ferrarini, Azienda La Battaglia
Azimut Wealth Management, Cantina Bentivoglio, Cantine Gregoletto, Casone Group, Cerdisa, Cirulli Archive, ComunicaMente, Damiani, Digi-Graf, DOC/FILM, Eataly/Osteria Stagioni, Elena Garagnani Restauro, Enoteca Cortina, Enoteca Italiana, Fondazione Divo Bartolini, Fondazione Plart, Fourghetti, Fratelli Rinaldi Importatori, Gabriele Corni studio fotografico, Galleria Antonio Verolino, Galleria Lia Rumma, Galleria d'Arte Maggiore, Galleria MDC Massimo De Carlo, Galleria P420, Garage San Marco, Google Cultural Institute, Grafiche dell'Artiere, Kobalt entertaiment, In-Novo, Industrialbox, Istituto Alberghiero Riolo Terme, Il Laboratorio delle Idee, La Caramella di Gino Fabbri, La Casona group, L’Angolo della Freschezza, Marsèll, Martinelli Luce, Massimiliano Poggi Cucina, MBM Biliardi, Mingardo Designer Faber, NTL traduzioni, Palmieri, Partesa, PIMAR, Polpette e Crescentine, Pubblierre, Osteria La Bottega, Radio Sata, Renografica, Ricci marmi, Ristoranti della Buona Accoglienza, Riva 1920, Rolex, Serralunga, SlowFood Veneto, Stark, Technogym, Tenuta Santa Cecilia, Trattoria La Gatta, Turri 1870, Visionnaire Home Philosophy, Vitruvio VR.
 
 
In collaborazione con:
MADRE – Museo di Arte Contemporanea DonnaRegina, Napoli
MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna
MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto
MAST – Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, Bologna
MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma
Artefiera, Bologna
Circolo dei Lettori, Torino
Pinacoteca Nazionale di Bologna
Peggy Guggenheim Collection, Venezia
Reggia di Caserta
Interni Open Borders Università di Milano
 
 
INFORMAZIONI UTILI
 
Dove: MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto - Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN)
 
Apertura:
22 novembre 2016
 
Orari:
Martedì - Domenica 10.00 - 18.00
Venerdì 10.00 - 21.00
Lunedì chiuso
La biglietteria chiude mezz'ora prima della chiusura del Museo
 
Direzione organizzativa:
Segreteria do ut do: Tel. 051 271060; e-mail: info@doutdo.it
 
Siti di riferimento
 
Ufficio Stampa:
Lucia Crespi, tel. 02 89415532 – 02 89401645, lucia@luciacrespi.it
 
pubblica:
Massimo Nardi

Incontri d'Autore

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Nell'ambito della mostra 'Diario Corale 1962-2015' dedicata alle opere del poeta visivo Lamberto Pignotti, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo, Il Museo Nuova Era di Bari ospita l'incontro con l'autore introdotto da Antonella Marino, curatrice e storica dell'arte.

Lamberto Pignotti | Bio

Lamberto Pignotti, nato a Firenze nel 1926, è considerato uno dei fondatori della poesia visiva. Professore presso la Facoltà di Architettura di Firenze e al DAMS della Facoltà di Lettere di Bologna, dà vita al “Gruppo 70” insieme ad altri artisti e critici e partecipa alla formazione del “Gruppo 63”.

Incontri d'Autore | Lamberto Pignotti
27.11.2016 ore 18.00
C/O Museo
Nuova Era


> Info & Contatti Museo Nuova Era
Stra...da dei Gesuiti 13
70122 Bari
www.museonuovaera.com
museonuovaera@alice.it
Tel. 333.4462929


segnala:
Rosemarie Sansonetti

Claudia Meyer. SEGNI DI LUCE

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Art1307

presenta

Claudia Meyer
SEGNI DI LUCE

a cura di
Cynthia Penna


Opening Giovedì 24 Novembre 2016, ore 18,30-22
dal 24 Novembre 2016 al 3 Gennaio 2017

Villa di Donato, Napoli


“Segni di Luce” è la mostra personale di Claudia Meyer, promossa dall'Istituzione culturale Art1307 e a cura di Cynthia Penna, che inaugurerà Giovedì 24 novembre 2016 alle ore 18,30, presso Villa di Donato. La mostra, la prima che vede l'artista esporre nel nostro Paese, sarà visitabile fino al 3 gennaio 2017.


Di origine svizzera, Claudia Meyer vive e lavora tra Lucerna, Parigi e Los Angeles e queste tre città, questi paesi hanno profondamente influenzato il suo modo di esprimersi e di comunicare.

“Il suo segno grafico incide superfici sempre diverse , metacrilati come carta, in un

una sorta di scrittura dinamica, un grafismo dinamico, un nuovo alfabeto dell’anima, un flusso continuo di parole che vanno a comporre, più che un discorso, una musica – spiega Cynthia Penna, curatrice della mostra – Come la “musicalità” della prosa di Proust, composta da un inarrestabile susseguirsi di immagini in movimento che sconfinano in onde sonore più che in parola scritta, cosi’ la musicalità del segno di Meyer invade lo spettatore e lo avvolge in un crescendo sensoriale di Raveliana memoria. La componente “francese” della sua personalità emerge prepotentemente nella poetica e nella musicalità della sua arte.

Il segno grafico appreso dalla tradizione Europea, si fonde con l'indagine dei materiali come i metacrilati, il cui uso connette Meyer alla matrice americana dell’arte.

Una spinta di energia allo stato puro, accentuata dall’uso della luce che illumina la scena condensandone e orientando la visione solo verso alcuni punti focali.

La luce occorre all’artista come elemento concettuale di epifania di una scoperta, come ulteriore possibilità di visione. Ed anche questo uso della luce e della luminosità può essere ricondotto all’esperienza americana, un uso della luce in tutte le sue componenti che svolge un ruolo fondamentale nella creazione dell’arte Californiana.

Indugiando con lo sguardo sullo spazio pittorico osserviamo che è sezionato in scomparti o imbrigliato in una griglia, in modo da formare una composizione grafica geometrica che ingloba l’intero “racconto”. Questa costruzione appare come la necessita’ di Meyer di connettersi alla lezione costruttivista di stampo decisamente mitteleuropeo e specificamente svizzero, dove l’eredità dei Mondrian e dei Malevich è stata sviluppata da una intera generazione di artisti quali Max Bill o Richard Paul Lohse.

Il rigore di questa componente mitteleuropea, del suo sentire la induce a creare una sorta di schema di quadrati in successione che diventano la base strutturale dell’opera.

L’arte di Claudia Meyer e’ tutto questo: energia che scorre, flussi di energia in movimento che interagiscono tra loro, imbrigliati il più delle volte entro una costruzione geometrica della scena, segno grafico che segue a sua volta l’energia che lo muove, lo sospinge e lo fa volare.”


Scheda tecnica:
Claudia Meyer – Segni di Luce
mostra organizzata da Art1307 Cultural Intitution
a cura di Cynthia penna
Opening Giovedì 24 Novembre, ore 18,30-22
Dal 24 Novembre 2016 al 3 dicembre 2017
Villa di Donato – Piazza S. Eframo Vecchio, Napoli
Testi in catalogo : Cynthia Penna



Info e Contatti:
www.claudiameyer.com
0039/081665456


Chiara Reale | promozione, comunicazione, management dell'arte
0039/3805899435


TODAY I’M FEELING BLUE_Installazione ambientale di MARCO VITALE

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A PALAGIANO “TODAY I’M FEELING BLUE”

Installazione ambientale di

MARCO VITALE


PROGETTO
“II°PIANO ART RESIDENCE#1”


27 NOVEMBRE 2016
ore 19.00 – 21.30


DOVE:
VIA MURAT ART CONTAINER
VIA MURAT – 74019 PALAGIANO (TA)

PALAGIANO (TA). Un piccolo centro della provincia tarantina si confronta con l’Arte Contemporanea. Ospite Marco Vitale, giovane artista, già in residenza con “II°PIANO ART RESIDENCE” promosso da Z.N.S.project.



“TODAY I’M FEELING BLUE” è un esperienza sensoriale. Una installazione ambientale per un pubblico limitato. Dalle ore 19.00 alle ore 21.30, piccoli gruppi, di otto persone, si alterneranno per osservare, ascoltare, immedesimarsi.



Z.N.S.project prosegue il progetto “II°PIANO ART RESIDENCE” concludendo il 2016 con la presentazione dei risultati del percorso di ricerca avviato con “II°PIANO#1 – residenza studio site specific” con Marco Vitale (maggio 2016).


A ottobre 2016 una parte del lavoro di ricerca è stato presentato da Z.N.S.project ad ArtVerona all’interno del format i7 Spazi indipendenti curato da Cristiano Seganfreddo. A novembre, domenica 27, Marco Vitale torna a Palagiano. 


“TODAY I'M FEELING BLUE” è il culmine di una ricerca basata sulle emozioni, sulla condizione dell’incomunicabilità e dunque della solitudine. E’ un avvertimento. E’ l’invito alla comprensione, a non dimenticarci dell’altro. Punto di partenza è la Balena 52 hertz, così chiamata per la particolare frequenza del suo canto. Caratteristica che rende difficoltosa, se non nulla, la comunicazione tra simili che abitualmente vivono in branco. La scelta del titolo è inerente allo stato emotivo della Balena 52, che viene umanizzata e sentita avvolta in una vita solitaria nelle oscurità marine. L’installazione ambientale di Marco Vitale è una esperienza sensoriale, sonoro-visiva; di immedesimazione e condivisione. Immersi in quella che potremmo definire la pancia della Balena, ma soprattutto i suoi sogni notturni, ci ritroviamo ad essere osservatori e protagonisti dell’avverarsi di un contatto che nella realtà appare impossibile. La stanza blu è la metafora della comunicazione con il mondo esterno, con l'altro, oggi avvenimento complesso poiché più complessi e gassosi sono la rete e i mezzi con i quali si comunica. Il canto con il quale 52 non è arrivata ai suoi simili ma è arrivata a noi delinea in qualche modo una somiglianza fra la nostra incapacità comunicativa e la sua, ma anche una somiglianza onirica, fra quello che è il nostro desiderio di raggiungere l'altro, la necessità di un contatto che diviene invece sempre più immateriale e il sogno della balena di raggiungere i suoi simili.


Marco Vitale (Brindisi, 1992) vive e lavora a Lecce. La sua ricerca artistica, basata su riflessioni meticolose, teoremi e postulati di verità disarmanti, si esprime attraverso i linguaggi dell’installazione e della fotografia. Seppur giovanissimo ha all’attivo numerose partecipazioni, tra cui ricordiamo: “Cose preziose” a cura di Z.N.S.project, ArtVerona 2016; “Some Ideas to Leave No Traces”, a cura di R. Lacarbonara, Gioia del Colle (Ba), 2016; “CreArt 2015”, a cura di L. Madaro, Palazzo Vernazza-Castromediano, Lecce; “Gnosis”, a cura di R. Lacarbonara, Palazzo Baryon, Taranto, 2015; Stanza, Manifatture Knos, Lecce, 2015. 

Z.N.S. project, ovvero “Zentral Nerve System”. Ancora “Sistema Nervoso Centrale"è un progetto che vuole integrare le principali funzioni di elaborazione creativa, cercando di trasmettere stimoli in cambio di risposte. Interviene nell'Arte Contemporanea a sostegno e valorizzazione della giovane arte pugliese e non solo. Mission è avvicinare l'Arte al pubblico, avviare una discussione sul Sistema dell'Arte Contemporanea, provocare rimescolamenti e ripensamenti.

“II° PIANO ART RESIDENCE” è un progetto di Z.N.S.project. E’ un programma di residenza sperimentale, un’iniziativa autonoma, auto sostenuta in maniera indipendente, creata da Artisti per Artisti, con sede nella provincia del sud Italia (Palagiano /Ta – Puglia). La nostra casa-studio apre le porte all'accoglienza di artisti e curatori in movimento, cercando interazioni e coinvolgimento con la cittadinanza. 

Il tessuto sociale e urbano locale diventa tema di indagine e di produzione artistica, con la possibilità di poter svolgere il proprio lavoro nello spazio laboratorio “Via Murat Art Container”, una piattaforma di incontro, confronto e interazione di idee. Artisti, creativi e curatori si alterneranno in esposizioni e residenze, animando creativamente e intellettualmente la quotidianità di "II° Piano"e "Via Murat Art Container"! 

Vi aspettiamo a Palagiano con Marco Vitale e “TODAY I’M FEELING BLUE”

Domenica 27 novembre 2016, ore 19.00 – 21.30
Ingresso libero, per gruppi di massimo 8 persone.
E’ gradita la prenotazione



329 1323182

Cercaci su 
FB: Via Murat ArtContainer 
Instagram: znsprojectlab
Twitter: @ThULabArte







Shinique Smith. Black Swan

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Black Swan
Shinique Smith

NOVEMBER 23, 2016 | JANUARY 14, 2017

Opening November 23, 2016 from 7-9 pm

Brand New Gallery presents Black Swan, Shinique Smith’s second solo exhibition at the gallery.

The show features an installation of new works exploring ideas of transformation and energy transference through painting, sculpture and mixed media installation.

In this exhibition, Smith uses her signature materials of fabric, calligraphy and collage, as well as her body as a brush to create a new site-specific wall painting of frenetic script and gestural body prints, which will be in conversation with paintings and hanging sculptures.

Black Swan is a metaphor for a rare event, like the sighting of a previously unknown, once assumed, mythical bird that when seen changes preconceived notions built on the belief of its non-existence.

Through this collection of works Smith continues her “quest for wonder, beauty and the expression of unseen forces” that may lie within the preconceived notions of everyday objects.

Shinique Smith’s work is inspired by the vast nature of “things” that we consume and discard, which resonate on a personal and social scale. The Graffiti of her youth, Japanese calligraphy, and Abstraction are influences from which she extracts “the graceful and spiritual qualities in written word and the everyday.”



Shinique Smith
(b. 1971, Baltimore, MD) lives and works in Brooklyn and Ulster County, NY.

Smith earned her MFA (2003) from Maryland Institute College of Art, where she served on the Board of Trustees (2013-2016) and her MAT (2000) from The Museum School and Tufts University.

Recent solo exhibitions: Project Atrium: Shinique Smith: Quickening, Museum of Contemporary Art (Jacksonville, FL, 2016); Resonance, Aspen Art Museum at Elk Camp (Aspen, CO, 2015-2017); Shinique Smith: Wonder and Rainbows, The Frist Center for the Visual Arts (Nashville, TN, 2015-2016); Threaded, Center for the Arts at Virginia Tech (Blacksburg, VA; 2015) and Shinique Smith: BRIGHT MATTER, Museum of Fine Arts (Boston, MA, 2014). In 2017 Shinique Smith’ works will be highlighted in the exhibition Magnetic Fields at Kemper Museum of Contemporary Art (Kansas City, MI). Recent group exhibitions: Impermanencia, Bienal de Cuenca (Cuenca, EC, 2016-2017); Hybridizing Earth, Discussing Multitude, Busan Biennale 2016 (Busan, KR, 2016); MODERN HEROICS: 75 Years of African-American Expressionism, Newark Museum (Newark, NJ, 2016-2017); Revolution in the Making: Abstract Sculpture by Women, 1947-2016, Hauser, Wirth & Schimmel (Los Angeles, CA, 2016) and NO MAN’S LAND, Women Artists from the Rubell Family Collection, Rubell Family Collection, National Museum of Women in the Arts (Washington, DC, 2016).

Smith’s works are in the collections of Whitney Museum of American Art (New York); Denver Art Museum (Colorado); The Rubell Family Collection (Miami); Studio Museum in Harlem (New York); Ackland Art Museum (Ackland); Brooklyn Museum (Brooklyn, NY); Museum of Contemporary Art (Jacksonville); Newark Museum (Newark); Museum of Fine Arts (Boston, MA) and The Margulies Collection (Miami, FL) among the others.

Smith is a 2016 recipient of the Anonymous Was a Woman award.

Vanderbilt Press has recently released a new monographic book Shinique Smith. Wonder and Rainbows. edited by Kathryn E. Delmez, curator at the Frist Center for the Visual Arts.



BRAND NEW GALLERY 
VIA CARLO FARINI 32, 20159 MILANO | ITALY
OPENING TIMES:
Tue. - Sat. 11:00-13:00 | 14:30-19:00

Silvia Beltrami. Punti di fuga

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25 novembre 2016 - 7 gennaio 2017
Inaugurazione venerdì 25 novembre dalle ore 18,00
Catalogo con testo critico di Giorgio Bonomi

“Punti di fuga” è un’espressione che appartiene tanto alla geometria-matematica (teoria della prospettiva) quanto alla vita reale (luogo per fuggire da un pericolo o semplicemente dalla realtà) e Silvia Beltrami nelle sue opere e nella sua poetica, analizza entrambi gli elementi.
La concomitanza dell’innovazione visivo/linguistica con l’aspetto concettuale, è l’elemento caratterizzante dei collage dell’artista bresciana.
Nelle sue opere rinnova la tecnica del collage, non utilizzando delle immagini già definite ma solo piccoli frammenti, infatti, quando vediamo un viso o un corpo, questi non provengono da un’unica immagine stampata e ritagliata, bensì da un insieme di ritagli, che fungono, così, da matita, pennello e colore.
Nei soggetti è sempre presente la figura, siano essi i ballerini di “Rave”, dove l’estasi della danza diventa sinonimo della perdita di contatto con la realtà, sia nelle donne, dove le infinite prospettive simboleggiano le molteplici sfaccettature della condizione femminile. L’artista esprime in questo modo una poetica che fa dell’umanità il suo fulcro, un’umanità costantemente in fuga da sé stessa e dagli altri.
“(…) Prima di addentrarci nell’analisi delle serie recenti, occorre evidenziare che le sue composizioni appaiono come una sorta di “esplosione” che “dissemina” i pezzi o i protagonisti stessi di quell’immagine (idealmente) originaria, apparendo dialetticamente con un duplice movimento: per un verso sembra che l’esplosione, una specie di big bang, provochi una forza centrifuga “dispersiva” che dal nucleo mette in orbita o in fuga lineare le particelle; per un altro invece l’immagine può apparire come dotata di una forza centripeta per cui quei singoli frammenti vengono “risucchiati” dalla figura (…)”
(tratto da “I colages di Silvia Beltrami” di Giorgio Bonomi)

In occasione del vernissage sarà presente l'artista


Costantini Art Gallery S.r.l.
Via Crema, 8 - 20135 Milano
Tel. +39 02 87391434 - costantiniartgallery@gmail.com
Orario galleria : 10,30-12,30; 15,30-19,30 - chiuso lunedì mattina e festivi


LUNEDì 28 NOVEMBRE INAUGURAZIONE | THE MISSING LINK | UN PROGETTO ESPOSITIVO SITE SPECIFIC DI MICHELE GABRIELE | FONDAZIONE ADOLFO PINI

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LUNEDì 28 NOVEMBRE INAUGURAZIONE | THE MISSING LINK | UN PROGETTO ESPOSITIVO SITE SPECIFIC DI MICHELE GABRIELE | FONDAZIONE ADOLFO PINI

dal 29 novembre 2016 al 31 gennaio 2017 la Fondazione Adolfo Pini presenta per la prima volta un progetto espositivo site specific realizzato all’interno delle proprie sale - The Missing Link di Michele Gabriele a cura di /77 – con una serie di interventi artistici sulle vetrine della casa museo. Una collaborazione resa possibile grazie alla supervisione di Adrian Paci, da cui è nato l’incontro tra la Fondazione e l'artist run project /77, due realtà molto diverse ma accomunate dalla reciproca volontà di promuovere giovani artisti.
 
Proprio con il recente ingresso di Adrian Paci nel comitato scientifico, la Fondazione Adolfo Pini ha infatti ampliato ulteriormente il suo impegno verso i giovani attraverso un nuovo percorso dedicato all’arte contemporanea, con l’obiettivo di porsi quale nuovo luogo di incontro e valorizzazione della scena dell’arte giovanile a Milano. Rientra in quest’ambito anche il progetto promosso dalla Fondazione Adolfo Pini in collaborazione con /77, che sancisce ancora una volta l’attenzione rivolta ai giovani, cui l’Istituzione dedica da sempre particolare impegno nel campo della musica, della letteratura e, oggi, anche dell’arte.
 
L’artista, Michele Gabriele, interviene all'interno delle tre vetrine della Fondazione Adolfo Pini, che separano le sale della casa museo, con tre corpi scultorei, composti da materiali organici e oggetti di uso comune, che perdono la loro funzionalità primaria per rimandare ad altri immaginari: una commistione di elementi in grado di creare un ambiente che non possiede più né uno spazio né un tempo specifico. Michele Gabriele decide infatti di utilizzare il tempo come materia per la realizzazione dell'opera. All'interno di ciascuna delle tre vetrine viene esposta una scultura che gioca allo stesso modo con l'estetica delle tassidermie mal realizzate di inizio secolo scorso e quella di tecnologie e macchinari medici contemporanei, creando un immaginario di carattere fantascientifico. La forte connotazione storica dell'ambiente della casa museo ha spinto l’artista a riflettere sulla dimensione temporale della sua produzione, rielaborando elementi e idee che hanno fatto parte della sua ricerca in passato per ragionare sull'evoluzione futura del suo lavoro.

 
 
 
Ufficio stampa Fondazione Adolfo Pini 
ddl studio T +39 02 8905.2365 
Alessandra de Antonellis   
E-mail: alessandra.deantonellis@ddlstudio.net T 339 3637.388
Laura Cometa 

pubblica
Massimo Nardi

 
 
 

Marcello Barison. La palude approssimativa

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La palude approssimativa di Marcello Barison - 1984, pittore e professore di Estetica presso l’Università di Chicago - si rifà all’ultimo scritto di Giorgio Manganelli, La palude definitiva, pubblicato postumo da Adelphi nel 1991. Il libro è la cronaca del viaggio immaginifico di un cavaliere attraverso una palude dove tutto si trasforma continuamente. Un’importante corrispondenza simbolica lega la palude di Manganelli a quella di Barison: è la pittura il luogo delle trasformazioni che il filosofo Barison osserva e nella quale il pittore Barison s’inoltra. Una pittura astratta che chiama a sé come maestri Arshile Gorky e Afro Basaldella, e che si propone di accogliere le forme e i segni suggeriti dal caos, sottoponendoli a un rigoroso regime estetico, che l’artista paragona a una «catastrofe controllata».

Marcello Barison ha fatto parte della selezione del Padiglione Italia alla 54a Biennale di Venezia (2011); i suoi dipinti si trovano presso collezioni private in Italia, in Francia e negli Stati Uniti. Si aggiunge alla produzione pittorica una ricchissima attività di ricerca, insegnamento e scrittura: numerose le sue pubblicazioni sull’arte di Paul Klee e Mark Rothko, così come sulla filosofia di Martin Heidegger. Dopo aver insegnato all’Università di Ferrara e alla Columbia University di New York, Marcello Barison è al momento Adjunct Professor in Estetica presso l’Università di Chicago. La palude approssimativa è la sua prima personale barese.

Ninni Esposito Arte Contemporanea
via San Francesco d’Assisi 26

3 dicembre 2016 / 14 gennaio 2017
Orari: 10.30-13.00 / 17.30-20.30
Festivi su appuntamento: 347 6754203
Apertura straordinaria domenica 4 dicembre ore 11-13


MADE IN USA BY ANDY WARHOL

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Formaquattro presenta
MADE IN USA BY ANDY WARHOL
a cura di Graziano Menolascina

Retrospettiva dedicata a Andy Warhol
Inaugurazione sabato 3 dicembre 2016 ore 18.00
Galleria Formaquattro, via Argiro 73, Bari
Dal 3 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017

Sabato 3 dicembre 2016 alle ore 18.00, la Galleria Formaquattro inaugura, Made in Usa by Andy Warhol, una retrospettiva dedicata all’artista più rappresentativo della Pop art americana Andy Warhol, (Pittsurgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987). Curata da Graziano Menolascina ,la mostra presenta un percorso completo di tutto il lavoro svolto nella carriera dell’artista, che va dalla serie delle polaroid, alla serie delle icone e i ritratti, tutti gli oggetti e i manifesti pubblicitari, la serie degli strumenti musicali e i vinili utilizzati e realizzati per e dalle grandi Pop Star come Michael Jackson, Rolling Stones e Liza Minnelli. La coloratissima serie dei Flowers e degli Space Fruit, la fantomatica serie di personaggi dei fumetti I Myths, sino agli intramontabili Self Portrait. Andy Warhol è stato prima di tutto un eccellente comunicatore, che meglio di qualsiasi altro artista ha saputo interpretare i cambiamenti rivoluzionari in atto nella società del benessere e dei consumi degli anni ’60, comprendendo i potenti meccanismi della pubblicità e utilizzandoli nell’impostare tutta la sua filosofia, la sua poetica artistica, ma soprattutto la sua vita, al punto da essere considerato un’opera d’arte a sua volta. Pittore, fotografo, cineasta, produttore cinematografico, di gruppi musicali e teatrali, scrittore (filosofo e sociologo) ed editore. Tutti ruoli che ha rivestito alla perfezione portando avanti, con una personalissima visione dell’estetico e della rappresentazione creativa. L’utilizzo di colori accesi e contrapposti, l’esaltazione di idoli rappresentativi in uno schema che si può riassumere nei concetti base di bellezza-potere-moda, il consumismo, la ripetitività, l’arte di Andy Warhol è insomma la raffigurazione di un’epoca attraverso le sue immagini chiave. Andy Warhol, con la sua personalità e con la sua immagine, rifletteva i desideri della cultura consumistica americana e la sua opera non è altro che un prolungamento coerente con tutto questo. Le sue serigrafie in serie di personaggi famosi o di prodotti di largo consumo diventano il manifesto di un’ attenzione maniacale all’immagine, all’apparenza, e soprattutto sfidano sfacciatamente il mondo dell’arte tradizionalmente intesa.

Al termine del periodo di esposizione, la mostra sarà disponibile on line sul sito www.formaquattro.com, grazie al tour virtuale realizzato da Dimensione3 www.dimensione3.com

MADE IN USA BY ANDY WARHOL
Retrospettiva dedicata a Andy Warhol
Inaugurazione: sabato 3 dicembre 2016 ore 18.00
Dal 3 dicembre 2016 al 29 gennaio 2017
Ingresso: libero
martedì/domenica 10.00/13.00 17.00/20.00
Info: 080 9675720 – 3466260299
info@formaquattro.com

Susy Manzo. Storie sospese

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Susy Manzo
Storie sospese

A cura di
Dora Marchese e Aurelia Nicolosi

3 dicembre 2016 – 8 gennaio 2017

Inaugurazione 3 dicembre
ore 19,00

Galleria Kōart: unconventional place
Via San Michele 28
Catania


Storie Sospese, il Paese delle Meraviglie di Susy Manzo

«Spesso dalle piccole cose si capiscono quelle grandi, dalle cose manifeste si arguiscono quelle nascoste».
Esopo

Giorno 3 dicembre 2016 presso la Galleria Kōart: unconventional place sarà inaugurata la mostra di Susy Manzo dal titolo 'Storie Sospese' a cura di Dora Marchese e Aurelia Nicolosi.
Invenzione, creazione, poesia, magia sono elementi peculiari del cammino, originale e ante litteram, dell'artista. Le sue sono favole, brevi narrazioni dove immagini eteree e delicate sostituiscono i versi di un racconto metaforico sull’esistenza umana. Uomini, animali, oggetti interagiscono da soli o assieme per suggerirci un ricordo, un moto dell’animo, una verità morale o un insegnamento di saggezza pratica. È tutto lì, in un unico tableau vivant, scrigno prezioso da cui si diffondono soavi melodie o si aprono finestre della mente. Susy è una nuova Alice che trasforma il mondo reale in una dimensione altra, dove paure, ansie e desideri più intimi vengono sublimati attraverso il sogno e le delicate sagome che animano le sue composizioni. «Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è, perché tutto sarebbe come non è, e viceversa; ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe, chiaro?» Sembra suggerire la poliedrica autrice allo spettatore che sicuramente verrà coinvolto e rapito dalle sue composizioni, quasi a sentirsi parte attiva della piccola istallazione.
Dov’è la verità? Qual è la finzione? In realtà è difficile dare dei limiti, creare dei confini: ognuno interpreta e reinterpreta la storia come vuole. Ogni azione della vita quotidiana offre uno spunto narrativo con cui giocare e creare delle situazioni che appartengono un po’ a ciascuno di noi. Basta avvicinarsi per riscoprire quegli angoli di mondo a noi cari e quelle persone/personaggi che ci hanno accompagnato durante un percorso irto di ostacoli. Attraverso gli occhi di Susy/Alice scopriamo la gioia delle piccole grandi cose e impariamo ad apprezzare ciò che sembra scontato e quasi banale, ciò che la quotidianità rifugge ma che, invece, appartiene al nostro Universo Parallelo, al nostro Paese delle Meraviglie.
Oscar Wilde sosteneva che «I grandi eventi della vita spesso non lasciano traccia: escono dalla nostra coscienza, e quando per puro caso ci si riaffacciano alla mente, ci appaiono irreali. Perfino il fiore scarlatto della passione sembra crescere nello stesso prato dei papaveri dell’oblio. Ci rammarichiamo del fardello dei nostri ricordi, e abbiamo degli antidoti per difendercene. Ma le piccole cose, le cose di nessuna importanza, quelle ci restano impresse. In qualche minuscola, eburnea cellula il cervello conserva le impressioni più delicate e fuggevoli». L’Arte è in grado di raccontare anche questo e Susy Manzo ne diventa raffinata interprete, scardinando le regole del tempo e ribaltando quelle dello spazio.
L'esposizione sarà visitabile fino all'8 Gennaio 2017, dal lunedi al sabato dalle 16,30 alle 21,00. In altri orari per appuntamento, telefonando al 3391779005, 3391190585.
Per info: aurelianicolosi@gmail.com; info@galleriakoart.com


Visioni oniriche in chiave fiabesca
"Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni", scriveva Shakespeare nella Tempesta.
E da questa sostanza, sfuggente e misteriosa, paiono essere originati i delicati e seducenti lavori di Susy Manzo, artista milanese, maestra nell’arte del paper-cutting, della pittura ad olio e del disegno.
In Storie sospese Susy Manzo ha voluto raccontarci qualcosa di sé, aspetti legati alle parti più profonde del suo vissuto e del suo immaginario. Ha voluto fondere il passato, fatto di esperienze ora gioiose ora tristi, con il presente, intriso di speranze e attese, realizzando delle opere fortemente intimistiche, delle visioni oniriche in chiave fiabesca.
Ironia, gioco e leggerezza sono gli ingredienti principali delle sue Storie ma a ben guardare l’artista ci catapulta anche in un mondo perturbato e perturbante. Lo si capisce avvicinandosi e osservando da vicino i piccoli quadri preziosi di dettagli e simboli significativi.
L’urgenza di comunicazione di Susy si esprime nel rifiuto della bidimensionalità, dunque nella negazione di una condizione d’irrealtà a favore della “verità” della terza dimensione, realizzata attraverso personaggi e oggetti che evadono dalle cornici, si affacciano e si protendono verso lo spettatore creando più livelli di narrazione: l’infrazione della bidimensionalità mira a rendere concreto il fantastico. E così le delicate figure femminili, biancovestite di ricami fatti da chiaroscurali intarsi, sono icone di candore e innocenza ma si muovono in un universo senza spazio e senza tempo, fatto di colori tenui rivivificati solo dal fulvo delle chiome muliebri. In questo universo vige la duplicità, si muovono opposte tensioni. Da una parte vi si accampano alberi e rami che svettano verso l’alto senza soluzione di continuità, senza mai finire, sconfinando dai margini fisici del quadro stesso, emblemi di libertà e voglia d’infinità. Dall’altra, campeggiano lunghe e articolate radici, simili a ragnatele, espressioni del bisogno di realtà e stabilità che però si risolve in utopia: le radici infatti sono aeree, non affondano saldamente nel terreno, fluttuano del vuoto, sono altrettanti inganni di sicurezza e stabilità. E se le radici si diramano nel cielo, i pesci volano nell'aria e i fiori, perduta la loro carnalità e i loro sgargianti colori, sono bianche silhouette, quasi astrazioni. Solo le fragili barchette di carta sembrano garantire che la continua inesausta ricerca è quella che, alla fine, ci tiene davvero legati al mondo e ne rende possibile il viaggio nel suo cuore.
Susy interpreta così le tensioni della vita moderna, raccontando storie che sono quelle di noi tutti, dimidiati tra desideri e fallimenti, tra età adulta e fanciullezza, tra malinconie e sogni: le linee verticali del pensiero s’intersecano con quelle orizzontali della materia.
Le Storie sospese di Susy Manzo emanano una piccola musica, un sussurro che pare scandire le parole del poeta Lucio Piccolo: «Se noi siamo figure/ di specchio che un soffio conduce/ senza spessore né suono/ pure il mondo dintorno/ non è fermo ma scorrevole parete/ dipinte, ingannevole gioco/ equivoco d'ombre e barbagli/ di forme che chiamano/ e negano un senso».
Dora Marchese

Rilevamenti # 1

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Dopo il significativo evento dedicato all'opera di Nicola Carrino, uno dei protagonisti di spicco dello storico Gruppo Uno di Roma, venerdì 9 dicembre 2016, a partire dalle ore 15,30 e fino alle 20,00, è in programma presso il CAMUSAC l'apertura della mostra “Rilevamenti # 1”, ideata e progettata da Bruno Corà in collaborazione con Daniela Bigi, Tommaso Evangelista, Aldo Iori, Federico Sardella e Marco Tonelli che hanno individuato, ognuno con proprie indicazioni critiche, i primi cinque nuclei di artisti invitati in questa rassegna.

L'evento “Rilevamenti # 1” si configura pertanto come il primo di una vasta ricognizione critica a respiro italiano, rivolto a segnalare artisti emergenti o di cui si vanno definendo le cifre linguistiche distintive che li impongono sulla scena artistica nella seconda decade di questo inizio di millennio.

L'iniziativa ha parimenti la volontà di sottolineare le personalità critiche che negli ultimi anni si sono rivelate e impegnate con maggiore determinazione mediante una produzione curatoriale, saggistica e di ricerca che ha indotto la direzione del Museo a considerarne gli esiti con motivato interesse.

Gli artisti invitati a “Rilevamenti # 1” sono: Gianfranco Maranto, Campostabile, Genuardi/Ruta, Davide Mineo (a cura di Daniela Bigi), Riccardo Ajossa, Alessio Ancillai, Michele Giangrande, Roberto Pugliese (a cura di Tommaso Evangelista), Luca Pozzi, Michele Guido, Giovanni Termini, Michele Ciribifera (a cura di Aldo Iori), Claudio Citterio, Yari Miele, Maria Elisabetta Novello, Antonella Zazzera (a cura di Federico Sardella), Jacopo Cardillo, Nebojsa Bogdanovic, Chiara Sorgato, Marco Ulivieri (a cura di Marco Tonelli).

La mostra annovera 2 opere per ogni artista, per un totale di 40 lavori. Ogni curatore ha provveduto alla scelta delle opere insieme alla stesura di un breve profilo critico che insieme a una sintetica bio-bibliografia comparirà nel catalogo previsto per l'evento, comprensivo di testi critici introduttivi e immagini delle opere per i tipi della casa editrice Magonza di Arezzo.

Nel corso dell'apertura della mostra saranno previste conferenze e tavole rotonde che forniranno spunti di osservazione e riflessione sul nuovo panorama artistico di cui “Rilevamenti # 1” intende essere espressione.

Per ogni eventuale informazione sulla mostra o sulla logistica inerente l'iniziativa rivolgersi al n. +39 335 52 59 956 - o per mail all'indirizzo info@camusac.com


Aniello Barone. Default

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Spazio NEA > 30 novembre - 31 dicembre 2016

Default
Aniello Barone


Default è il titolo evocativo della mostra di Aniello Barone che inaugura il 30 novembre allo Spazio Nea di Luigi Solito (fino al 31 dicembre).

Laureato in Sociologia, l’artista dal 1995 dà inizio a una ricerca fotografica che affronta le tematiche relative al rapporto uomo-ambiente, proponendo un’indagine sull’area metropolitana, che Barone sviluppa attraverso la duplice attenzione al paesaggio e all’antropologia urbana.  Allusiva e metaforica, la fotografia di Barone rifiuta l’elemento narrativo e didascalico, come attesta anche il ciclo di lavori Paesaggi, realizzato tra il 2007 e il 2011 con la macchina panoramica e presentato alla Nea in occasione di una personale del 2013. Il tema della crisi, che in quella serie di fotografie veniva analizzata attraverso la lente del rapporto tra uomo e paesaggio contemporaneo, è affrontato anche nella nuova personale Default, approfondimento sui cambiamenti antropologici che l’epoca attuale ha determinato.  La società contemporanea, infatti, dopo un processo di anestetizzazione e di simulazione del reale, oggi affronta una crisi di valori e la perdita di modelli e di paradigmi di riferimento: “E in questa mutazione antropologica si assiste all’estinzione dell’inconscio. Da qui la scelta di utilizzare la parola «default» intesa come perdita di fiducia”, afferma l’artista, il quale sceglie di fotografare i bunker perché allusivi della sociopatia che affligge l’umanità. Barone, dunque, per formazione culturale, assume la fotografia come strumento di indagine speculativa e di verifica sul campo, operando una cesura rispetto alla tradizionale concezione di fotografia antropologica, che l’artista attualizza e trasforma in opportunità di ricerca estetica e di riflessione concettuale. [osdv]

“Questo lavoro di Aniello Barone, ha dei riferimenti chiari, altri meno espliciti e alcuni cosi ben nascosti da essere lontani dalla conoscenza dello stesso autore. Parlano della storia del genere umano, dall’evoluzione che spesso è una involuzione e del costante esperimento che l’uomo si è autoimposto. Nel lavoro di Barone c’è il segreto militare, fino alla più grande organizzazione europea per la ricerca nucleare: il CERN, la più imponente trovata dell’uomo per simulare dio, lo stesso dio che proprio l’uomo prima aveva immaginato. È questo che caratterizza la ricerca di Aniello, in un progetto strettamente mentale. Questa corsa sfrenata dell’uomo, a simulare la vita, per non viverla più, e accettare le impostazioni di base che i device da noi stessi programmati ci impongono, di default” [Luigi Solito]

La mostra aderisce alla rassegna Synth che, giunta alla seconda edizione sceglie di invadere la città e gettare ponti culturali tra la musica e le arti visive e digitali: in occasione dell’opening, Synth produrrà una sonorizzazione della mostra fotografica di Aniello Barone.


Aniello Barone (San Giovanni a Teduccio, Napoli, 1965. Vive e lavora a Napoli). Dopo la laurea in Sociologia all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con una tesi sul degrado ambientale, dal 1995 inizia a fotografare, interessandosi alle tematiche che riguardano il rapporto uomo-ambiente, l’immigrazione, quindi le cosiddette “subculture”, e le periferie. Attualizzando e superando il concetto di fotografia etnografica e antropologica, Barone la utilizza come mezzo per dialogare con la complessità della realtà. Collabora con quotidiani e riviste e i suoi lavori sono stati esposti a Napoli (al Museo Archeologico Nazionale e alla Biblioteca Nazionale) e in numerose città italiane ed estere come Parigi, New York, Shanghai, S. Pietroburgo e dal 2005 insegna Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007, il libro “Detta Innominata” ha vinto il Premio Marco Bastianelli.

 
titolo: Default
artista: Aniello Barone
durata: 30 novembre – 31 dicembre 2016
dove: Spazio NEA, via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 - Napoli
orario: lunedì – domenica dalle 9.00 alle 2.00 am
ingresso: libero
contatti: 08118705839 | info@spazionea.it

Casa De Nittis: nuovo allestimento e catalogo

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Venerdì 2 dicembre 2016 la Pinacoteca comunale Giuseppe De Nittis di Barletta riapre con “Casa De Nittis”, iniziativa inserita nel programma #INPUGLIA365 di PugliaPromozione.

Il nuovo allestimento della Pinacoteca – su entrambi i piani del suggestivo Palazzo Della Marra, nel centro storico barlettano – è il risultato di un progetto scientifico dell'Associazione Culturale Italo-Tedesca di Bari (con il patrocinio dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro) a cura della prof.ssa Christine Farese Sperken e sarà diviso in sezioni di tipo tematico; da queste emergeranno con maggiore chiarezza tutti gli aspetti della modernità del pittore barlettano, sperimentatore di nuovi linguaggi (il giapponismo) e tecniche (il pastello, le incisioni, l’acquerello). Allo stesso tempo verrà messa in luce l’importanza della figura di Léontine Gruvelle, moglie dell’artista e artefice della preziosa Donazione alla città di Barletta, che verrà raccontata anche attraverso l’esposizione di interessanti documenti.
La visita alla collezione, oltre ai supporti tradizionali e alle aperture straordinarie, sarà arricchita con nuovi dispositivi multimediali, occhiali che consentiranno ai visitatori, tramite la “realtà aumentata”, di essere accompagnati nel percorso espositivo dallo stesso artista.
L’inaugurazione del riallestimento della Pinacoteca De Nittis sarà accompagnata da una contestuale presentazione del nuovo e organico catalogo generale della collezione che, sempre a cura della prof.ssa Farese Sperken ed pubblicato da Adda Editore (Bari, 2016), raccoglie contributi non solo sulle opere di Giuseppe De Nittis conservate a Barletta ma anche sull'architettura e sugli affreschi di Palazzo Della Marra.


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