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Levi van Veluw - Sanctum

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Levi van Veluw.   Chapel,   2019.   Cortesia dell’artista

Levi Van Veluw, cresciuto in una città fortemente riformista come Nijkerk nei Paesi Bassi, è stato affascinato dalla Chiesa e dai suoi rituali sin dalla sua prima giovinezza. La complessità, la convinzione e la certezza con cui la fede è stata proclamata nella sua congregazione e il rigido linguaggio visivo della sua pratica lo hanno reso sensibile al vernacolo visivo della seduzione religiosa. Allo stesso tempo lo incuriosiscono anche i moderni movimenti spirituali, come la ben nota Chiesa di Scientology, che fanno un uso convincente di simboli religiosi.

Nel corso dei secoli, nelle culture di tutto il mondo, la religione ha svolto un ruolo importante nello sviluppo dell'arte, dell'architettura e della narrazione. Anche se spiritualmente è in definitiva immateriale, la maggior parte delle persone pratica la propria fede nei luoghi di culto, usando oggetti sacri ed eseguendo rituali sacri. Levi van Veluw ha studiato meticolosamente il ricco linguaggio formale e il potere dell'immaginazione che è usato per condurre le persone alla fede religiosa. All'interno di questa ricerca, è particolarmente interessato agli aspetti del processo religioso. Sceglie di non concentrarsi su questioni politiche che circondano la fede, ma piuttosto esplora come le varie fedi operano nella mente dei fedeli attraverso la forma e l'immagine. Interrogandosi se lui, come artista, è in grado di provocare un'esperienza spirituale convincente nel visitatore.

L'installazione Sanctum, sviluppata appositamente per la Tenuta Dello Scompiglio, a testimonianza di una fittizia convinzione religiosa, coinvolge tutti i sensi del visitatore. L'ultima stanza in cui i visitatori hanno concluso il loro viaggio a Kerguénnec, nell'installazione "The relativity of matter", diventa il punto di partenza per un’installazione più articolata nello spazio espositivo della Tenuta Dello Scompiglio. Levi van Veluw ha basato Sanctum sul primo edificio religioso, il Tabernacolo, chiamato anche la tenda delle riunioni. Questa tenda serviva da luogo di culto e simboleggiava la presenza di Dio in mezzo a coloro che si erano radunati. L'interno del Tabernacolo consisteva in tre spazi: il Cortile (o Piazzale), il Luogo Sacro e il Santuario (o Sancta Sanctorum), sacri in gradazione ascendente. Come il Tabernacolo, l'opera di Levi van Veluw presenta simmetria e armonia, per esprimere lo sforzo verso la perfezione divina e riflettere la santità divina attraverso le gradazioni accurate delle tre fasi. Come tale, gioca con la composizione secolare della struttura religiosa e quindi attira lo spettatore sempre più in profondità nel Santuario.

Dopo una lunga discesa, un misterioso bagliore blu scuro traspare attraverso una stretta fessura nel muro. Il visitatore entra attraverso questa apertura in uno spazio sotterraneo dal soffitto alto, il Piazzale. Enormi colonne emergono da entrambi i lati e montagne di carbone finto sono sparse per tutto il pavimento, mentre il sentiero nel centro è tenuto aperto. Forme statiche inserite in sequenze ripetitive richiamano la struttura di un edificio fatto per glorificare uno scopo superiore sconosciuto. Lo spazio appare lentamente, un passaggio aperto alla fine conduce a quello che sembra essere un ambiente rituale, il Santuario. L'acqua profumata scorre attraverso un modello ordinato di incisioni geometriche nel pavimento. Al centro, c'è una cappella, composta da una rete dettagliata di griglie, scatole e aperture, il Sanctum Sanctorum.

Si tratta di un'apertura verso un nuovo mondo in cui la religione, ancora una volta, svolge un ruolo importante? Oppure l'artista usa i simbolismi esistenti per attirare la mente verso una nuova religione? Queste sono domande che l'artista lascia allo spettatore.

Installation
Levi van Veluw
Sanctum
Curated by Angel Moya Garcia
Until September 22

Associazione Culturale Dello Scompiglio
Tenuta Dello Scompiglio
Via di Vorno, 67
55012 Capannori Lucca
Italy
Hours: Thursday–Sunday 2–6pm

T +39 0583 971125
biglietteria@delloscompiglio.org
www.delloscompiglio.org


BIENNALE ARTE 2019 - MAY YOU LIVE IN INTERESTING TIMES

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LA 58. ESPOSIZIONE
Sarà aperta al pubblico da sabato 11 maggio a domenica 24 novembre 2019, ai Giardini e all’Arsenale, la 58. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo May You Live In Interesting Times, a cura di Ralph Rugoff, organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La pre-apertura avrà luogo nei giorni 8, 9 e 10 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 11 maggio 2019.

LA MOSTRA INTERNAZIONALE
GLI ARTISTI INVITATI
«Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione - ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta - nella quale l'espressione “interesting times” evoca l'idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d'arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all'arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.»
«Sono trascorsi 20 anni dalla presentazione, in queste stesse stanze della mia prima Mostra - ha ricordato il Presidente - dopo l'importante riforma della Biennale del 1998. Posso dirvi sono stati tutti very interesting times. Iniziammo criticati per la presenza dei padiglioni, ritenuta fuori moda in tempi di cosmopolitismo e globalizzazione, viviamo tempi nei quali alcuni sospettano che il cosmopolitismo abbia celato una sorta di soft power da parte delle più influenti realtà culturali e politiche. Siamo una mostra internazionale che fin da quegli anni pose la parola “aperto” e “plateau of humankind” come sottotitolo di tutte le successive biennali.»
«In questi anni abbiamo aumentato i visitatori, e trovato un nuovo partner. Nel corso degli anni passati il doppio costo dei trasporti in laguna ci portava a chiedere ausili addizionali, e nei ringraziamenti e nelle didascalie comparivano molti operatori anche di mercato. L'aumento dei visitatori ci consente di ridurre notevolmente questa pratica, come potrete vedere nella drastica riduzione dei riconoscimenti sia nelle presentazioni delle opere sia nei cataloghi. I visitatori sono diventati il nostro principale partner, più della metà hanno meno di 26 anni. Ricordare questo risultato mi pare il modo migliore per festeggiare i vent’anni trascorsi dal 1999.»
«A loro - conclude Baratta - vogliamo offrire una aperta palestra dove si possano sentire ingaggiati in incontri con le opere e gli artisti, nello scoprire direttamente “l’altro da sé” che l'opera d'arte offre. Ci teniamo alla sequenza secondo la quale, entrando nella mostra, “il pubblico” diventa “visitatori”, che poi diventano “osservatori” dell’opera; segue il necessario spaesamento prima, l'impegno e la scoperta poi, quasi un esercizio di scherma. La condivisione di questi indirizzi è anche una delle ragioni per cui abbiamo chiesto in questo ventesimo anniversario la collaborazione di Ralph Rugoff.»
La Mostra si articolerà tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, includendo 79 artisti provenienti da tutto il mondo.
Da parte sua Ralph Rugoff ha dichiarato: «May You Live in Interesting Times includerà senza dubbio opere d'arte che riflettono sugli aspetti precari della nostra esistenza attuale, fra i quali le molte minacce alle tradizioni fondanti, alle istituzioni e alle relazioni dell’ “ordine postbellico”. Riconosciamo però fin da subito che l'arte non esercita le sue forze nell’ambito della politica. Per esempio, l'arte non può fermare l'avanzata dei movimenti nazionalisti e dei governi autoritari, né può alleviare il tragico destino dei profughi in tutto il pianeta (il cui numero ora corrisponde a quasi l'un percento dell'intera popolazione mondiale).»
«In modo indiretto, tuttavia, forse l'arte può offrire una guida che ci aiuti a vivere e pensare in questi ‘tempi interessanti’. La Biennale Arte 2019 non avrà un tema di per sé, ma metterà in evidenza un approccio generale al fare arte e una visione della funzione sociale dell'arte che includa sia il piacere che il pensiero critico. La Mostra si concentrerà sul lavoro di artisti che mettono in discussione le categorie di pensiero esistenti e ci aprono a una nuova lettura di oggetti e immagini, gesti e situazioni. Un'arte simile nasce dalla propensione a osservare la realtà da più punti di vista, ovvero dal tenere in considerazione nozioni apparentemente contraddittorie e incompatibili, e di destreggiarsi fra modi diversi di interpretare il mondo che ci circonda. Gli artisti il cui pensiero parte da questi presupposti, sanno dare significati alternativi a ciò che prendiamo come dati di fatto, proponendo modi diversi di metterli in relazione tra loro e di contestualizzarli. Il loro lavoro, animato da curiosità sconfinata e intelligenza di spirito, ci spinge a guardare con sospetto a tutte le categorie, i concetti e le soggettività che sono dati per indiscutibili. Ci invita a considerare alternative e punti di vista sconosciuti, e a capire che “l’ordine” è ormai diventato presenza simultanea di diversi ordini.»

PAESI
La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. La Repubblica Dominicana partecipa per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione.
Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, sarà a cura di Milovan Farronato.


EVENTI COLLATERALI
Sono 21 gli Eventi collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un'ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra.

PROGETTI SPECIALI
- Progetto Speciale Forte Marghera, Mestre
Ludovica Carbotta, tra gli artisti presenti all’Esposizione Internazionale, è stata invitata da Ralph Rugoff per un intervento specifico a Forte Marghera, all’interno dell’edificio chiamato Polveriera austriaca.
- Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate, Arsenale, Sale d’Armi
Marysia Lewandowska è l’artista chiamata a esporre all’interno del Padiglione delle Arti Applicate nelle Sale d’Armi dell’Arsenale. Il progetto, che si rinnova per il quarto anno consecutivo, è frutto della collaborazione tra La Biennale e il Victoria and Albert Museum di Londra.

BIENNALE SESSIONS
Per il decimo anno consecutivo La Biennale dedica il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie e a tutte le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti, dell’architettura e nei campi affini. L'obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all'organizzazione del viaggio e soggiorno.

EDUCATIONAL
La Biennale di Venezia, nel corso dell’ultimo decennio, ha dato crescente importanza all’attività formativa, sviluppando un forte impegno nelle attività cosiddette “Educational” verso il pubblico delle Mostre, le università, i giovani e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado.
Negli ultimi due anni, con le due grandi Mostre, la 57. Esposizione Internazionale d’Arte e la 16. Mostra Internazionale di Architettura, sono stati complessivamente 114.814 i soggetti coinvolti, di cui 68.794 i giovani partecipanti alle attività Educational.
Anche per il 2019 è prevista un’ampia offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi guidati e Attività di laboratorio.

L’OFFERTA EDITORIALE
Il catalogo ufficiale, dal titolo May You Live In Interesting Times, è composto di due volumi.
Il Volume I, a cura di Ralph Rugoff, è dedicato alla Mostra Internazionale. Il Volume II è dedicato alle Partecipazioni Nazionali e agli Eventi Collaterali. La Guida della Mostra è studiata editorialmente per accompagnare il visitatore lungo il percorso espositivo. Il progetto grafico dell’immagine coordinata della Biennale Arte 2019 e il layout dei volumi sono a firma di Melanie Mues, Mues Design London. I tre volumi sono editi da La Biennale di Venezia.

IL PARTNER E GLI SPONSOR
La 58. Esposizione Internazionale d’Arte è realizzata anche con il sostegno di Swatch, Partner della manifestazione.
Main Sponsor della manifestazione è illycaffè.
Sono sponsor JTI (Japan Tobacco International), Artemide, Vela-Venezia Unica e Seguso Vetri d'Arte. 
Ringraziamenti a Cleary Gottlieb Steen & Hamilton LLP.

RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, le Istituzioni del territorio che in vario modo sostengono La Biennale, la Città di Venezia, la Regione del Veneto, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, la Marina Militare.
Un ringraziamento va ai Donors e agli Enti e Istituzioni internazionali, importanti nella realizzazione della 58. Esposizione.
In particolare i nostri ringraziamenti vanno a Ralph Rugoff e a tutto il suo team.
Grazie, infine, a tutte le grandi professionalità della Biennale applicate con grande dedizione alla realizzazione e alla gestione della Mostra.

#BiennaleArte2019
#MayYouLiveInInterestingTimes


58. Esposizione Internazionale d’Arte
BIENNALE ARTE 2019
MAY YOU LIVE IN INTERESTING TIMES

Codice involontario di Alice Padovani

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Alice Padovani, Gold 87, 2018


L'Antica Farmacia di San Filippo Neri, riaperta dopo un oblio di oltre cinquant'anni grazie a un progetto di rivalutazione promosso dall'Associazione 360° Creativity Events assieme a Positive River Festival e Ad Personam, con il contributo di Fondazione Cariparma, ospita dal 4 al 26 maggio la mostra Codice involontario di Alice Padovani, a cura di Camilla Mineo, nell'ambito di PARMA 360 Festival della creatività contemporanea.

L'artista modenese unisce alla spontaneità dell'impulso creativo, il rigore del metodo scientifico e l'interesse per il mondo naturale. La mostra evidenzia l'evoluzione del percorso di Alice Padovani dall'utilizzo del disegno come mezzo espressivo e strumento di indagine scientifica ed emotiva, alla classificazione materiale concreta più recente, di animali e insetti veri raccolti in teche entomologiche e scatole, a cui si dedica l'artista mossa da uno spirito classificatorio emozionale, immateriale ed empatico. Alice Padovani parte dalla natura e dalla sua osservazione curiosa e scientifica per arrivare a una costruzione artistica più intima e privata, e a proposito di Leonardo commenta: "fu il primo a studiare la natura non per dominarla ma per comprenderla, analizzandola e documentandola per restituirla nel modo più fedele e reale possibile". 
Recuperare, catalogare, ordinare sono atti di memoria, strenui combattimenti per il controllo del tempo e dei ricordi, misurati attraverso le sue azioni artistiche quali assemblaggi, installazioni e momenti performativi. Quella di Alice è una poetica ibrida in cui il mondo naturale è indagato sia dal punto di vista scientifico che poetico, alla ricerca di un umanesimo del tempo e della memoria seguendo il filo dell'emotività: si origina così un Codice involontario, innato, spontaneo, inconscio.


Alice Padovani nasce a Modena nel 1979, si laurea in Filosofia e in Arti Visive, dalla metà degli anni '90 al 2012 si forma e lavora come attrice e regista nell'ambito del teatro contemporaneo. Parallelamente sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive e fiere d'arte a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni a Roma, Parigi e Londra. Nel 2018 ha vinto alcuni prestigiosi premi: il Primo premio Scultura - Premio Nocivelli, il Premio speciale Galleria Guidi&Schoen - Arteam Cup 2018; Biafarin honor award - Arte Laguna Prize - Venezia; Paratissima Talent Prize - Bologna. Nel 2017 - Vanilla Edizioni Special prize - ArteamCup 2017, nel 2016 Art Rounds - Celeste Network - Verona, nel 2015 - Who art you? 4th edition - vincitrice del Press Award - Milano e nel 2014 Young Art Pitching prize, Art&Museum International Exhibition Xchange - Torino. 

Numerose le mostre personali: nel 2019 "Primal. Forme ordinate dal caos" alla Galleria Guidi & Schoen a Genova; nel 2018 "Corpus. Una raccolta di meraviglie" a Paratissima Art fair, Caserma La Marmora a Torino; nel 2017 "Collection of a magpie - Le Dame Art Gallery", Melia White House di Londra; dal 2016 al 2017 "Operette vegetali. Installazione composita per corpi effimeri", Polo Za-notto dell'Università di Verona; nel 2015 "Wunderkammer" alla Dark Room Gallery di Carpi e "Piccolo compendio di animali perduti" alla Sala Dogana di Palazzo Ducale, Genova; nel 2014 "De Rerum Absentia" alla Camera Bianca di Reggio Emilia ed "Entoma. Dell'essere senza sangue. Della suddivisione del corpo in segmenti. Della perfezione raggiunta" presso l'Orto Botanico di Modena; nel 2013 partecipa alla III edizione di "Arte in Contemporanea", mostra bi-personale, alla Galleria Arte su Car-te a Modena; nel 2012 "Piccolo compendio di animali perduti - primo studio" al festival Periferico presso l'Archivio di Deposito Generale del Comune di Modena.
Installazioni site-specific, performance e residenze artistiche: nel 2019 "Solid", installazione site-specific in occasione di Artrooms London, presso la Melia White House di Londra; nel 2018 "Bosco matrice" residenza artistica per il progetto SiCreative in collaborazione con Milano LUISS HUB, Italia Camp, Agenzia Nazionale Giovani; e "Le radici esposte", residenza artistica per il progetto Green Routes Taranto in collaborazione con Eccom, Fondazione per il Sud, Augeo, Bocche del Vento, MuDI a Taranto; nel 2017 "Imago", performance in occasione di Pas Pasa Pan, Galleria Estense di Modena. www.alicepadovani.com

Info mostra
Titolo ALICE PADOVANI. Codice involontario
A cura di Camilla Mineo
Sede Parma, Antica Farmacia di San Filippo Neri | Vicolo San Tiburzio 5
Date 4 - 26 maggio 2019
Inaugurazione sabato 4 maggio dalle ore 19 a mezzanotte
Orari dal venerdì al lunedì ore 11-20
Ingresso libero

Info Festival
PARMA 360 Festival della creatività contemporanea
Parma, sedi varie
dal 6 aprile al 19 maggio 2019

Direzione artistica
Chiara Canali, Camilla Mineo

Informazioni al pubblico
info@parma360Festival.it - www.parma360Festival.it

Ufficio Stampa PARMA 360
IBC Irma Bianchi Communication
tel. +39.02 8940 4694 - mob. +39 328 5910857
info@irmabianchi.it - www.irmabianchi.it

Tamara Ferioli - Suddenly, a magnetic dark

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MARS ha il piacere di presentare “Suddenly, a magnetic dark”, mostra personale di Tamara Ferioli, a cura di Fabio Carnaghi.

La mostra è il secondo appuntamento di una rassegna che abiterà il multiforme spazio di Mars. îles de Mars è gioco di parole, metafora da esploratori, ambiguo toponimo di una geografia reinventata dall'esperienza artistica. Îles de Mars è dunque una terra vagheggiata ma mai completamente esplorata.
Il lavoro di Tamara Ferioli individua nella natura islandese un fertile giacimento di immagini talvolta tradotte in disegni secondo una sofisticata visionarietà, talvolta cristallizzate in sculture e installazioni. La continuità estetica ed emozionale tra l’Islanda e la sensibilità di Ferioli è totalizzante al punto da divenire orizzonte geografico ed esplorativo di tutta la sua ricerca artistica. 
Ferioli compie la seconda tappa di îles de Mars ispirandosi all’architettura vegetale. La varietà Ascophillum Nodosumè un’alga particolarmente diffusa lungo le coste oceaniche del Nord, molto longeva, sospesa a pelo d’acqua e ancorata agli scogli della costa. “Suddenly, a magnetic dark” annovera esemplari raccolti da Ferioli in una delle sue frequenti ricognizioni sulle spiagge islandesi, in questo caso presso il faro di Gròtta Island, sfidando le maree. L’installazione interagisce con un repertorio fotografico che Ferioli ha riunito in un archivio immaginifico tra realtà, sogno e mistero, tra abbaglianti squarci di luce e inattese sospensioni nel buio.

Tamara Ferioli (Legnano, 1982) vive e lavora a Milano. Dopo gli studi all'Ecole des Beaux Arts de Lyon e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano espone in musei e gallerie private in Italia e in Europa, tra cui Padiglione Italia, EXPO Milano 2015; 56° Biennale di Venezia; Fabbrica del Vapore, Milano; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; MAMbo, Bologna; Acquario Civico, Milano; CCCB, Barcelona; Palazzo Reale, Milano; La Venaria Reale, Torino; Triennale, Milano. 


Tamara Ferioli
Suddenly, a magnetic dark
a cura di Fabio Carnaghi

Opening martedì 7 maggio 2019, ore 18

8 - 17 maggio 2019
su appuntamento


MARS (Milan Artist Run Space)
via G. Guinizelli 6, 20127 Milano – (MM1 Pasteur)
mars.mailto@gmail.com www.marsmilano.com

Sofia Cacciapaglia. Locus Amoenus - Giardino di Carta

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Sofia Cacciapaglia presenta mercoledì 22 maggio 2019 dalle ore 18 (su invito) Locus Amoenus - Giardino di Carta - un’installazione pittorica iniziata nel febbraio del 2019 e terminata nel mese di maggio dello stesso anno. Il lavoro si estende su un’importante porzione murale dello studio dell’artista, la quale è stata rivestita con cartoni dismessi e l’ausilio di colori acrilici. Cacciapaglia ha così dato vita al suo lavoro più grande: un giardino imponente e al tempo stesso delicato, in grado di esprimere la sensibilità dell’arte, valore molto importante per l’artista.

Un’opera in cui i colori sono come delle note, le quali compongono uno spartito, il lavoro stesso, in grado di essere istintivo, forte, e, al contempo, sensibile.Questa dicotomia di effetti giustifica i medium usati. In particolare il cartone, un materiale considerato privo di valore, viene qui enfatizzato, reso delicato e, contemporaneamente, rinvigorito da una nuova forza, data dalle pennellate che, come avviene anche nelle opere passate della pittrice, esprimono un moto continuo, e al contempo cristallizzato nello spazio. 

La pittrice conosce Ilaria Introzzi nel 2018. L’incontro, avvenuto in occasione di un’intervista che Cacciapaglia ha rilasciato al magazine nouvellefactory.com, ha sortito un’unione intellettuale culminata con la redazione di una monografia in edizione limitata di 100 copie, di cui 10 con intervento dell’artista, la quale verrà presentata durante l’inaugurazione dell’installazione Locus Amoenus - Giardino di Carta -. L’opera letteraria, che riprende il titolo del lavoro di Cacciapaglia, vede il contributo di personalità importanti nel mondo dell’arte che conoscono il lavoro della pittrice sin dagli esordi, e sono: Fabrizio Ferri, fotografo, Riccardo Crespi, gallerista, Giovanni Rizzoli, artista, Chiara Orlandini, collezionista, e Pino Jelo, artista. 

Il libro è il primo del progetto curato da Introzzi Immersioni, volto alla scrittura e alla curatela di libri d’arte su artisti contemporanei. Il volume dedicato a Sofia Cacciapaglia, acquistabile durante l’evento del 22 maggio, è stato prodotto da De Piante Editore, celebre nell’ambiente artistico-letterario per la qualità delle sue edizioni, realizzate da mani artigiane interamente in Italia. 

L’installazione Locus Amoenus - Giardino di Carta-di Sofia Cacciapaglia è visibile solo su appuntamento fino a tutto giugno 2019. Per informazioni: info@sofiacacciapaglia.com

Biografie:
Sofia Cacciapaglia nasce a Ponte dell’Olio nel 1983. Cresce e studia a Milano, dove si laurea all’Accademia di Brera, in Pittura. Successivamente, si trasferisce a New York, città nella quale tiene la sua prima mostra personale nel 2007. Espone nuovamente a Milano e poi a Londra, Bejing e Roma. Nel 2011 è stata l'artista più giovane al padiglione italiano alla 54 ° Biennale di Venezia. sofiacacciapaglia.com

Ilaria Introzzi nasce a Milano nel 1989. Dopo una laurea in Linguaggi dei Media presso l’Università Cattolica di Milano, scrive come redattrice freelance di moda e arte contemporanea. Nel 2016 co-fonda nouvellefactory.com, mentre nel 2019 dà vita al progetto editoriale Immersioni, dedicato alla curatela di monografie su artisti contemporanei.

Milano. Corso San Gottardo 8, secondo cortile
Mercoledì 22 maggio 2019 ore 18
Presentazione dell’installazione Locus Amoenus - Giardino di Carta - di Sofia Cacciapaglia e del libro monografico d’artista in edizione limitata, a cura di Ilaria Introzzi, edito da De Piante Editore.

Giuliano Cardellini. CONCEPT ERGO SUM

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L’artista Giuliano Cardellini sarà in Spagna per diffondere con le sue opere il senso della vita e dell’arte che per lui sta a metà tra leggerezza e materia

Vola leggera la nuova mostra di Giuliano Cardellini, l’artista romagnolo che da anni sperimenta un linguaggio complesso fatto di opere dall’effetto impalpabile seppure realizzate in metallo pesante. Da oggi 4 maggio a Barcellona, negli spazi di The Loft BCN, a due passi dalla celebre Sagrada Familia, “CONCEPT ERGO SUM”, a cura di Q Arte che ha per mission definire le linee di orientamento alla professione d'artista, pone domande essenziali sul senso dell'arte e della vita in un panorama complesso come quello contemporaneo.

La mostra, per l’occasione, vedrà infatti confrontarsi insieme a Giuliano Cardellini, Kriss Guenzati, Vera Berardi, Milena Masini, Susanna Callari, altri artisti che avranno l’opportunità di esporre le proprie opere in una delle più prestigiose location di Barcellona su un tema imprescindibile degli ultimi anni.
Si tratta, in definitiva, di una preziosa indagine sul tema del concettuale nell’arte che sebbene sia sempre più presente nelle rassegne di contemporanea e nonostante sia forte nel mercato dell’arte, mette, nello stesso tempo l'artista, attraverso la critica d'arte, nella condizione di vedersi storpiare la propria opera secondo concetti forzati, che non rispecchiano la loro intenzione.
Basta l'arte manuale oggi per resistere nel mercato dell'arte ufficiale? Ecco che CONCEPT ERGO SUM pone importanti interrogativi.
Le sei opere dell’artista romagnolo provano a sollecitare una riflessione esistenziale basata sul superamento anche estetico del dualismo materia vs spirito. La ricerca sia formale che concettuale di Cardellini riassunta nei suoi lavori vuole mettere il punto sull’ambiguità della duplice rappresentazione: da una parte, ci sono tutte quelle forze che tengono legati alla materialità delle cose, che non rendono liberi di sognare, dall’altra parte, c'è anche la possibilità di spaziare alla ricerca, attraverso un percorso interiore, di un cambiamento per una ripresa etico e morale dell’esistenza. Alcune forme più di altre, come quelle associabili all'uovo in stato embrionale, rappresentano la spinta tipicamente umana di orientarsi verso un’apertura, questa, a volte trattenuta dalle forze contrarie che dominano le cose, scatena una lotta tra ciò che si desidera e la realtà che spesso tiene legati alla materialità.

Giuliano Cardellini, nato a Rimini, vive e lavora a Morciano di Romagna. Nel suo Atelier d’Arte GC organizza come artista, poeta, autore, fotografo, numerosi eventi letterari e di arte. Ha pubblicato tre libri di poesia “Diciannove versi d’amore e una rosa” (2004), ”nel godere dell’amore” (2007) e “l’amore poi l’abisso” (2017), due Cataloghi di arte contemporanea, oltre 48 video sulla sua variegata attività artistica, e vinti numerosi premi letterari. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive di arte contemporanea in Italia e all’Estero; ha esposto principalmente a Venezia, Cattolica, Rimini, Verona, Gubbio, Pesaro, Osaka, Londra, Monte Carlo, Reggio Emilia, New York, Roma e Montreux. L’arte e la poesia sono diventate, in maniera inscindibile, la sua vita. Il suo scopo è promuovere l’arte e la cultura nel mondo, per un dialogo internazionale di condivisione e solidarietà tra i popoli. I lavori astratti e di forte valenza concettuale, associati all’uso originale di diversi materiali e attraverso la fusione di poesia e materia, costituiscono le caratteristiche peculiari dell’ artista e ne fanno al contempo un grande interprete di ricerca espressiva degli ultimi anni.


Info
Giuliano Cardellini
CONCEPT ERGO SUM
04 maggio – 02 giugno 2019

The Loft BCN
Calle Roger de Flor 233, 08025, Barcellona

Contatti
www.giulianocardellini.com
giulianocardelliniartista@gmail.com
gcatelierdarte@gmail.com
Tel. 335 6117015

Ufficio Stampa
Artpressagency di Anna de Fazio Siciliano
349. 15.05.237 annasicilianodefazio@gmail.com
https://www.artpressagency.it/


Open House Roma #OHR19

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Open House Roma è l'evento internazionale di architettura che ogni anno apre gratuitamente le porte di centinaia di edifici storici, bellezze architettoniche e luoghi insoliti spesso chiusi al pubblico.

Nel 2019 il tema di Open House Roma è Utilitas: con Firmitas (solidità) e Venustas (bellezza) l'Utilitas è per la cultura classica una qualità che ogni architettura deve possedere. Indagare il rapporto tra le architetture e la loro “utilità” significa anche interrogarsi su quanto gli spazi siano in grado di trasformarsi nel tempo per rispondere ai bisogni in continuo mutamento. 

Con più di 200 luoghi visitabili gratuitamente, tour ed eventi, Open House Roma sarà un viaggio alla scoperta di tutto questo e una grande festa della città, dell'architettura, delle sue energie migliori!



Info e dettagli www.openhouseroma.org




Mutaz Elemam. Dream scape from river

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Giovedì 23 maggio alle ore 18.00 la Shazar Gallery presenta Dream scape from river, personale dell’artista sudanese Mutaz Elemam. Il pittore, che vive e lavora al Cairo, ha all’attivo la partecipazione ad innumerevoli esposizioni a New York, Miami, Emirati Arabi, Egitto, Libano, Qatar, Kuwait, Sudan, a Biennali, come quella di Pechino, e a Simposi internazionali ma è la prima volta che una sua personale viene organizzata in Europa. La mostra di Mutaz Elemam alla Shazar Gallery rappresenta quindi un evento unico e irripetibile e si inserisce nella nuova programmazione dello spazio napoletano che vedrà l’infoltirsi della scuderia della galleria con artisti internazionali.

Infatuato della bellezza maestosa del Nilo, Mutaz Elemam, ha sviluppato nel corso degli anni un repertorio visivo che si espande verso l’astrattismo con ampie pennellate liquide, illuminate da tocchi chiari che ne accentuano la profondità e una tavolozza che cattura lo spirito del paesaggio fluviale. La pittura del sudanese parla della bellezza sopita, dello scorrere lento del fiume che attraversando il continente nero ne ripropone i colori e le contraddizioni, una visione che è anche un modo di dipingere, insieme moderno e antico. Nella serie presentata per l’occasione, Dream scape from river, campiture verdi, marroni e blu ricostruiscono gli angoli della vegetazione senza ometterne i particolari, annullando la separazione tra cielo, acqua e terra e declinando ad ogni visione una personale accezione del fiume. Le soluzioni stilistico cromatiche che ne accompagnano i racconti segnano la riflessione e la comprensione interiore che l’artista trova in ogni sua opera, dando vita alle mille sfumature e alle macchie dalla resa contemporanea eppure radicate nella cultura africana. La mostra rimarrà aperta fino al 5 luglio 2019 dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 19.30 e sabato su appuntamento.

Mutaz Elemamè nato e cresciuto a Kassala, nella regione orientale del Sudan. Ha studiato a Khartoum Belle Arti all'Università della Scienza e della Tecnologia del Sudan. Tra il 2003 e il 2007 ha lavorato in Art Therapy presso la Grace Child Care Organization di Khartoum, una struttura che ospita e forma i giovani sopravvissuti a guerre e circostanze sociali sfavorevoli.
Attualmente vive e lavora al Cairo, in Egitto.
La sua pratica artistica comprende pittura, disegno, tecnica mista e collage.

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive a livello nazionale e internazionale le più recenti delle quali sono:

Mostre personali :
2017 The River, Ubuntu Gallery, Swan Lake, Egitto 
2016 Unyielding River, Ubuntu Art Gallery, Cairo, Egitto 
2015 Mutaz Elemam, Alexandria Fine Art Museum, Alexandria, Egitto
2015 Selfie, Cordoba Gallery, Cairo, Egitto
2014 Sound Interpretations, Gallery Misr, Cairo, Egitto
2013 CMYK, Tache Art Gallery, Cairo, Egitto
2011 CO2, Al Mashrabeya Gallery, Cairo, Egitto 
2010 Climates, Al Mashrabeya Gallery, Cairo, Egitto 
2010 The River, Artellewa, Cairo, Egitto
2009 Colour In Symphony, Kunst Art Gallery, Cairo, Egitto
2009 Black Touch, Al-Balad Art Gallery, Cairo, Egitto
2008 Paintings, Cairo Atelier, Cairo, Egitto 

Mostre collettive e Fiere :
2019 African Art Fair, Ubuntu Gallery, New York, USA 
2018 Verona Art Fair, Shazar Gallery, Verona, Italia 
2018 Dakar Biennale, Senegal
2017 Miami art fair, Ubuntu art gallery, USA
2016 Sudanese Contemporary Art, Sharjah Art Museum, UAE
2016-2017-2018 Trullo 227, Martina Franca, Italia
2013 Art…Freedom, Zamalek Art Gallery, Cairo, Egitto
2012 The 5th Beijing Biennale, Cina 
2012 A Selection of Contemporary Sudanese Art, Boushahri Gallery, Kuweit 
2012 Sketch of Life, Al Markheya Gallery, Doha, Qatar 
2011-2012 Collage: 100 Years On, The Gallery, Cairo, Egitto 
2011 Menas Art Fair, Beirut, Lebano 
2011 Shadows of Memory, Fa Gallery, Kuweit City 
2010 Taches and Taches, Saint Lo, Francia
2010 Nord Art, Dusseldorf , Germany


Shazar Gallery
Via Pasquale Scura 8 
80134 Napoli
www.shazargallery.com– info@shazargallery.com

Press officer: Graziella Melania Geraci 3475999666 press@shazargallery.com


Bianco-Valente, Misuro il tempo

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Il 19 maggio, a Ischia, si inaugurerà Misuro il tempo, una nuova installazione di Bianco-Valente sulla struttura delle Terme di Casamicciola di proprietà del Pio Monte di Misericordia di Napoli, straordinaria architettura, portatrice di un’importante memoria storica e culturale, ma da decenni, precisamente dal 1973, in stato di forzato abbandono, conseguenza di una lunga vertenza giudiziaria al cui esito il complesso termale è stato reimmesso nella piena disponibilità del Pio Monte della Misericordia, che ne ha promosso il recupero.

L’evento, curato da Maria Savarese, è promosso e finanziato dal Pio Monte della Misericordia di Napoli, con il Patrocinio Morale del Comune di Casamicciola, con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e accompagnerà la ristrutturazione dell’importante edificio firmata dall’architetto Massimo Pica Ciamarra.

Bianco-Valente nell’ideazione del loro intervento si sono ispirati ad alcuni brani delle Confessioni di Sant'Agostino in cui il filosofo tenta di dare una definizione al concetto di tempo. Se è vero che il passato esiste attraverso la nostra memoria, allargando questo concetto all'edificio del Pio Monte della Misericordia di Casamicciola, lo spirito di un luogo rimane presente estendendosi nel tempo anche a dispetto delle sue condizioni oggettive.

L’intera operazione artistica sarà filmata e documentata dal regista Alessandro Capuano attraverso un video - racconto con interviste, oltre che agli artisti ed alla curatrice, anche al Soprintendente del Pio Monte della Misericordia Alessandro Pasca di Magliano, all’architetto Massimo Pica Ciamarra, ed al Sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna, che sarà presentato in prima nazionale a Napoli, e poi in diverse sedi museali nazionali.

Il Pio Monte della Misericordia fu fondato a Napoli nel 1602 da 7 nobili in piena controriforma per esercitare le “sette opere della Misericordia corporali” fra le quali c’è quella di “curare gli infermi”. Per curare gli infermi i Governatori nel 1604 fondarono a Casamicciola nell’isola d’Ischia un “ospedale” per curare i ceti meno abbienti attraverso l’acqua termale “miracolosa” che il medico di corte, Julio Jasolino, aveva decantato nel suo libro “De rimedi naturali che sono nell’isola di Pitecusa hoggi detta Ischia” che per due secoli è stato il più importante trattato di idrologia medica sulle acque termali dell’isola d’Ischia. Due secoli dopo – cioè agli inizi del 1800 – questo “ospedale” era diventato una imponente costruzione nella Piazza dei Bagni del Gurgitello e costituì la struttura fondamentale per l’affermazione di Casamicciola fra le più importanti stazioni di cura d’Europa poiché nacquero altri stabilimenti termali, alberghi e ville residenziali.
Il terremoto del 28 luglio 1883 distrusse tutta Casamicciola ed anche il grande complesso ma i Governatori dell’Ente decisero di costruirne un altro “in più ferma sede” e così appena 12 anni dopo il terribile sisma fu inaugurato il nuovo maestoso complesso giù verso la Marina collegato alle fonti del Gurgitello da un acquedotto imponente per circa 500 metri. Questo complesso maestoso – con ampi giardini, depositi di acqua, due enormi sale e corridoi rivestiti di marmo di Carrara – è stata la struttura fondamentale per la “prima rinascita” di Casamicciola ed è stato il centro della vita civile non solo di Casamicciola ma di tutta l’isola d’Ischia. Lo è stato per circa un secolo e cioè fino al 1973, anno in cui fu chiuso. Ora, con il progetto di recupero dell’intera struttura termale, si realizzerà un complesso ricettivo polifunzionale che darà slancio alla economia locale, continuando e rafforzando gli antichi legami fra la Comunità di Casamicciola ed il Pio Monte della Misericordia. 

Bio degli artisti
Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente)iniziano il loro progetto artistico nel 1994 indagando dal punto di vista scientifico e filosofico la dualità corpo-mente, l’evoluzione dei modelli di interazione tra le forme di vita, la percezione, la trasmissione delle esperienze mediante il racconto e la scrittura. A questi studi è seguita un’evoluzione progettuale che mira a rendere visibili i nessi interpersonali, influenzata anche da una teoria astrologica basata sui viaggi e le influenze astrali, che stanno sperimentando su se stessi dal 2001 e che li spinge a raggiungere in occasione del proprio compleanno astronomico determinati luoghi del globo terrestre dove si intrecciano tempo, coordinate geografiche e struttura simbolica rappresentata dalla posizione dei pianeti nel cielo. Ne è un primo esempio la videoinstallazione Relational Domain (2005) a cui hanno fatto seguito altre installazioni che hanno interessato vari edifici storici e molti altri lavori incentrati sulla relazione fra persone, eventi e luoghi. Dal 2008, a Latronico, curano A Cielo Aperto, un progetto di arte pubblica per il quale invitano altri artisti a conoscere il territorio per sviluppare un’opera che si ponga in relazione con il luogo, la sua storia, le persone che lo animano e che viene allestita in permanenza all’aperto nel tessuto urbano della cittadina. Sin dai loro esordi Bianco-Valente hanno partecipato a numerose mostre personali e collettive, in Italia e all’estero, ed eseguito interventi installativi per importanti istituzioni museali e spazi pubblici, come Museo MAXXI (Roma), MACBA (Barcellona), Museo Madre (Napoli), Fabbrica 798 (Pechino), Palazzo Strozzi (Firenze), Triennale di Milano, Urban Planning Exhibition Center (Shanghai), Museo Reina Sofia (Madrid), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Museo Pecci (Prato), Kunsthaus di Amburgo, NCCA (Mosca), MSU (Zagabria), Palazzo Branciforte (Palermo, evento collaterale di Manifesta 12). Partecipano alla Bienal del Fin del Mundo 2015, Mar Del Plata, (Argentina) e alla 2nd Xinjiang International Art Biennale, Urumqi (China) 2014. Hanno realizzato progetti site specific anche in Libano (Becharre), in Marocco (Marrakech), New York (ISP 2014 Whitney Museum, The Kitchen), Rio de Janeiro (Casa Italia - Olimpiadi Rio 2016), Stoccolma, Istituto Italiano di Cultura, 2018, FreiRaum Naples/Amsterdam 2018/2019.


Ufficio stampa
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Arianna De Nicola - Il suono del limite

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L'Assessorato alle Politiche Culturali della Città di Pescara in collaborazione con “Opus” e “16 Civico”, spazio indipendente per l'arte contemporanea, presentano: Il suono del limite, la mostra personale di Arianna De Nicola.

Che suono potrebbe avere il limite? Che forma potrebbe avere il labile rapporto d’incontro-scontro tra due entità?

Partendo da questi quesiti la ricerca di Arianna De Nicola si propone di indagare le relazioni tra individui, affrontando il tema del limite sia come soglia di creazione sia come principio drammatico originario di una possibile rottura. L’interesse nei confronti delle variabili e verso la coesistenza della creazione e della distruzione danno origine ad un’indagine metaforica rispetto all’agire e alle relazioni umane, al comportamento, alle conseguenze. Eliminando tutto ciò che è superfluo, l’artista si concentra sulla poetica dell’incontro e dello scontro, senza nessuna prova, né finale prestabilito. Una riflessione sulla trasformazione di tutte le cose, che si traduce in un agire senza ripetizioni che lascia al caso le alterazioni dei corpi in un sistema in stato di equilibrio instabile. Arianna ha immaginato di creare uno spazio evocativo, denso di strutture sonore e immagini che richiamano il cambio sviluppando lavori installativi scultorei e performativi che invitano il pubblico alla riflessione sull’incontro e sullo scontro, dove lo spiazzamento è affrontato in forma leggera. Attraverso la ceramica, materia solida e labile allo stesso tempo, De Nicola esprime in senso plastico la fragilità dell’armonia, riflettendo sulla pratica della scultura come esperienza umana. Se nella prima installazione sensoriale l’oscillazione casuale delle sue parti nel vuoto dello spazio produce la nascita del suono e, al contempo, la possibilità di una destabilizzante rottura come conseguenza allo scontro; la seconda, in parte caratterizzata da un’azione performativa dell’artista realizzata al momento dell’installazione dell’opera, si propone di sviluppare, attraverso il gesto d’inchiodare delle ceramiche alla parete, la tematica della moltitudine e dell’insieme come metafora del coraggio dell’unione con possibili conseguenze. Non casuale la decisione di sviluppare le opere in uno spazio domestico, un luogo con un vissuto interpersonale che evoca l’inizio e
la fine di un rapporto.


Arianna De Nicola è nata a Roma nel 1986, vive e lavora tra Italia e Spagna. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Roma e la Facultad de Bellas Artes Miguel Hernández, Alicante, Spagna. La sua ricerca si concentra sulla percezione emotiva e sul tema del limite, dove la connotazione negativa di frontiera assume un valore positivo diventando stimolo verso nuovi orizzonti, facendo riferimento al desiderio e all'impulso dell'essere umano. Nel suo lavoro prevale il monocromatismo e l'assenza di colore evidenziando un minimalismo materico. Attraverso la pittura come mezzo di espressione, tecniche di stampa manuali e scultura in ceramica, rappresenta figurazioni distorte al limite
dell'astrazione. Nel suo lavoro recente sviluppa installazioni scultoree e azioni performative, in cui il tema principale è il superamento del limite psichico e la decostruzione.
Realizza varie esposizione personali negli ultimi anni, tra le più recenti Overcoming presentata al Centro14 e Deep alla Fundación Frax ad Alicante; ha, inoltre, partecipato a conferenze, esposizioni collettive e festival in Spagna. In Italia ha partecipato alla residenza artistica BoCs Art a Cosenza curata da Alberto Dambruoso e Annalisa Ferraro; ha realizzato la personale Il giardino che non c’è ad Aratro Galleria Gino Marotta - Università del Molise, spazio curato da Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio e, in ultimo, a Pescara ha presentato Il suono del limite nello spazio espositivo indipendente “16 Civico” con la curatela di Maila Buglioni.


L'evento è sponsorizzato dal progetto "Auà" presso Le Stanze di Bruno B&B
INGRESSO GRATUITO
Nei giorni successivi l'inaugurazione è necessaria la prenotazione.
- 16 Civico -
Spazio per l'arte contemporanea
Strada Provinciale S.Silvestro, 16 - 65129 - Pescara
info: 3402537653


ARIANNA DE NICOLA
IL SUONO DEL LIMITE
25 MAGGIO - 22 GIUGNO 2019
OPENING 25 MAGGIO H 18:30
Mostra personale d’arte contemporanea
a cura di Maila Buglioni
- 16 CIVICO -
Strada provinciale San Silvestro n° 16 - Pescara

Maria Grazia Carriero - Hunting Evil

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Secondo appuntamento espositivo presso lo Spazio MICROBA, che inaugura sabato 25 maggio 2019, alle ore 19,00, la mostra di Maria Grazia Carriero, Hunting Evil, a cura di Nicola Zito.
Nuova e inedita tappa della personale ricerca antropologica e artistica dell’autrice pugliese, l’esposizione è strutturata su una serie di opere scultoree e fotografiche che hanno come tematica centrale la superstizione, sui riti e gli amuleti apotropaici che sono parte importante della storia e della tradizione di intere comunità, “persistenza di un pensiero ‘magico’ in una società culturale estremamente votata alla tecnologia che apparentemente respinge le credenze, ma che tuttavia ad esse ricorre”.
La mostra personale di Maria Grazia Carriero, organizzata con l’Associazione culturale Achrome, con cui MICROBA rinnova la proficua collaborazione, sarà aperta e visitabile fino al prossimo 29 giugno 2019, dal martedì al sabato dalle ore 17,00 alle ore 20,00.

MICROBA si pone lontano dal canonico concetto di galleria d’arte e, anche in questo nuovo ciclo di eventi, rinnova la propria aspirazione di spazio laboratoriale e sperimentale. Attraverso le opere e le esperienze di artisti giovani ma già di respiro nazionale e internazionale, il centro barese persegue la propria missione nel territorio e intende introdurre stimoli di riflessione nel contesto culturale circostante.

L’Associazione culturale Achrome è un collettivo che opera nel campo dell'Arte Contemporanea, muovendosi tra molteplici ambiti, dalla didattica alla ricerca, dall'organizzazione di eventi espositivi alla formazione professionale. Intessendo rapporti con il territorio, Achrome si propone di favorire un rinnovato e più proficuo dialogo tra la città – e i suoi abitanti – e le dinamiche dell'Arte Contemporanea.

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Maria Grazia Carriero (Gioia del Colle, BA, 1980), artista e docente di Discipline Pittoriche, si forma in Arti visive e discipline per lo spettacolo, indirizzo pittura, presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Instancabile viaggiatrice – con una fondamentale esperienza a Marrakech – e sperimentatrice, passa dalla pittura alla fotografia, alla videoarte e alle installazioni; comune denominatore della sua ricerca è la virtualità, concetto filosofico e antropologico indagato attraverso l’analisi della cultura popolare, delle credenze e delle pratiche ascetiche. Protagonista di numerose mostre personali e collettive, vanta importanti partecipazioni a rassegne di video d’artista alla Fabbrica del Vapore (DOCVA) di Milano e alla Fondazione Merz di Torino. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia espone al Rathaus di Stoccarda, mentre nel 2015 partecipa a Mediterranea 17 – Young Artist Biennale. No Food No Land, sempre alla Fabbrica del Vapore di Milano, e nel 2016 viene coinvolta nella mostra Another me, organizzata al MARTA di Taranto. Finalista nel 2012 del Premio Zingarelli Rocca delle Macìe, nel 2014 è vincitrice di una residenza d’artista nell’ambito del progetto Open doors to art. L'arte contemporanea nei luoghi del quotidiano (Palagiano, TA). Ha esposto in prestigiose istituzioni pubbliche e private, dalla galleria Pall Mall di Londra ai Kantieri Teatrali Koreja di Lecce e alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare. Nel 2018 pubblica con Progedit Editore il suo primo libro: Arte e ricerca etnografica. Il laùru: i luoghi, gli incontri, le testimonianze, nella collana editoriale Antropologia e Mediterraneo diretta da Eugenio Imbriani, e presenta la sua personale Waiting, patrocinata da Matera Capitale della cultura 2019 ed inserita nel calendario dell’anno europeo del patrimonio culturale.

Maria Grazia Carriero
Hunting Evil
A cura di Nicola Zito

MICROBA
Via Giambattista Bonazzi 46
70123 – Bari

Inaugurazione: sabato 25 maggio 2019, ore 19
Dal 25 maggio al 29 giugno 2019
Da martedì a sabato, dalle ore 17 alle ore 20

Info:
MICROBA
+39 3927385558 – spaziomicroba@gmail.com

ACHROME
+39 3470866802 – associazioneachrome@gmail.com






Vedo e Scopro. L'Armadio di Daniela Dallavalle

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Vieni a scoprire la collezione di Daniela Dallavalle
Designer e artista contemporanea in continua evoluzione attraverso il fashion & lifestyle apre il suo Armadio 

POP COUTURE
Ispirazione ereditata dalla migliore tradizione sartoriale italiana, rinnovata e reinterpretata secondo
un concetto di contemporaneità che appartiene a tutti.

MIX&MATCH
Una collezione season free. Un gioco di accostamenti senza tempo né limiti
per comporre il proprio outfit e sperimentare in libertà.


GRAPHIC D.SIGN
Tratti grafici, lettering urbano, frasi poliglotte e simboli iconici sfuggono al foglio di carta per incontrarsi,
rincorrersi e sovrapporsi in un nuovo concetto di cultura pop da indossare.

La linea total look Daniela Dallavalle rappresenta l’apice della creatività dell’omonima designer e della valorizzazione del Made in Italy.

Artista poliedrica e imprenditrice di Carpi, Daniela Dallavalle è innamorata dell’armonia dei contrasti, dell’uso del segno e della parola e della tradizione sartoriale italiana: valori fondanti su cui si sviluppa la sua filosofia creativa. Chi sbircia nell’armadio di Daniela Dallavalle - cui occhio è appunto il simbolo e tema iconografico ricorrente su capi e accessori - scopre di poter comporre il proprio outfit e di sperimentare i contrasti e le sfumature di tendenze differenti: fondendo basico e raffinato, elegante e casual, déco e pop, oriente e occidente.Eclettica, pop, urban: la collezione vuole essere un omaggio alla moda che supera il concetto di “tendenza” e alle donne contemporanee, originali e stiliste delle proprie emozioni.


Partecipa anche tu alla realizzazione della scultura collettiva "LYRIC PLASTIC" di Daniela Dallavalle, porta con te un oggetto di plastica che non utilizzi e donagli una nuova vita!


PRESS DAY DANIELA DALLAVALLE
22 maggio 2019 | h 10.30 - 18.00

Showoroom Daniela Dallavalle, via Tortona 9, building A, 5° piano – Milano
Ufficio stampa Daniela Dellavalle | Sofia D'Altrui press@atlasgroup.it

ATLAS GROUP S.p.A. | Centro Media & Barter
Piazza Castello, 4 | 20121 Milano | Tel. 02 36685565 - 02 36687441



Delphine Valli | CLIMAX

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Per il quarto appuntamento del ciclo AlbumArte | Flash!, il 21 maggio 2019 ad AlbumArte, spazio indipendente per l’arte contemporanea di Roma, inaugura la mostra personale di Delphine Valli dal titolo CLIMAX, a cura di Claudio Libero Pisano. 
Per questa sua prima personale ad AlbumArte, Delphine Valli (Champigny-sur-Marne, Francia, 1972, vive e lavora tra la Francia e l’Italia) realizza una serie di opere a parete, wall drawings ed elementi lineari, inediti e site specific rendendo la mostra un insieme di interventi plastici che attivano un inaspettato dialogo con l’intero spazio espositivo. Le opere interagiscono e si completano nella sfida con la solidità dell'architettura esistente, formando un’atipica coesione.

L’artista esplora da sempre, nella sua ricerca, le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico, poiché i suoi lavori non parlano tanto di loro stessi quanto dello spazio con i quali entrano in relazione. La geometria ambigua delle sue installazioni innesca un rapporto inedito con la percezione della realtà conosciuta, volta a considerare la straordinarietà di ogni cosa ordinaria. Valli sostiene che se la scultura è arte dello spazio, ne interroga la sostanza: utilizzare il colore a parete in scultura vuole sollecitare lo spazio e non la superficie: la pittura, in scultura diventa immateriale. 

La mostra gode del patrocinio dell’Institut français Italia. Un grazie speciale allo studio di architettura Labics e a IRI REAL ESTATE | Investimenti e compravendite immobiliari. Grazie a Casale del Giglio per la degustazione dei vini il giorno dell’opening.


Delphine Valli | CLIMAX
Mostra personale a cura di Claudio Libero Pisano
Inaugurazione martedì 21 maggio 2019 dalle ore 18.30
Aperta al pubblico fino al 4 giugno, dal martedì al sabato ore 15.00 - 19.00
Parte del ciclo AlbumArte | Flash! Le mostre brevi di AlbumArte
AlbumArte via Flaminia, 122 Roma

AlbumArte
Spazio indipendente no profit per l’arte contemporanea
Via Flaminia 122 00196 Roma T | F +39 0624402941 E info@albumarte.org

TraMe - Tracce di memoria: OZMO - Al suono delle trombe

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Domenica 19 maggio, alle ore 11.30, in Via Borsellino a Rieti, su uno degli edifici di maggior valore per la città, il Palazzo di Giustizia, sarà inaugurata un’opera monumentale di Ozmo, artista di riconosciuta fama, tra i più importanti esponenti della Street Art in Italia. 

Nell’ambito del progetto Trame – Tracce di memoria, ideato dall’Agenzia Creativa The Uncommon Factory, Gionata Gesi, in arte Ozmo, invitato dalla curatrice Annalisa Ferraro, realizzerà una grande opera di arte urbana dedicata alla città, in grado di dialogare con le memorie storiche e storico-artistiche del territorio, con le pitture murali che Rieti conserva in esemplari di grande pregio.

L’opera renderà, infatti, omaggio a uno degli affreschi più rilevanti conservati sul territorio, Il Giudizio Universale dei fratelli Torresani, e citerà il Ratto delle Sabine, una delle vicende più antiche e significative per la cultura reatina.

Ozmo ha esplorato la città di Rieti per abbracciarne la storia, la cultura, le opere più significative, per conoscere miti e leggende, tradizioni entrate a far parte della memoria cittadina. Ispirato dall’affresco dei fratelli Torresani, Il Giudizio Universale, conservato a Rieti, nell’Oratorio di San Pietro Martire, l’artista è riuscito a catturare la fatica e la sofferenza con cui i santi si impegnano a salvare le anime periclitanti. Nel Ratto delle Sabine del Giambologna, Ozmo ha colto la violenza e la drammaticità di un rapimento, la potenza racchiusa nei corpi giovani e la resa di un corpo senile, sulle cui spalle pesano non solo gli anni, ma anche tutti i mali e le angosce del genere umano. Un’opera, quella di Ozmo, che pur traendo l’ispirazione dal passato, da due gesti simili ma profondamente diversi, dono di salvezza l’uno, dono di schiavitù l’altro, riesce ad essere quanto mai attuale e profondamente calata nell’epoca d’oggi.

Un’impresa quanto mai coraggiosa, quella intrapresa dall’Agenzia Creativa The Uncommon Factory, dalla curatrice Annalisa Ferraro, dall’artista Ozmo, dal Comune e dal Palazzo di Giustizia di Rieti, volta alla realizzazione della prima opera d’arte urbana mai realizzata sulle pareti di un Tribunale.

Ozmo sarà il primo di quattro artisti, invitati a lavorare in città nell’ambito dell’iniziativa “Linguaggi contemporanei tra affreschi e street art”, un ciclo di quattro seminari dedicato al confronto tra due linguaggi artistici differenti per epoca storica ma vicini per tecniche, iconografie e funzioni, testimonianza che la conservazione della memoria e lo studio del passato si manifestano poi nella nascita e nello sviluppo di pratiche simili a quelle antiche ma al tempo stesso innovative e mutevoli.

L’iniziativa “Trame – Tracce di memoria” è sostenuta dalla Regione Lazio e cofinanziata dal FESR.
  





Antonio Laurelli - Destrutturazioni e dissolvenze

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ANTONIO  LAURELLI Destrutturazioni e dissolvenze
a cura di Franco Cortese
presentazione di Massimo Nardi
testo critico di Alfredo Pasolino

SAB 18.05 − DOM 02.06.2019
19:30 − 21:00
Domenica mattina su prenotazione
Vernissage
sabato 18 maggio alle19:00


SPAZIO START
Via Cattedrale, 14
Giovinazzo (BA)
389 191 11 59
Spazio espositivo dedicato
alla rappresentazione di idee,
espressioni, forme e percorsi di
ricerca artistica.
Dimensionalità  atemporale  tra spazio-colore

Dal limite allo spazio, l’astrazione di campi colorati, un periodare alla ricerca del soggetto,
l’opera del pittore progredisce verso la chiarezza nella lettura, non verso paludose generalizzazioni  da cui si possono trarre parodie di idee, cioè  fantasmi, ma idee vere e proprie. E proprio  dall’identità spazio-colore muove la ricerca  di Laurelli. Il ruolo di memoria, geometria,  astrazione, tra l’idea e l’osservazione, raggiunge  la chiarezza, nella sua pittura, a ruolo  di comprensione, pervenendo a un’intensità  di cromatismi che dà anima e corpo, è il caso  di dirlo, al quadro. Filtri sospesi tra un mondo  e l’altra dimensionalità atemporale , fi no a  diventare spazio-colore, superfi ci e aggregazioni  di un impianto, di cui riesce a coniugare   gli elementi e le superfi ci, cui stende calme  velature di colore che assorbono ogni gesto  pittorico fi no a diventare spazio.
Un impianto non più avvertito come limite,  ma divenendo esso stesso «spazio», nell’ambito
di una profonda coerenza dell’opera. L’impasto  è denso, steso con pennellata larga e compatta  a formare il fondo; le tonalità sono calde e  decise, in accostamenti vivaci e forti.
La sperimentazione di Laurelli, intesa come  ricerca, tende quindi a rivelare strutture  sommerse, che contribuiscono a confi gurare  una gnoseologia della sua creazione, operando  la ricerca di geometrie, campi di forze,  condensazioni o rarefazioni della normale  densità visiva e oggettuale del reale.
Tensioni tra le forme e i colori, texture, piani  sovrapponibili e sfalsati rappresentano un’entità  alla ricerca di un equilibrio che ogni elemento   ha contribuito a creare spazio; un rapporto  spazio/colore che regola dall’interno il sistema  dell’opera.
Alfredo Pasolino


Antonio Laurelli nato nel 1943 ad Isernia, vive ed opera a Bari. Ha insegnato presso il Liceo Artistico di Bari. Ha al suo attivo numerose mostre e premi tra cui, signifi cativo, è il Carlo Levi”.
La sua straordinaria simbiosi tra colore e forma – simbolismo e comunicazione – vivifica la scenografica concettuale di molte opere, creando un’atmosfera di brillante dinamismo ed elevazione spirituale, ottenendo risultati del tutto originali, allorché si pensa alla sua formazione prettamente fi gurativa che negli anni lo hanno portato ad elaborare la sintesi della forma in soluzioni e rappresentazioni che trovano nell’espressione individuale il travaglio interiore di una ricerca, dove a volte l’elemento residuo di materiale deteriorato o inservibile assurge al ruolo primario identitario. 
È presente nella Storia dell’Arte Italiana del Novecento – Generazione Anni Quaranta** –
Giorgio Di Genova.




Adored and Adorned - Opere di Harvey B-Brown & David Scheinmann

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Come ogni anno, la galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni partecipa al calendario degli eventi ostunesi con un'ampia gamma di proposte artistiche anche di respiro internazionale.

Quest'anno l'apertura della stagione degli eventi è affidata agli artisti londinesi Harvey B-Brown e David Scheinmann con la presentazione dei loro meta-ritratti fotografici della serie Adored and Adorned.

Gli artisti, uno dei quali ormai residente in Puglia da qualche anno, con questa mostra si aprono per la prima volta al mercato italiano, usando il loro linguaggio come gesto di apertura e integrazione nella comunità pugliese.

Adored and Adornedè un progetto composto da una serie di meta-ritratti fotografici e multimediali realizzata in collaborazione dai due artisti del cui lavoro affermano: 'Abbiamo notato come ormai la fotografia fa sempre più parte del nostro quotidiano con un'infinità di immagini scattate e prontamente archiviate senza dare un valore intrinseco alla foto stessa per cui abbiamo pensato di dare una qualità narrativa ad ogni nostra fotografia, migliorando il valore dell'identità del soggetto, pur mantenendo una certa iconografia. 

Abbiamo iniziato a scattare fotografie di persone con cui avevamo una forte connessione emotiva, adornando poi le immagini, in un secondo momento, con materiali e orpelli che raccontano la storia del soggetto ritratto, facendo scherzosamente riferimento all'iconografia contemporanea familiare. Le stampe fotografiche vengono trasformate in tre dimensioni, utilizzando vernici, inchiostri, tecniche di collage e scultorie, poi ulteriormente potenziate con la tecnologia in fase di postproduzione. Le immagini risultanti possono definirsi "Meta-ritratti", ovvero la trasformazione del ritratto fotografico tradizionale in una costruzione di coinvolgenti e ispirate raffigurazioni; ecco quindi poi il motivo del nome stesso della serie e della mostra, Adorati ed Adornati". 

La serie A & A Editions esposta in galleria, è una collezione unica di stampe numerate e in rilievo di alcuni personaggi famosi e di animali domestici e addomesticati.

Harvey B-Brown è un premiato regista, direttore creativo, musicista, art director e scenografo. Dopo essersi diplomato presso il prestigioso Royal College of Art di Londra, ha fondato "The New Renaissance", una fusione fra alta moda e varie collaborazioni cinematografiche con artisti famosi fra cui George Michael, Bryan Ferry e le Scissor Sisters. Ha progettato e installato vetrine iconiche per Harvey Nichols, Liberty e Henri Bendels a New York. Ha musicalizzato importanti eventi di moda e mostre a Londra, Milano e Tokyo e il suo lavoro promozionale musicale ha definito un vero e proprio genere. Ha collaborato inoltre con importanti giornali e riviste di alta moda tra cui ID, The Sunday Times Style, The Face e Elle.


David Scheinmannè un artista che lavora nel campo della fotografia e del cinema. Si è laureato con lode in fotografia, film e televisione al The London Institute. David ha alle spalle una carriera come fotografo affermato in ambito internazionale, costellata da numerosi premi internazionali per l'originalità creativa di immagini pubblicitarie e principalmente nel settore dello spettacolo dove ha firmato collaborazioni con artisti come Peter Gabriel, Enya e Cher, così come con The Royal Ballet Opera e varie compagnie shakespeariane. Durante questo periodo il lavoro di David è stato visionato da milioni di persone con le sue immagini iconiche della cultura popolare del consumatore medio attraverso riviste, cartelloni pubblicitari, album, copertine di CD, film e manifesti teatrali. Oggi David, attraverso la sua fotografia e attraverso tre lungometraggi di cui è regista, continua ad esplorare i temi dell'iconografia, della cultura popolare e dell'identità culturale portando avanti una ricerca personale che definisca meglio noi stessi tramite storie e immagini.

Adored and Adorned
Opere di Harvey B-Brown & David Scheinmann

INAUGURAZIONE in galleria DOMENICA 19 MAGGIO 2019 - ore 18,30
dal 19 al 26 maggio 2019

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA 
Piazzetta Cattedrale (centro storico)
72017 Ostuni (Br)
Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506
info@orizzontiarte.it
F: Orizzontiartecontemporanea

Communication Manager
Amalia Di Lanno 
info@amaliadilanno.com

indici.casa.volo di Eugenio Giliberti

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La galleria per le arti contemporanee Intragalleryè lieta di presentare la mostra personale indici.casa.volodi Eugenio Giliberti

La mostra è una tappa del progetto di arte pubblica “Voi siete qui/ vico Pero / Giacomo Leopardi - progetto di artista abitante” che vede la collaborazione di Intragallery con due altre realtà dell’arte contemporanea cittadina: la Fondazione Morra e la galleria Dafna di Napoli.
Dalle parole dell’artista: “Nella sezione manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli sono conservati, tra le “Carte Leopardi”, alcuni fogli pieni di numeri vergati dal poeta. Sono gli indici con i quali Leopardi permette la lettura ordinata per argomento del suo Zibaldone di pensieri. 
Quei numeri mi avevano colpito ma, attratto da altri materiali di studio, non ne avevo colto il senso. Mi tornavano alla memoria come immagini e li pensavo animati da una logica matematica affine alle mie opere combinatorie. Partendo da questo “mal entendu”, ormai chiarito, ho realizzato una serie di quadri – dipinti involontari - in cui le cifre da 1 a (1)0 sono rappresentate da altrettanti colori che si dispongono in piccoli quadrati nella superficie della tela secondo l’ordine degli indici leopardiani.”
In mostra, saranno presentati quattro quadri di dimensioni diverse, realizzati con la tecnica dell’encausto i cui titoli: “teorica delle arti, lettere ec.”, “trattato delle passioni”, “della natura degli uomini e delle cose”, “memorie della mia vita” ricalcano le sezioni degli indici. Saranno inoltre esposti alcuni lavori su carta - una cartella di appunti per il “progetto di artista abitante”, di cui sarà realizzata una edizione a stampa, e una nuova versione della già nota animazione tridimensionale “volo di un omino giallo”, ispirata all’operetta morale “elogio degli uccelli“.

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L’arte della matematica
La matematica non è altro che un’arte; una sorta di scultura in una materia estremamente dura e resistente (come certi porfidi che a volte usano, credo, gli scultori) 
André Weil, Lettera alla sorella Simone, Rouen, 1940[i]

Per l’opera di Eugenio Giliberti il paradosso di André Weil è forse vero al contrario: è il modello, matematico o teorico che sia, la prima sbozzatura della materia poetica della sua riflessione; in questa mostra il tema – la “materia poetica” - è univoco ed è il ‘progetto di artista abitante’, che avrà come esito una installazione site-specific sulla facciata del palazzo di via Santa Teresa dove Leopardi visse gli anni napoletani e, per pura casualità, è l’edificio su cui affaccia l’abitazione di Giliberti. 
Quattro tele costituiscono il nucleo centrale della mostra indici.casa.volo alla Intragallery di Napoli: le sequenze di quadratini colorati dipinti rigorosamente ‘a mano’ con la tecnica dell’encausto, pigmenti di colore emulsionati con cera naturale, si dispongono secondo una logica combinatoria, frutto di una opzione stabilita a priori. I colori scelti corrispondono infatti ai numeri degli Indicidi Giacomo Leopardi, vergati dal poeta e oggi conservati alla Biblioteca nazionale di Napoli per offrire una traccia di lettura secondo gli argomenti del suo Zibaldone. Le scritte sulle tele, teorica delle arti, lettere, ec, trattato delle passioni, della natura degli uomini e delle cose, memorie della mia vita ricalcano le sezioni degli indici e alludono ai contenuti dell’opera, ma l’andamento dei quadrati colorati procede invece secondo la successione astrattamente prestabilita, spostando l’attenzione, anzi costringendo a focalizzare l’attenzione non tanto sulla natura simbolica del procedimento quanto invece sulla libera casualità delle alternanze dei colori, delle dimensioni dei singoli moduli, del loro disporsi sulla superficie. E così, come nella sua lettera al padre Leopardi ne impetrava la clemenza per la sua ‘strana immaginazione’, l’immaginazione di Eugenio Giliberti ci porta senza mediazione nel suo universo creativo, la cui chiave interpretativa è il metodo e la pratica del suo fare di uomo e artista a tutto tondo, di stampo rinascimentale, in cui le discipline diverse si fondono nel raggiungimento dello scopo etico ed espressivo. Se le tele con i quadratini dipinti sono una costantenell’opera dell’artista - in quanto precipitato ‘estetico’ dei suoi meccanismi inventivi - affascinante e produttivamente differente ne è qui la resa formale con l’effetto di un decorativismo in cui la nozione perde ogni connotato di vacua superfluità per attingere a una definizione autenticamente significativa: la bellezza e la forza di una sintassi tutt’altro che puramente astratta ma stringente nella sua ‘logica’. Struggente poi, nella sua libertà e poeticità, la serie dei disegni su carta sempre dedicati al ‘progetto’ da cui sarà tratta anche una cartella di stampe: in esse l’artista dispiega la sua versatile abilità di disegnatore, pittore e in questo caso fine ricercatore, indicando nelle diverse tavole un percorso che va dalla memoria storica della radicale trasformazione urbanistica dell’area, con la costruzione del ponte della Sanità nel primo decennio dell’Ottocento, alla poetica dell’idea sottesa al suo intervento. E infine, ancora una volta, ripercorrendo il cerchio di passato e presente, altra costante dell’arte di Giliberti, attraverso una animazione tridimensionale ancora di matrice meccanica, una piccola scultura che rappresenta un ‘omino giallo’ spiccherà il volo riconducendoci ad una delle più famose Operette moralidi Leopardi ma riportandoci anche, a ritroso, a medesimi espedienti visivi che hanno ispirato il nostro ‘artista abitante’. Confermando, se ce ne fosse bisogno, la sua attitudine a tener fede a temporalità diverse, quella della lavorazione e quella della rappresentazione, consentendoci con elegante sottigliezza di pensare a un altro spazio, a un altro tempo, a un altro luogo. 
Angela Tecce 
[i]S. Weil, A.Weil, L’arte della Matematica, Adelphi, Milano 2018


indici.casa.volo
di Eugenio Giliberti
dal 16 maggio al 11 luglio 2019

Via Cavallerizza a Chiaia, 57, Napoli
info@intragallery.it

A Thing of Beauty - Eterogeneità della materia

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A Thing of Beauty
Eterogeneità della materia

Rose Cabat, Hans Coper, Keiji Ito, Yasuhisa Kohyama, Kazuhito Nagasawa, Lucie Rie, Päivi Rintaniemi, Shingo Takeuchi, Kati Tuominen-Niittylä, Nanni Valentini, Carlo Zauli

a cura di Laura Borghi

A Thing Of Beauty, Eterogeneità della materia è una collettiva di undici artisti di diverse generazioni - Rose Cabat, Hans Coper, Keiji Ito, Yasuhisa Kohyama, Kazuhito Nagasawa, Lucie Rie, Päivi Rintaniemi, Shingo Takeuchi, Kati Tuominen-Niittylä, Nanni Valentini, Carlo Zauli - attivi dagli anni ’50 ad oggi, per mettere in evidenza l’inalterata e impressionante bellezza della ceramica. 
Opere scultoree emblematiche della poetica di ogni singolo artista sono riunite in un’esposizione che abbraccia tutto il XX secolo per giungere fino ai giorni nostri. Accanto al lavoro di artisti che hanno fatto la storia della ceramica dal dopoguerra in poi, non poteva mancare la massima essenza di equilibrio nella forma e nel colore dell’arte ceramica giapponese e di artisti provenienti dal Nord Europa. 
L’apparente fragilità, spesso in contrasto con la solidità del grés, delle creazioni dalla texture ruvida e dalle sfumature accese e vivaci di Lucie Rie si accompagna ai lavori di Hans Coper più sperimentali, opere astratte e dalle forme monumentali. Un’esplosione di colore emerge dalle minuscole ceramiche di Rose Cabat caratterizzate da smalti viola, rosa, verde, blu, dalla finitura simile a seta. 
Accanto a questi maestri dell’arte ceramica internazionale si impongono, con un linguaggio completamente autonomo, le sculture di due figure fondamentali, protagonisti di una memorabile stagione della ceramica italiana, Nanni Valentini e Carlo Zauli le cui opere sono messe in dialogo con le sculture di quattro artisti giapponesi. Lo stile minimalista e l’inimitabile lavorazione delle sculture antropomorfe, dai richiami arcaici, di Keiji Ito, le forme piene, come scolpite dal vento di Yasuhisa Kohyama, si uniscono alle sculture ermetiche di Shingo Takeuchi fino ai misteriosi contenitori di ricordi di Kazuhito Nagasawa nei quali l'argilla si fonde con il ferro, vetro e legno. Un’alleanza tra potere e fragilità si ritrova nelle grandi e delicate sculture di Päivi Rintaniemi, che esprimono una sintesi poetica tra forme arcaiche e design minimalista. Un’ulteriore presenza finlandese, Kati Tuominen-Niittylä, che con i suoi “contenitori” ci riporta ai paesaggi delle foreste nordiche evocando al contempo le forme di secchi, setacci e cesti, tracce di una vita ancestrale.

L’allestimento della mostra è arricchito da mobili scandinavi anni ‘50 e una selezione di tappeti Beni Ouarain provenienti dai monti del Medio Atlante (Marocco), regione dove giungevano lane molto pregiate mai tinte che le tessitrici hanno trasformato in tappeti di grande luminosità, colore e morbidezza.


Officine Saffi è un centro di ricerca specializzato nella ceramica contemporanea. Il progetto comprende la Galleria che organizza e promuove mostre personali e collettive di artisti contemporanei e maestri del passato. Il Laboratorio dove vengono organizzati corsi e workshop, oltre ad accogliere produzioni di artisti e designer e le residenze d’artista. La Casa Editrice pubblica cataloghi d’arte e la rivista trimestrale Fragile. Infine, completa il progetto, il concorso biennale Open to Art, dedicato alla ceramica d'arte e di design. 

In collaborazione con Altai

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A Thing of Beauty
Eterogeneità della materia

Rose Cabat, Hans Coper, Keiji Ito, Yasuhisa Kohyama, Kazuhito Nagasawa, Lucie Rie, Päivi Rintaniemi, Shingo Takeuchi, Kati Tuominen-Niittylä, Nanni Valentini, Carlo Zauli

curated by Laura Borghi


A Thing Of Beauty, Eterogeneità della materia is a collective of eleven artists from different generations active from the 50s to today, brought together to highlight the enduring and extraordinary beauty of ceramics.
An exhibition spanning the entire twentieth century up to the present day brings together sculptural work displaying each artist’s aesthetic. Artists who defined the history of post-war ceramics feature alongside the delicately balanced forms and colours of Japanese ceramic art and artists from Northern Europe.
The apparent fragility, the rough-textures and the bright, lively tones in the work of Lucie Rie – often in contrast with the solidity of the stoneware – appears alongside the more experimental, abstract and monumental forms of Hans Coper. Rose Cabat’s miniatures explode in a flourish of silky pink, purple, green and blue enamels.
These masters of international ceramic art appear alongside Nanni Valentini and Carlo Zauli, two important sculptors who defined an era in Italian ceramics, and whose stylistic autonomy is juxtaposed with works by four Japanese artists. The minimalist style and inimitable workmanship of Keiji Ito’s anthropomorphic sculptures with their archaic references, and Yasuhisa Kohyama’s full forms, seemingly sculpted by the wind, join Shingo Takeuchi’s hermetic sculptures and Kazuhito Nagasawa’s mysterious memory receptacles, in which clay merges with iron, glass and wood. Päivi Rintaniemi’s large, delicate sculptures express an alliance between power and fragility in her poetic synthesis of archaic form and minimalist design. A second Finnish artist is Kati Tuominen-Niittylä, whose “containers” recall Nordic forest landscapes while evoking the forms of buckets, sieves and baskets as traces of ancestral life.

The display is complemented by a selection of Scandinavian furniture from the 1950s and a collection of Beni Ouarain rugs from the Middle Atlas Mountains (Morocco), where weavers transform precious, undyed wools into soft, brightly coloured carpets.


Officine Saffi is an experimental hub focused on contemporary ceramics. The project includes the Gallery specializing in ceramic art, with exhibitions of work by contemporary artists and master ceramists of the past; the Workshop, used for courses and practical work, as well as for production by artists and designers and during Artists’ Residencies; and the Publishing House, which produces the specialist quarterly magazine Fragile and art catalogues. The project is completed by the Open to Art international competition, dedicated to contemporary art and design.

In collaboration with Altai


A Thing of Beauty - Eterogeneità della materia
22 maggio - 28 giugno 2019

Via A.Saffi, 7 | 20123 Milano
Tel. +39 02 36 68 56 96
Fax +39 02 36 59 74 44
P.I. 08799230969
info@officinesaffi.com

Capelli di Antonia Bufi

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28 maggio 2019
Ore 18,30
ATELIER BUFI ANTONIA
Via del salvatore 12
MOLFETTA
Capelli
installazione foto video
dal 2014 al 2019
Antonia Bufi
Che avessero ragione i Greci?
Tutto torna. 
Tempo circolare.
S’arriccia.
Come i capelli, se il tempo è brutto.
I capelli, emanazione tricotica che buttiamo nel mondo. Li perdiamo, li acconciamo, li tagliamo, coloriamo, tiriamo, odoriamo, laviamo.
Antonia Bufi ha deciso di abbandonarli a vita separata. 
Da una testa tonda e lineare si evolve. Si riempie, fiorisce e sboccia. Si abbandonano sulle spalle, sul collo, sul seno, fino alla pancia, i capelli. 
In sessanta scatti si narra un’evoluzione, una crescita, accompagnata e allo stesso tempo separata.
Uno scatto al mese a documentare il tempo che passa. 
Comincia celata da un paio di occhiali da sole. Ancora non pienamente consapevole del processo, del susseguirsi futuro e inarrestabile.
Il tempo come i capelli. Entrambi passano, crescono, vengon perduti, ci si dimentica del loro aumentare, si accumulano tanto lentamente da non percepirne il movimento.
Ci sono velocità che non percepiamo. Non vediamo il battito d’ali di un colibrì, è troppo veloce. Non vediamo crescere i capelli o le unghie, è troppo lento. 
Fermiamo il tempo, vediamo le ali, vediamo i capelli. 
Rubiamo un attimo eterno allo scorrere inesorabile.
Fotografiamo.
Rubiamo sessanta volte. Vedremo battere le ali, crescere i capelli, vedremo i singoli granelli di sabbia di una clessidra, vedremo lo scorrere del tempo. 
Ma i capelli ricrescono. È un ciclo dal quale non ci si può astenere. Tutto ritorna, come prima ma diverso da prima. 
Si torna al punto di partenza, questa volta senza occhiali da sole, senza filtri, completamente esposti e consapevoli, responsabili.
Antonia Bufi ci mostra il tempo che scorre, lo zelo nel cercare di imbrigliarlo nella tecnica fotografica. Ci dice che tutto si evolve, lo schiaccia in due dimensioni, eccolo lì, è passato, è lungo, ma c’è ancora tempo.
Siamo nel circolo, ci sembra di uscirne, ma non se ne esce mai. Non esiste fuori tempo, noi siamo il tempo.
collaborazione musica video 
fruibile nei giorni successivi su appuntamento la.nella@hotmail.it



A Milano nasce il primo museo della filosofia: open call per il Logo

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"Chi sono io?", "Esiste il libero arbitrio?", "Esistono valori morali oggettivi?". Sono solo alcuni degli interrogativi filosofici che uno speciale museo raccoglierà e proporrà in forma divertente. È firmato dal dipartimento di filosofia, 'Piero Martinetti', dell'Università degli Studi di Milano il progetto del primo Museo della Filosofia in città. Online il bando aperto a tutti gli universitari che vogliono proporre il logo da destinare a questo luogo di cultura, che dovrebbe nascere il prossimo autunno.


La filosofia come un gioco

"Nelle città del mondo esistono musei di ogni genere. Esistono musei di arte antica e moderna, di storia naturale e di scienze fisiche e chimiche. Musei dell’uomo, del giocattolo, del design, dell’abbigliamento, del cinema, dell’automobile, del sesso, e persino uno – a Roma – delle anime del Purgatorio. Della filosofia, però, sembra che ci si sia dimenticati. Il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Milano intende colmare questa lacuna, dando vita al primo Museo della filosofia", scrivono gli ideatori del Museo.
Sull'esempio dei grandi musei dedicati alla scienza presenti nelle più importanti città del mondo il Museo della filosofia racconterà le più significative teorie e domande filosofiche 'traducendole' in attività interattive, simulazioni, video e giochi per il pubblico. Obiettivo dello spazio espositivo sarà quello di mostrare il significato, l'importanza e il fascino delle domande filosofiche andando al di là delle fredde formule con cui vengono rese nei libri. 
All'interno del museo, pertanto, verranno proposte "esperienze interattive, esperimenti mentali, formulazione di paradossi e strategie argomentative alla portata di tutti", come si legge sul sito di Unimi.



Il concorso

Fino al 21 giugno, recita il bando, tutti gli interessati potranno proporre un'immagine che rappresenti "l’idea di un Museo della Filosofia in modi creativi e accattivanti”. Per partecipare, bisognerà inviare la propria proposta di logo (per un massimo di tre loghi) a: museodellafilosofia@gmail.com (indicando nell'oggetto: "proposta Logo"). Nel sito del Museo il logo verrà chiaramente attribuito all’autrice o autore, che riceverà anche un premio pari a 300 euro. 
Per maggiori informazioni consultare il bando online

Fonte: MilanoToday

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